Ieri sera alla Casa della Cultura di Milano, si è svolta la presentazione del libro “Creazione senza Dio” di Telmo Pievani, con la partecipazione di Margherita Hack, Vittorio Bo e Jacopo Romoli.
Ieri sera alla Casa della Cultura di Milano si è parlato del libro di Telmo Pievani “Creazione senza Dio”, un libro che ha già venduto circa 25000 copie. Il tema affrontato era certamente di grande interesse, e gli importanti ospiti intervenuti hanno contribuito ad attirare un ampio pubblico.
Margherita Hack, astrofisica, professore emerito all’Università di Trieste, si dice molto contenta di essere presente all’evento, perchè “fare un confronto tra evoluzionismo e Intelligent Design (ID), è come chiedere a noi astronomi di confrontarsi con degli astrologi. Non credo sia una operazione così sensata”. La Hack sostiene che l’invenzione di Dio serve a spiegare quello che la scienza ancora non sa spiegare, e per la consolazione nella paura della morte.
“L’ID non è un semplice attacco all’evoluzionismo, ma un attacco all’autonomia scientifica. Si vuole imporre una visone della società con valori religiosi pervasivi. Questo libro fa capire i pericoli che corriamo quando si cerca di mescolare scienza e ciò che scienza non è; per questo è un libro da leggere”.
Anche Vittorio Bo, ex direttore generale della casa editrice Einaudi e fondatore della Società Codice Edizioni, direttore del Festival della Scienza di Genova e di FEST - Fiera internazionale dell’Editoria Scientifica di Trieste, è molto contento di parlare di un libro, secondo lui, bellissimo. “Telmo rivendica la piena dignità del naturalismo senza Dio e va contro la sudditanza nei confronti di pensieri religiosi dogmatici forti”.
“In USA lievitano gli interventi nel dibattito evoluzione-ID, basti pensare alla mostra su Darwin fatta a NewYork e ora itinerante per il paese (attualmente a Boston), che è stata oscurata dagli sponsor; l’American Natural History Museum ha fatto una grande scommessa realizzandola, e l’ha vinta perchè la mostra era bellissima, e ha avuto un enorme successo”.
Vittorio Bo ha poi concluso affermando che“esiste la necessità di una forte maturità per l’affermazione di principi di libertà”.
“Analizzando i discorsi pubblici dell’attuale pontefice e del cardinale Ruini si vede che nel 75% di essi viene citato Darwin”. Pievani vuole fare capire che il caso Darwin esiste, ma anche che, ancora più in generale, esiste un “complesso di inferiorità della scienza. La scienza è un tipo di cultura alta e autonoma, non necessita legittimazioni o riabilitazioni da parte della chiesa”.
“Certe teorie scientifiche hanno maggior impatto culturale e creano dibattiti più ampi, questo è il caso di Darwin. Per questo la chiesa se ne occupa così tanto”.
Tutti gli ospiti, anche nella parte del dibattito finale, hanno sottolineato come il tema della laicità nella cultura italiana sia molto attuale e importante.
“L’Italia è un paese a statuto speciale”, dice Pievani, “tutti invocano il pluralismo e la laicità, ma il naturalismo viene definito pericoloso, e Darwin irrazionale, una minaccia alla dignità umana”.
“Le posizioni religiose più conservative dominano al momento,” continua il filosofo della scienza, “spesso sostengono l’esistenza di due razionalità, una più ristretta naturalistica e una superiore più ampia, che decide per la prima. A me sembra, sentendo certe parole, di rileggere le pagine del processo a Galileo”.
“ In questo medioevo prossimo venturo stiamo subendo un attacco indecente alle nostre libertà, ci vengo imposte le leggi del vaticano” conclude la Hack. “Per fortuna almeno oggigiorno noi scienziati non veniamo più messi al rogo”.
Chiara Ceci
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