I rettili giganti avevano un genoma molto piccolo, simile a quello degli odierni uccelli.
Nonostante le loro dimensioni gigantesche, i dinosauri avevano un genoma piuttosto piccolo. L'ennesima conferma del paradosso del valore C, che indica la discrepanza tra la complessità genetica e la grandezza del genoma, arriva da uno studio pubblicato su Nature ad opera di un gruppo di ricercatori dell' Università di Harvard e dell'Università di Reading. L'analisi, che ha preso in considerazione 31 specie di dinosauri e uccelli estinti, si è basata su una correlazione tra la grandezza del genoma e quella delle cellule ossee, le uniche disponibili dai fossili.
I risultati hanno evidenziato una distinzione tra le due principali linee di dinosauri: i Teropodi e gli Ornitischi. I primi, tra cui figurano i noti Tyrannosaurus rex e Velociraptor, possiedono un genoma di dimensioni molto ridotte, simile a quello degli odierni uccelli. I secondi, comprendenti ad esempio lo Stegosaurus e il Triceratops, presentano un genoma leggermente più ampio, come quello degli odierni coccodrilli e lucertole. La ricerca, invece, non è stata in grado di valutare le dimensioni genomiche dei Sauropodi, quali il Brachisaurus.
La motivazione di questa differenza, affermano gli studiosi, è da ricercarsi nella diversa proporzione di sequenze ripetitive non-codificanti, che costituiscono buona parte della variazione della dimensione del genoma delle differenti specie. Infatti, mentre i Teropodi presentano circa l'8,4% di sequenze ripetute, gli Ornitischi ne possiedono mediamente il 12%, differenza che spiega la disomogeneità dei genomi.
Nel compesso, questa ricerca indica che il possesso di un piccolo genoma, generalmente considerato distintivo degli uccelli, si sia invece evoluto precedentemente tra i dinosauri. Infatti, sembra sia apparso circa 230-250 milioni di anni fa, piuttosto che 110 milioni di anni fa, smentendo la teoria secondo cui una piccola dimensione del genoma, come conseguenza di una bassa percentuale di sequenze ripetute, si sia evoluta con il volo in modo tale da preservare energie. Questa rappresenta un'altra caratteristica degli uccelli ora attribuibile anche ai dinosauri, sottolineando ancora una volta lo stretto rapporto filogenetico esistente tra queste classi di vertebrati.
Andrea Romano
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