Non e' un argomento accattivante, ma.... sentite questa storia che parla di coevoluzione tra l'ordine che ci ospita e i non proprio simpatici insetti che spesso vivono a nostre spese!
Quando un parassita si lega ad un ospite per milioni di anni, le loro storie evolutive finiscono per correre su binari assolutamente paralleli: talmente paralleli da determinare un evento di speciazione quando questo si verifica per l'ospite considerato. I protagonisti dell'ultimo studio del gruppo di ricerca del biologo David Reed, del Florida Museum of Natural History, sono per l'appunto i pidocchi succhiatori di sangue (Sottordine Anoplura), insetti ectoparassiti permanenti e obbligati della testa e del corpo non solo di noi umani, ma anche dei nostri cugini piu' stretti (i primati), e di moltissimi altri mammiferi. Reed si occupa principalmente della comparazione degli alberi evolutivi di ospiti e parassiti specifici, e ha osservato nel corso dei suoi studi l'impronta della coevoluzione e addirittura della cospeciazione di organismi cosi' strettamente interagenti dal punto di vista ecologico. Gia' nel 2004 l'autore aveva dimostrato che il pidocchio umano della testa (Pediculus humanus capitus) si presenta in due popolazioni geneticamente distinte, caratterizzate da un antenato comune che ci riporta a piu' di un milione di anni fa: un gruppo sarebbe rimasto in Africa, tra i nostri antenati umani; l'altro sarebbe migrato insieme a Homo erectus in tutto il globo.
Nello studio attuale, che appare sulle pagine online di BMC Biology, Reed si e' invece concentrato sul confronto tra i generi Pediculus e Pthirus, che parassitano i Primati antropoidi, avendo un occhio di riguardo per Pediculus humanus capitus e Pthirus pubis, la cosiddetta piattola, cioe' il pidocchio umano del pube. Al fine di ricostruire l'albero evolutivo di quest'ultimo, i ricercatori hanno analizzato due sequenze geniche (una mitocondriale e una nucleare) delle due specie del pidocchio umano, confrontandole con quelle dei parassiti di scimpanze' (Pediculus schaeffi) e gorilla (Pthirus gorillae), nonche' dei pidocchi di altre scimmie cercopitecoidi e del roditore Fahrenholzia reducta. I diversi pidocchi dei primati hanno alle spalle circa venticinque milioni di anni di storia evolutiva, e in questo lungo intervallo di tempo hanno avuto modo non solo di separarsi in due generi distinti, probabilmente attraverso un evento di duplicazione occorso circa tredici milioni di anni fa, ma anche di andare incontro a eventi di estinzione: il pidocchio della testa si e' perso nei gorilla, mentre quello del pube si perse lungo la linea evolutiva scimpanze'-uomo. L'evidenza piu' sorprendente emersa e' che H. sapiens deve l'eredita' di P. pubis al gorilla.Quando anche uomo e scimpanze' si separarono, circa sei milioni di anni fa, i parassiti della testa si diversificarono in due specie diverse, e quasi 3,5 milioni di anni fa, al tempo delle Australopitecine, gli ominidi riacquistarono il pidocchio del pube, attraverso uno scambio di ospite, dagli antenati degli attuali gorilla. Tutto questo e' frutto di un amore "proibito", visto che i pidocchi del pube si scambiano principalmente attraverso il contatto sessuale? Non necessariamente: secondo Reed lo scambio sfortunato potrebbe essere avvenuto quando alcuni ominidi vennero a contatto con carne di gorilla, oppure con un rifugio infestato dai parassiti.
I risultati di questa ricerca genetica impongono nuovi studi da parte dei paleoantropologi e dei primatologi: dato che secondo questi risultati ominidi e gorilla dovevano vivere a stretto contatto, sarebbe davvero interessante scoprire nuove e solide prove fossili a sostegno di questa ipotesi, da qualche parte in Africa.
E se avete trovato interessante questo resoconto, allora unitevi all'appello di fior di scienziati per la salvezza dei pidocchi, dichiarati, cosi' come altri non simpaticissimi parassiti (ad esempio Helicobacter pylori), in pericolo di estinzione: forse non conquisteranno mai la nostra simpatia, ma ci stanno fornendo preziose informazioni sul nostro passato!
Paola Nardi
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