Sunday, December 25, 2005

Auguri darwiniani

Auguri darwiniani

Ringraziamo tutti voi che avete visitato il portale Pikaia e il Blog darwininitalia.blogspot.com ....... e siete tanti ve lo assicuriamo!!!!!!!!!!!!!!!
Un ringraziamento particolare va anche a coloro che ci hanno aiutato con segnalazioni e suggerimenti che, per quanto possibile, abbiamo preso in considerazione. Il portale è nato ufficialmente 10 mesi fa e tra sacrifici e difficoltà varie crediamo stia diventando un punto di riferimento per il vasto pubblico interessato ai temi evoluzionistici. Speriamo di fare sempre meglio il prossimo anno confidando sempre nel vostro appoggio e interesse.

Grazie ancora........felici feste.........e buon anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Paolo Coccia, Telmo Pievani e tutta la redazione!

Saturday, December 24, 2005

Siete pronti per gli acquisti di Natale? I nostri consigli se volete acquistare un libro!

Siete pronti per gli acquisti di Natale? I nostri consigli se volete acquistare un libro!

Aggiornato il 17 dicembre.
Selezionate la pagina web che abbiamo preparato. Con pochi click di mouse potete sfogliare decine di segnalazioni di libri che trattano i nostri temi preferiti.
Avete tre sezioni a disposizione:
Da non perdere
In libreria
In lingua inglese
L'elenco potrà essere aggiornato nei prossimi giorni!
Su Pikaia potete scaricate il file!

Intervista a E.O.Wilson

Intervista a E.O.Wilson

Eccovi un'intervista stupefacente al vecchio E. O. Wilson, in cui il buon sociobiologo fa a fette la religione e spiega perché è cresciuto in quel modo: collegatevi a RadioOpenAccess, con il tasto destro (o mantenendo premuto il tasto, per i Mac) potete scaricare l'mp3 e sentirlo in pace a Natale.
Oltre a tutto, fa osservazioni intelligenti e toccanti sulla vita e il posto dell'uomo nella natura. Meraviglioso. Buon ascolto e auguri a tutti.

Marco Ferrari

Friday, December 23, 2005

Science annuncia come avvenimento dell'anno la teoria dell'evoluzione

Science annuncia come avvenimento dell'anno la teoria dell'evoluzione

La rivista Science annuncia come avvenimento principale dell’anno l’ evoluzione con l’articolo
BREAKTHROUGH OF THE YEAR: Evolution in Action di Elizabeth Culotta and Elizabeth Pennisi.
L’articolo inizia cosi’………Equipped with genome data and field observations of organisms from microbes to mammals, in 2005, biologists made huge strides toward understanding the mechanisms by which living creatures evolve....... Temporaneamente potete leggere anche il testo completo e il video (quest’ultimo e’ quasi impossibile vederlo perché è sempre occupato…pazientate un po’…).
Dopo la sentenza di Dover ecco un prestigioso riconoscimento sulla teoria dell’evoluzione come avvenimento fondamentale dell’anno 2005 appena trascorso. Un anno denso di scoperte sull’evoluzione umana, sul sequenziamento dello scimpanzè, sui meccanismi di speciazione, sull’influenza aviaria….tutte notizie che insieme rivelano e confermano l’evoluzione in atto come sostengono le due autrici dell’articolo su Science.

Thursday, December 22, 2005

The Economist ci intrattiene sull'evoluzione umana

The Economist ci intrattiene sull'evoluzione umana

Un doppio fascicolo sull’evoluzione umana è pubblicato dal settimanale The Economist.
Si intitola The story of man e contiene i seguenti articoli:
The story of man (testo completo). Modern Darwinism paints a more flattering portrait of humanity than traditionalists might suppose
The proper study of mankind (testo completo). New theories and techniques have revolutionised our understanding of humanity's past and present, says Geoffrey Carr.
Potete anche ascoltare la sua intervista integrale di circa 9 minuti.
Gli altri articoli che completano il dossier sono:
The long march of everyman
Meet the relatives
If this is a man
The concrete savannah
Starchild
Acknowledgment and sources (una breve bibliografia che potete visualizzare)

Tuesday, December 20, 2005

L'ID vietato a Dover, Pennsylvania

L'ID vietato a Dover, Pennsylvania

Con una corposa sentenza di 139 pagine (che si può leggere in Pdf per esempio qui) il giudice monocratico John E. Jones della corte distrettuale di Harrisburg, in Pennsylvania, Stati Uniti, ha deciso che nel distretto scolastico di Dover, sempre in Pennsylvania, è incostituzionale insegnare la cosiddetta teoria del progetto intelligente (Intelligent design - ID), perché in realtà si tratta semplicemente di creazionismo mascherato. Il processo è stato originato dalla denuncia di alcuni genitori contro il Board of Education (l'Ufficio per l'educazione, di nomina elettiva) del distretto di Dover, che ha imposto l'insegnamento ad alternative all'evoluzionismo, citando tra le altre "teorie" solo l'Intelligent Design, e suggerendo la lettura di un libro creazionista, Of pandas and people. La sentenza afferma che: "Abbiamo concluso che [ID] non è scienza e inoltre non può essere separato dai suoi antecedenti di creazionismo, e quindi religiosi". Così facendo, il Board of Education è andato contro alla separazione tra stato e religione, una delle basi della costituzione degli Stati Uniti.
Parecchi passi della sentenza ricalcano quasi alla lettera le posizioni più vicine alla scienza e all'evoluzionismo e, anche a detta dei commentatori americani, il giudice ha afferrato in pieno la differenza tra una teoria, com'è quella dell'evoluzione per selezione naturale, e un'accozzaglia di critiche raccolte (pur senza averne l'aria) dietro la bandiera dell'opposizione ideologica all'evoluzionismo moderno. Per esempio afferma che pur incoraggiando gli studenti ad affrontare la scienza con sguardo critico, offre come unica alternativa all'evoluzionismo moderno la versione biblica della creazione.
Altri passi interessanti sono i seguenti: "E' vero che la teoria Darwiniana dell'evoluzione è imperfetta. Il fatto però che una teoria scientifica non possa spiegare ogni punto della realtà non dovrebbe essere preso come pretesto per infilare nelle lezioni di scienze ipotesi alternative fondate sulla religione o di presentare in modo falso proposizioni scientifiche dalla base solidissima."
Il giudice conclude stigmatizzando la "sorprendente scempiaggine" della decisione originaria del Board of education (che ha fatto spendere al Board parecchi soldi pubblici in seguito alla causa), ed escludendo anche che alcune affermazioni, come l'incompatibilità tra teoria dell'evoluzione e credo religioso, abbiano cittadinanza nella scuola o nella società. In linea teorica la sentenza ha valore solo per quanto riguarda il Board of Education di Dover, e quindi altri Stati e altri distretti potrebbero ignorarla. Ma a detta di tutti commentatori, è una sentenza molto forte e altamente motivata, difficile da contestare. Cosa ne dice adesso il cardinale Schoenborn?

Marco Ferrari

Il creazionismo non è scienza, vietato nelle scuole americane . Il sito di la Repubblica online rilancia la notizia.
Dalla BBC
Da l'Unità

Massimo Pigliucci a Milano il prossimo gennaio 2006

Massimo Pigliucci a Milano il prossimo gennaio 2006

UNIVERSITÀ DI MILANO. Corso di Laurea in Scienze Biologiche. Corso di Biologia e Genetica di Popolazione. Massimo Pigliucci (Department of Ecology & Evolution. State University NY, Stony Brook) terrà le seguenti lezioni:

Lunedì 9 gennaio, ore 10:30 – 12:30, aula G23 via Golgi 19
Come si studia l'evoluzione dei caratteri complessi: introduzione alla genetica quantitativa
In questa lezione esamineremo i concetti fondamentali di genetica quantitativa, la disciplina che si occupa dello studio statistico dell'evoluzione di caratteri complessi in popolazioni naturali. La moderna genetica quantitativa opera all'interfaccia tra teoria dell'evoluzione, biostatistica, e biologia molecolare

Martedì 10 gennaio, ore 10:30 – 12:30, aula G12 via Golgi 19
Selezione naturale: idee & sperimentazione
Il concetto di selezione naturale ha giocato un ruolo fondamentale nella teoria dell'evoluzione sin dalla pubblicazione dell'Origine delle Specie di Darwin nel 1859. Ma cos'è concettualmente la selezione naturale? E come la si studia da un punto di vista sperimentale?

Mercoledì 11 gennaio, ore 10:30 – 12:30, aula G23 via Golgi 19
Geni o ambienti? Una risposta dalla biologia di popolazioni
I tratti di un organismo sono il risultato dei suoi geni, dell'ambiente in cui cresce, o di una combinazione di entrambi? Il moderno concetto di plasticità fenotipica risolve questo antico dilemma, e rivoluziona il nostro modo di pensare nel campo dell'ecologia genetica

UNIVERSITÀ DI MILANO. Scuola di Dottorato in Terra, Ambiente e Biodiversità . Dottorato in Biologia cellulare e molecolare

Giovedì 12 gennaio 2006, Ore 10:30-12:30, aula seminari, via Celoria 26
Il concetto di spazio fenotipico in biologia evoluzionistica
Perché certe forme di piante e animali (per es., i cavalli) esistono, ed altre (per es., gli unicorni) non sono mai apparse nel corso dell'evoluzione? Questa domanda riguarda la distribuzione delle forme viventi nel cosiddetto “spazio fenotipico”, e questa lezione esplorerà diversi approcci sperimentali allo studio di questo affascinante concetto in biologia evoluzionistica.

Giovedì 12 gennaio 2006, Ore 14:30-16:30, aula 7, via Celoria 26
Come un filosofo risolve il problema del concetto di specie
I biologi hanno discusso sulla natura delle specie fin da prima di Darwin. Ancora oggi centinaia di articoli e diversi libri vengono pubblicati per cercare di risolvere il problema di cosa, effettivamente, sia una specie biologica. Come vedremo, esiste la possibilità che il problema del concetto di specie non sia risolvibile scientificamente, ma sia piuttosto un problema di natura filosofica.

Monday, December 19, 2005

I grandi della Scienza. Darwin

Con La Repubblica di oggi è acquistabile (come volume 17 della collana “La scienza”) il volume II de “I grandi della Scienza”. Ci sono anche 160 pagine su Darwin scritte da Barbara Continenza (il testo originale venne scritto per la rivista Le Scienze nel 2000, e pubblicato nella collana “I grandi della scienza”).

Daniele Formenti

Sunday, December 18, 2005

L'evoluzione della reciprocita' indiretta

L'evoluzione della reciprocita' indiretta

Come conciliare selezione naturale e comportamento cooperativo e altruistico? Come spiegare l'evoluzione, nelle societa' umane, della reciprocita' indiretta (io aiuto te e qualcun altro aiutera' me)?

Martin A. Nowak e Karl Sigmund dimostrano cosa accade quando un biologo ed un matematico collaborano alla comprensione di questa importante caratteristica delle societa' umane. Nowak e Sigmund lavorano da anni allo studio di casi particolari di cooperazione, attraverso diverse varieta' del cosiddetto Dilemma del Prigioniero, un noto problema della Teoria dei Giochi; circa sei anni fa i due studiosi hanno cominciato ad occuparsi di reciprocita' indiretta, e il loro lavoro ha stimolato la nascita di molti gruppi di ricerca che operano oggi in questo campo. In una review recentemente pubblicata su Nature, i due autori esaminano lo stato attuale della conoscenza in materia, considerando soprattutto il comportamento umano. Gia' negli anni '70 Robert Trivers aveva infatti introdotto il concetto di reciprocita' indiretta, parlando di "altruismo generale": egli era soprattutto interessato a dimostrare la sua esistenza dal punto di vista etologico, negli animali, ma a tutt'oggi cio' non e' stato pienamente verificato. Le societa' umane si dimostrano invece particolarmente inclini a un comportamento di reciprocita', e in questo caso le azioni, buone o cattive, possono essere restituite anche ad un individuo diverso da quello che le ha perpetrate.

Le societa' moderne sono piu' che mai costituite da gruppi molto numerosi, dove le interazioni raramente riguardano sempre le stesse coppie di individui. Molte discipline sono interessate allo studio di questo aspetto comportamentale: tra queste la biologia evolutiva e l'economia. La biologia evolutiva vuole capire i meccanismi attraverso i quali si sono evolute le societa' umane che, contrariamente ad altre specie eusociali, sono spesso basate sulla cooperazione tra individui non imparentati. L'economia investiga oggi con particolare interesse le possibilita' di successo di sistemi di mercato globale basati, ad esempio, sul commercio telematico, dove non c'e' contatto diretto tra i diversi interlocutori: se l'interazione si compie tra sconosciuti, cresce l'importanza ed il ruolo di valori quali reputazione e fiducia.

Ecco che inevitabilmente si collega l'emergenza della reciprocita' indiretta ad un evento particolare: la nascita e lo sviluppo delle norme morali. Le norme morali sono evidentemente diverse e specifiche delle varie culture, ma la capacita' di elaborare un corpo di norme e' universale tra le societa' umane, e ve ne e' scarsa traccia tra le altre specie animali: perche' cio' si verifichi e' infatti necessario sviluppare notevoli capacita' cognitive e di astrazione. La reciprocita' indiretta richiede la facolta' di immagazzinare informazioni, trasferirle a terzi ed elaborare strategie sofisticate: e' stata forse questa la sfida selettiva che ha portato all'espansione del cervello umano?

La review esamina gli studi teorici e sperimentali sulla reciprocita' indiretta. La maggior parte dei lavori si basa sulla trattazione del Dilemma del Prigioniero. Nell'ambito della reciprocita' indiretta, ogni giocatore gioca parecchie volte, ma non incontra mai per piu' di una volta tutti gli altri partecipanti. A questo punto le cattive azioni potrebbero innescare ritorsioni di cui saranno vittima anche giocatori incolpevoli: si puo' ritenere che la maggiore circolazione di informazione evitera' errori di ritorsione contro il soggetto sbagliato. Un tipico modello di reciprocita' indiretta consiste in una popolazione dove gli individui si incontrano casualmente, ed ogni individuo agisce per numerosi turni, tuttavia senza mai incontrare due volte lo stesso individuo. Quando un individuo agisce nei confronti di un altro, i due saranno osservati da un sottogruppo della popolazione, il quale a sua volta informera' altri individui: ogni individuo costruira' cosi' la sua lista della reputazione degli altri, e il linguaggio potra' eventualmente contribuire alla sincronizzazione delle liste cosi' costruite. Gli autori considerano nella review le varie strategie applicabili e verificano la loro possibilita' di emergere e di essere evolutivamente stabili. Anche dal punto di vista sperimentale emergono conferme alle ipotesi teoriche: una maggiore informazione conduce ad un comportamento maggiormente cooperativo, e coloro che donano finiscono con il ricevere molto: esiste quindi un vantaggio strategico nell'essere generosi.

Gli autori indicano infine quali sono gli sviluppi futuri, sia teorici che sperimentali, sullo studio della reciprocita' indiretta: si vuole andare oltre il contesto delle interazioni puramente economiche, ed analizzare aspetti quali il correlato fisiologico legato alla fiducia e al processo decisionale, l'emergenza delle capacita' di linguaggio e delle norme morali, il ruolo della reputazione personale e del pregiudizio sociale. Tutto questo nell'ottica di migliorare la comprensione di alcuni dei piu' importanti tratti umani.

E' simpatico chiudere questa segnalazione con un popolare aneddoto del campione americano di baseball degli anni '50 Yogi Berra, famoso per le sue battute iperboliche (un antesignano del nostro Trapattoni...), che riflette con un pizzico di non-sense il significato di reciprocita' indiretta: "Io partecipo sempre al funerale di amici e conoscenti, altrimenti non verranno al mio..."

Paola Nardi

Saturday, December 17, 2005

Evolutionary Innovation and Morphological Novelty

Evolutionary Innovation and Morphological Novelty

E’ stato recentemente pubblicato il nuovo fascicolo della rivista Journal of Experimental Zoology Part B: Molecular and Developmental Evolution, Vol. 304B, n. 6 (15 November 2005)
Il volume dedica l’intero fascicolo alle riflessioni sull’ Evo-devo. Vi segnalo la presenza dell’articolo di Minelli e Fusco. Questo e’ il sommario:
Editorial: evolutionary innovation and morphological novelty (p 485-486)
Gerd B. Müller, Stuart A. Newman
The innovation triad: an EvoDevo agenda (p 487-503)
Gerd B. Müller, Stuart A. Newman
Evolutionary innovations in the fossil record: the intersection of ecology, development, and macroevolution (p 504-519)
David Jablonski
Conserved versus innovative features in animal body organization (p 520-525)
Alessandro Minelli, Giuseppe Fusco
Genetic basis for innovations in floral organ identity (p 526-535)
Elena M. Kramer, M. Alejandra Jaramillo
Evolvability of cell specification mechanisms (p 536-547)
Marie-Anne Félix, Antoine Barrière
Consideration of the neural crest and its skeletal derivatives in the context of novelty/innovation (p 548-557)
Brian K. Hall
How the turtle forms its shell: a paracrine hypothesis of carapace formation (p 558-569)
Judith Cebra-Thomas, Fraser Tan, Seeta Sistla, Eileen Estes, Gunes Bender, Christine Kim, Paul Riccio, Scott F. Gilbert
Evolution of the morphological innovations of feathers (p 570-579)
Richard O. Prum
Molecular evolution of evolutionary novelties: the vagina and uterus of therian mammals (p 580-592)
Günter P. Wagner, Vincent J. Lynch
Origination and innovation in the vertebrate limb skeleton: an epigenetic perspective (p 593-609)
Stuart A. Newman, Gerd B. Müller
Phenotypic accommodation: adaptive innovation due to developmental plasticity (p 610-618)
Mary Jane West-Eberhard
Graduality and innovation in the evolution of complex phenotypes: insights from development (p 619-631)
Isaac Salazar-Ciudad, Jukka Jernvall
Tutti gli abstracts sono disponibili presso il sito della homepage dove e’ anche disponibile questo interessante articolo (2005) The pre-Mendelian, pre-Darwinian world: Shifting relations between genetic and epigenetic mechanisms in early multicellular evolution.

Wednesday, December 14, 2005

Dawkins e Gould concordi: “non facciamo il gioco dei creazionisti”

Dawkins e Gould concordi: “non facciamo il gioco dei creazionisti”

L’idea ha qualche anno, ma il concetto è più che mai attuale. Era il 2001, e Richard Dawkins scriveva al suo collega americano preoccupato per il crescente peso che il dibattito con i Creazionisti stava avendo nella scena culturale e scientifica internazionale. In particolare Dawkins riteneva che fosse auspicabile un’astensione da qualsiasi possibile confronto con queste persone, in primis da parte sua e del collega, probabilmente due fra le autorità massime nel campo dell’evoluzionismo, ma comunque di tutta la comunità scientifica in genere. Le ragioni sono spiegate nel saggio “Corrispondenza incompiuta con un peso massimo darwiniano”, contenuto all’interno della raccolta “Il cappellano del Diavolo”, Cortina ed., 2004 (pp. 295-301).
“Queste persone non hanno alcuna speranza di convincere rispettabili scienziati con i loro ridicoli argomenti. Ciò a cui aspirano è invece l’ossigeno della rispettabilità. Perché possano godere di questo ossigeno è sufficiente che noi accettiamo di AVERE A CHE FARE con loro. A queste persone non importa essere battute negli argomenti. Ciò che conta è che noi gli concediamo un riconoscimento prendendoci il disturbo di discutere con loro in pubblico. […] Qualsiasi possa essere l’esito del dibattito, il solo fatto di metterlo in scena suggerisce agli ignari spettatori che vi debba essere qualcosa su cui vale la pena discutere e che in un certo qual modo i contendenti giochino ad armi pari. […] Il colpo a cui mirano è semplicemente il riconoscimento che discende anzitutto dalla possibilità che viene loro offerta di condividere un palco con un vero scienziato”.
Gould si trovò immediatamente d’accordo con il collega, ma la sua precoce scomparsa impedì che una lettera a quattro mani contenente questi argomenti comparisse sul New York Review of Books. Il messaggio, fortunatamente, resta.

Stefano Papi

Come insegnare la teoria dell'evoluzione

Come insegnare la teoria dell'evoluzione

Come superare gli ostacoli che si frappongono alla corretta comprensione dell’evoluzione da parte del pubblico e in particolare della popolazione universitaria?
Se lo sono chiesti all’Università di Binghamton (USA) dove un gruppo di 50 membri di facoltà hanno creato un progetto di studio denominato EvoS con lo scopo dichiarato di realizzare un modello educativo adatto a rendere accettabile, gradevole, rilevante e interessante lo studio dell’evoluzione. DS Wilson (Departments of Biology and Anthropology, Binghamton University, Binghamton, New York) ha pubblicato sull’ultimo fascicolo di PloS Biology di dicembre un resoconto del progetto che potete leggere integralmente:
Evolution for Everyone: How to Increase Acceptance of, Interest in, and Knowledge about Evolution
Questi sono i suggerimenti commentati e discussi nell’articolo:
-Cominciare con le implicazioni sociali, politiche, etiche, religiose dell’evoluzione
-Presentare il concetto della selezione naturale
-Evidenziare le molte applicazioni che discendono tutte da un’unica struttura esplicativa
-Suscitare interesse sulle caratteristiche degli esseri umani e non solo sulle loro origini
-Non tutto è adattamento
-Gli adattamenti evolutivi non sono sempre positivi
-Usare gli strumenti conoscitivi appresi (framework) per studiare un qualunque soggetto di biologia

-Usare gli strumenti conoscitivi appresi (framework) per indagare un argomento di propria scelta

Tuesday, December 13, 2005

Mappa concettuale sull’ID

Mappa concettuale sull’ID

Una intrigante mappa concettuale sull’ID ispirata al movimento antievoluzionista presente in USA è stata ideata e realizzata da Dann Siems (sfogliate il suo Blog) Assistant Professor, Biology & Integrative Studies, Bemidji State University (Minnesota, USA). Lo stesso Siems pubblica una pagina web tradizionale per indicare come contrastare il movimento antievoluzionista, eccola qui! L’adesivo qui pubblicato Leave No Child Behind, Teach Evolution (presente su Pharyngula e il sito di Siems) è invece acquistabile per sostentere il progetto The Bioliteracy. Le info le trovate qui!

The mousetrap

The mousetrap

Il nuovo sito di filosofia Rescogitans ospita un articolo pubblicato a settembre da The Guardian sull’incoerenza dei creazionisti. Vi invito a leggerlo, si intitola The mousetrap

Video sull'ID

Video sull'ID

Segnalo volentieri questo breve video, una manciata di secondi di completa ilarità anglosassone, ve lo consiglio. Mi è pervenuto da Jacopo Pasotti (Giornalista scientifico) che a sua volta l’ha ricevuto da Donald Wise, con questo commento:
Il movimento ID sostiene con fermezza che la complessità della natura richiede un disegno intelligente ed evitano di attribuire un bollo ufficiale religioso. Cosi' negano che il progettista dell’ID sia alcunchè di religioso. La scienza dovrebbe sfruttare questa affermazione e focalizzare il discorso su ogni prova saggiabile di non-intelligenza nel [supposto] disegno intelligente della natura, senza addentrarsi in discorsi religiosi. E questo avrà ancor più efficaca se fatto con quell'arma così rara in coloro che pensano che l'ultima verità è dalla loro parte. Vale a dire un tocco di humor?
Donald Wise è professore emerito di Scienze della Terra alla Università del Massachusetts, negli Stati Uniti. Donald è stato Chief Scientist alla Nasa durante l’allunaggio dell’Apollo e alla direzione del dipartimento di Planetary Geology della Società Geologica Americana (GSA.

Monday, December 12, 2005

Evolution of the Insects


Evolution of the Insects

David Grimaldi. American Museum of Natural History, New York
Michael S. Engel. Natural History Museum of Los Angeles County
Evolution of the Insects. Cambridge University Press, pp.772, 2005

Un recensore l’ha definito sontuoso. Non sbaglia; sfogliate il sommario e l’estratto e sarà sufficiente per rendersi conto della ricchezza dei contenuti, della completezza forniti da oltre 700 pagine riccamente illustrate. Una monografia rara sugli insetti il cui numero di specie è immensamente superiore a tutte le altre riunite insieme.

Vi ripropongo un brano della descrizione presente sul web della Cambridge University Press:
This book chronicles the complete evolutionary history of insects--their living diversity and relationships as well as 400 million years of fossils. Introductory sections cover the living species diversity of insects, methods of reconstructing evolutionary relationships, basic insect structure, and the diverse modes of insect fossilization and major fossil deposits. Major sections then explore the relationships and evolution of each order of hexapods. The volume also chronicles major episodes in the evolutionary history of insects from their modest beginnings in the Devonian and the origin of wings hundreds of millions of years before pterosaurs and birds to the impact of mass extinctions and the explosive radiation of angiosperms on insects, and how they evolved into the most complex societies in nature……………David Grimaldi is curator in the Division of Invertebrate Zoology, American Museum of Natural History and adjunct professor at Cornell University, Columbia University, and the City University of New York………………Michael S. Engel is an assistant professor in the Division of Entomology at the University of Kansas; assistant curator at the Natural History Museum, University of Kansas; research associate of the American Museum of Natural History; and fellow of the Linnean Society of London………….

Saturday, December 10, 2005

Il podcasting e l’evoluzione

Il podcasting e l’evoluzione

E’ un metodo nuovo, e ancora molto anglocentrico, per seguire i progressi e le discussioni scientifiche. Si tratta del podcasting, cioè della diffusione attraverso Internet, con metodi che vedremo, di dibattiti, trasmissioni radiofoniche e quant'altro sia possibile trasformare in file mp3. Il documento è poi messo su un sito, dove può essere scaricato e "letto" su un qualunque lettore mp3 o sul computer. Un metodo, come si vede, un po' scomodo.

Tutto è cambiato quando sono arrivati programmi (uno dei primi e il più famoso è stato
iTunes@, della Apple, produttrice anche del lettore iPod@, da cui deriva podcasting, da iPod@ e broadcasting, cioè diffondere, trasmettere). Allora, iTunes@ permette il collegamento e lo scarico sul computer (o sul lettore mp3) dei file in modo completamente automatico.
Appena il computer si collega, parte anche iTunes@, o programma corrispondente come iPodder@, che scarica i file "programmati". Ci penserà poi ilprogramma a ridirigerlo verso il lettore stesso.

Ora, cosa c'entra la scienza con tutto ciò, e l'evoluzionismo in particolare? Molte trasmissioni americane hanno seguito da vicino il dibattito sul creazionismo oltre oceano, e hanno discusso a lungo sul problema; poiché è parere di alcuni che ciò che accade negli Stati Uniti accadrà anche in Italia, sarebbe meglio seguire i comportamenti dei creazionisti (o intelligent disegner, è la stessa cosa) per riuscire a controbattere meglio le loro argomentazioni.
Consigliamo quindi alcune trasmissioni che potrebbero dare un'idea più chiara di quello che sta accadendo colà; attenzione però, il tutto è in inglese, spesso molto stretto, e non è sempre facilissimo capire quello che si dicono i contendenti.
Una serie si chiama Science friday, ed ecco qui una delle ultime trasmissioni che parla dell'evoluzione. Qui un'altra pagina per scaricare un file, piuttosto grosso, che proviene invece dall'istituto Seti, di cui abbiamo già parlato. In questa pagina ci sono almeno due o tre show che possono interessare, come quello sulla nascita della vita sulla Terra, o ID on trial a due terzi della pagina, sul processo che si sta svolgendo a Dover, Pa, e che riguarda l'intenzione di introdurre uno sticker sui libri che afferma essere la teoria dell'evoluzione solo "una teoria" e non un fatto.
Da questa pagina, così come con Science friday, è possibile scaricare il piccolo file da inserire su iTunes@ o iPodder@ (o altri programmi) per essere aggiornati in permanenza alle trasmissioni. A quando un podcasting scientifico in Italia?

Marco Ferrari

@ Marchio registrato

Evo-devo su Nature Reviews Genetics di dicembre

Evo-devo su Nature Reviews Genetics di dicembre

Il fascicolo di dicembre di NATURE REVIEWS GENETICS, 2005, vol 6, no 12, alle pp. 873 – 954 riporta quattro reviews che riguardano le modalità costruttive del piano corporeo.
Si parla di evo-devo, del ruolo dei geni omeotici, dei meccanismi di sviluppo, segmentazione, modellamento degli organismi:
THE GENESIS AND EVOLUTION OF HOMEOBOX GENE CLUSTERS di Jordi Garcia-Fernàndez
MODULATING HOX GENE FUNCTIONS DURING ANIMAL BODY PATTERNING di Joseph C. Pearson, Derek Lemons and William McGinnis
ARTHROPOD SEGMENTATION: BEYOND THE DROSOPHILA PARADIGM di Andrew D. Peel, Ariel D. Chipman and Michael Akam
THE EVOLUTION OF METAZOAN AXIAL PROPERTIES di Mark Q. Martindale

The Ancestor's Tale. Il Gran Finale: l'Origine della Vita

The Ancestor's Tale. Il Gran Finale: l'Origine della Vita

Sesta ed ultima puntata della recensione estesa dell'ultima opera di Richard Dawkins: tutti gli eucaurioti si stanno dirigendo verso la meta del pellegrinaggio, pronti ad accogliere gli unici predecessori che li separano dall'origine della vita: e' il Regno delle Monere....

Eravamo rimasti a circa 2 miliardi di anni fa, quando si registra il Grande Rendez-vous Storico e la complessa cellula eucariota fa il suo ingresso sulla scena dell'evoluzione. Come gia' ricordato, si tratta del risultato di un processo di endosimbiosi seriale, cioe' di successivi eventi di incorporazione di organismi unicellulari piu' semplici, un tempo dotati di vita indipendente. Al Rendez-vous 38 troviamo gli Archeani, definiti anche Archebatteri: Eucarioti ed Archeani hanno sicuramente un antenato in comune piu' prossimo di quanto si possa dire del secondogruppo di procarioti (cioe' gli Eubatteri).
Alcuni studiosi ne suggeriscono il raggruppamento in un unico clade chiamato Neomura. Gli Archebatteri furono scoperti alla fine degli anni '70 in ambienti estremi come fonti termali, anche caldissime, acque estremamente salate, acide o alcaline. Gli Eucarioti sembrano dunque essersi adattati, da un progenitore estremo, a condizioni pu' "tranquille", avendo nel frattempo incorporato altri procarioti.

Al Rendez-vous 39 gli Eubatteri si uniscono al pellegrinaggio. Il racconto piu' importante e' dedicato a Rhizobium, importante batterio coinvolto nella fissazione dell'azoto atmosferico, e allo stesso tempo dotato di flagello, struttura di movimento che contiene quella che puo' essere considerata come esempio in natura (unico...) di vera e propria ruota!
E' lo spunto ideale per sotterrare una volta per tutte il concetto di Intelligent Design, oggi tanto in voga tra i moderni creazionisti. L'Intelligent Design, architettato per dare dignita' scientifica all'idea di un creatore sovrannaturale, invoca la cosiddetta complessita' irriducibile, ergendo ad esempio proprio la struttura del flagello: Dawkins propone il lavoro di Kenneth Miller sul Sistema di Secrezione di Tipo III (TTSS) e demolisce elegantemente la pretesa irriducibilita' nella complessita' di questa struttura. Il TTSS e' infatti un "quasi flagello" che funziona perfettamente (non per il movimento, ma per iniettare sostanze chimiche in cellule ospiti). I batteri sono la forma di vita piu' antica, maestri nell'intraprendere ogni sorta di diversa viachimica e metabolica, per numerosita' certamente i principali esseri viventi sulla Terra. Un altro racconto e' dedicato a Taq (Thermus aquaticus), un batterio termofilo che vive nelle sorgenti termali, tra i 50 e gli 80°C, famoso per fornire l'enzima DNA polimerasi, usata nella tecnica PCR (Polymerase Chain Reaction), e indicato come appartenente al piu' antico gruppo di batteri, separatosi per primo da tutti gli altri.

Finalmente l'intero gruppo dei pellegrini, formato da tutti gli esseri viventi, giunge alla sua Canterbury: l'origine della vita, o meglio, l'origine dell'ereditarieta'! Dawkins non parla necessariamente di DNA o RNA, bensi' di un replicatore capace di riprodursi in una reazione autocatalitica. Storicamente le teorie sull'origine della vita hanno posto l'accento sul metabolismo e sulla formazione della prima cellula, ma altre, altrettanto importanti, danno priorita' all'autoreplicazione. In questo senso la teoria piu' affascinante e' quella del cosiddetto RNA World, in cui la parte di replicatore e di enzima ancestrale e' interpretata appunto dal solo RNA. Lo sostengono elegantemente la Teoria dell'Iperciclo di Manfred Eigen e gli esperimenti sul virus batteriofago QBeta-RNA condotti da Sol Spiegelman. Sono ormai passati quasi quattro miliardi di anni da quando gli uomini moderni hanno intrapreso il loro viaggio a ritroso nel tempo. Ma dove cercare fisicamente la Canterbury dei pellegrini dell'evoluzione: nel tiepido specchio d'acqua di Darwiniana memoria, altrimenti noto come "brodo primordiale", o nelle fessure
vulcaniche profonde e bollenti dei fondali oceanici? La seconda ipotesi, considerata a lungo come del tutto improbabile, sta oggi guadagnando molti consensi, grazie alle evidenze raccolte negli ultimi anni mediante avanzate tecnologie di esplorazione.

Giunti finalmente alla meta, i pellegrini dell'opera di Chaucer verrebbero ora ricondotti ai luoghi dai quali sono partiti, ma Dawkins avverte che cio' e' impossibile, perche' l'evoluzione non puo' essere ripercorsa una seconda volta portando esattamente agli stessi risultati! Se ripetessimo un "esperimento della vita" per molte, moltissime volte, quali proprieta' di un organismo si ripresenterebbero piu' facilmente? Dovremmo sicuramente considerare fattori astronomici, parametri chimico-fisici ed eventi casuali (tettonica, impatto di asteroidi ecc.). L'evoluzione convergente e' un fatto: varie caratteristiche si sono presentate molte volte. Secondo Simon Conway Morris pressioni selettive simili e vincoli nello sviluppo embrionale porteranno alle stesse soluzioni adattative; secondo Stephen J. Gould la contingenza difficilmente determinera' una ripetizione degli eventi evolutivi gia' riscontrati nel post-Cambriano. Un altro spinoso concetto e' costituito dal progresso nell'evoluzione... Secondo Dawkins, piu' che di progresso, termine che contiene gia' un giudizio di superiorita', si puo' parlare di progressione verso strutture piu' complesse. Si puo' arrivare a parlare di evolvibilita' dell'evoluzione: quando compaiono certe caratteristiche l'evoluzione prende una piega piu' rapida e si aprono nuove strade verso la complessita', come Maynard-Smith e Szathmàry hanno sottolineato nella loro opera The Major Transitions in Evolution. Un esempio su tutti? Il passaggio da RNA a DNA quale replicatore!

Il titolo dell'opera viene spiegato a sole tre pagine dalla fine: The Ancestor's Tale significa Il Racconto dell'Antenato, di un solo antenato.... A chi si riferisce l'autore? Nella copertina dell'edizione americana campeggia un'elegante doppia elica dorata in fase di trascrizione, legata al nome dell'autore: e' lei il nostro antenato piu' antico, e' il DNA.

Puntate gia' pubblicate su Pikaia:

The Ancestor's Tale
(recensione del libro)

The Ancestor's Tale 0-8. Tutti i primati si uniscono al pellegrinaggio

The Ancestor's Tale 8-15. Tutti i mammiferi si uniscono al pellegrinaggio

The Ancestor's Tale 16-24. Tutti i cordati si uniscono al pellegrinaggio


The Ancestor's Tale 25-31. Tutti gli animali si uniscono al pellegrinaggio

The Ancestor's Tale 32-37. Tutti gli eucarioti si uniscono al pellegrinaggio

Paola Nardi

Recensione al libro di Mayr, L’unicita’ della biologia

Ernst Mayr. L’unicita’ della biologia. Sull’autonomia di una disciplina scientifica. Raffaello Cortina Editore, 2005 (pp. xxi + 246)

Ernst Mayr, il grande biologo evoluzionista padre della cosiddetta Sintesi Moderna del darwinismo, ci ha lasciato all'inizio del 2005 all’eta’ di cento anni, non prima pero' di scrivere l'ultimo libro, una specie di testamento scientifico e filosofico, che esce ora tradotto in italiano. E' una raccolta, talvolta riveduta e corretta, di alcuni dei suoi saggi, proposti al lettore per affermare l’unicita’ e dunque la piena autonomia della biologia, una scienza a pieno titolo che divide da oltre cento anni la ribalta scientifica con la fisica e che spesso si e’ ritrovata ad essere subordinata ai paradigmi e alle metodologie di indagine di quest’ultima. Ed e' proprio un biologo e genetista, tuttavia laureato in fisica, come Edoardo Boncinelli ad introdurre in questa edizione italiana le questioni piu' importanti che verranno trattate nell'opera.

La biologia e’ al contempo scienza naturale e scienza storica, e non puo’ in ogni suo aspetto essere dato per scontato il ruolo centrale della matematica: le sue teorie sono spesso costruite su concetti difficilmente esprimibili attraverso vere e proprie leggi, come nel caso delle scienze fisiche. L’estrema complessita’ dei sistemi viventi chiama spesso in causa casualita’ e probabilita’, concetti che diventeranno comunque fondanti anche per la fisica moderna. Mayr ci fa inoltre riflettere sulla fondamentale differenza tra mondo vivente e mondo inanimato: i processi biologici sono sottoposti alla duplice causalita’ delle leggi naturali e del programma genetico. Nei primi quattro capitoli dell'opera Mayr invoca con la forza di precise argomentazioni la costruzione di una vera Filosofia della Biologia, impresa ad oggi ancora largamente insoddisfatta, con un suo pieno statuto epistemologico, e cio' proprio in virtu' della sua unicita’ ed autonomia.

Per secoli la filosofia ha ignorato la biologia, incapace di spiegarla completamente attraverso leggi fisiche e matematiche, e arrendendosi ad approcci vitalistici e teleologici, cioe' invocando vere e proprie forze "occulte". Ci sono volute genetica e biologia molecolare per rendere inutile la ricerca della "forza vitale", e per smontare teorie come l'ortogenesi, cioe' l'evoluzione per cause interne, che sono sopravvissute fino quasi alla meta' del novecento! Secondo Mayr quattro concetti fondamentali nelle scienze fisiche, e cioe' essenzialismo, determinismo, riduzionismo e leggi naturali universali, non sono direttamente applicabili alla biologia. La biologia e' unica per la complessita' dei sistemi, che presentano caratteristiche come capacita' di riprodursi, metabolismo, adattamento, regolazione, crescita e organizzazione gerarchica. E poi c'e' l'evoluzione, che porta con se' concetti come la biopopolazione, cosi' lontana dalle classi e dai tipi platonici, dove ogni individuo e' unico, e dove le proprieta' della popolazione cambiano di generazione in generazione in modo graduale ed incessante.

L'evoluzione e' una scienza storica: all'esperimento (difficilmente praticabile) si sostituisce la narrazione, di cui poi si verifica il valore esplicativo attraverso le evidenze raccolte: cio' vale anche per altre scienze storiche quali geologia e cosmologia. Alla teoria di Darwin e alla maturazione del pensiero darwininiano sono dedicati i successivi quattro capitoli dell'opera: sempre fedele al pilastro concettuale dell’evoluzionismo darwiniano, che egli ama definire “le cinque teorie di Darwin”, mantenendo distinti i cinque punti fondamentali enunciati nella teoria stessa, Mayr spiega come L'origine delle specie abbia rivoluzionato il nostro modo di concepire la natura, dando una spiegazione laica del mondo e consegnandoci una scienza secolarizzata dove non c'e' posto per il divino e il sovrannaturale.

Darwin e' il primo filosofo della biologia, con il suo metodo di indagine basato su osservazione-ipotesi-esperimento-comparazione-narrazione storica. Un intero capitolo e' dedicato alla maturazione del pensiero darwiniano nel tempo, e cioe' che cosa ha significato essere darwinisti in nove periodi temporali diversi, dalla meta' dell'ottocento fino ad oggi. Non mancano infine ulteriori riflessioni sul concetto di specie biologica, centrale nel pensiero scientifico di Mayr: l'autore ritiene necessario ritornare a parlarne, dopo aver speso per esso gran parte del suo quasi ottantennale lavoro, lamentando una certa confusione tuttora presente nella definizione di specie. Ancora una volta Mayr sostiene che non e' sufficiente dare una definizione tipologica (fenotipica o morfologica) di specie, in quanto questa non sarebbe altro che una serie di indicazioni operative per separare taxa specifici; occorre invece dare una definizione biologica di specie, basandosi sul concetto di comunita' riproduttivamente isolata dalle altre, che occupa una nicchia specifica in natura. Non piu' risalto alle differenze morfologiche, quindi, ma alle interazioni di tipo genetico.

Dopo aver speso un capitolo chiedendosi se esistono davvero le rivoluzioni scientifiche cosi' come le defini' nei primi anni '60 il fisico e filosofo Thomas Kuhn, Mayr dedica gli ultimi due capitoli dell'opera all'origine dell'uomo e all’eterna ricerca umana della vita nell’universo: quest'ultimo argomento offre lo spunto per polemizzare argutamente con i "nemici" fisici, in veste di Setiani (cioe' i sostenitori del famoso progetto di ricerca della vita intelligente extraterrestre SETI, lanciato nei primi anni '70 e sostenuto tra gli altri dal popolarissimo astrofisico Carl Sagan) i quali, secondo Mayr, avrebbero moltiplicato tra loro troppe improbabilita' per poter sperare di approdare a qualcosa di concreto.

Con questa ultima testimonianza Mayr ci regala dunque una serie di concetti e problemi fondamentali sui quali riflettere: buona lettura a tutti!

Paola Nardi

Ne abbiamo parlato…….
http://darwininitalia.blogspot.com/2005/10/imminente-la-pubblicazione-dellultimo.html

http://darwininitalia.blogspot.com/2005/10/ernst-mayr-genetics-and-speciation.html

http://darwininitalia.blogspot.com/2005/05/due-news-su-enst-mayr.html

http://darwininitalia.blogspot.com/2005/04/colloquium-di-pnas-fine-aprile.html

http://darwininitalia.blogspot.com/2005/11/telmo-pievani-e-levoluzione-contributi.html

L’evoluzione delle forme viventi nel pensiero dei bambini

L’evoluzione delle forme viventi nel pensiero dei bambini

Marcello Sala, educatore e formatore, che già conoscete per averlo ospitato su Pikaia più di una volta (Frankenstein, evoluzione e scuola) ci invia un bel articolo denso di riflessioni che volentieri pubblichiamo:
L’evoluzione delle forme viventi nel pensiero dei bambini
Il testo ci racconta dal vivo il modo di pensare dei bambini sull’evoluzione partendo da una lunga premessa sul conflitto tra scienza e fede passando per Galileo, Newton e Leibniz. Leggetelo su Pikaia nella sezione Approfondimenti.

Tuesday, December 06, 2005

L’Opinione dei cittadini sull’origine della specie umana

L’opinione dei cittadini sull’origine della specie umana

La Demos & P-Demetra per conto dell' Osservatorio sul Nord Est ha svolto un sondaggio tra la popolazione del Nord-Est (Veneto eFriuli Venezia Giulia), realizzato alla fine di settembre, per valutare l’opinione dei cittadini sull’origine della specie umana (1000 intervistati telefonicamente).
La domanda era questa:
Quale delle seguenti affermazioni si avvicina maggiormente alla sua opinione sull’origine e
l’evoluzione degli esseri umani?
1. Gli uomini si sono sviluppati in milioni di anni, a partire da forme meno avanzate, ma Dio ha guidato questo processo
2. Gli uomini si sono sviluppati in milioni di anni, a partire da forme meno avanzate, ma Dio non ha influito su questo processo
3. Dio ha creato gli esseri umani così come sono adesso
4. Non sa / non risponde: 9.4%
Alla prima domanda hanno risposto il 43% degli intervistati, alla seconda il 32% e alla terza il 15%. Ogni sondaggio ha i suoi limiti e va valutato con attenzione. Cosa avrebbe risposto l’intervistato se l’ordine delle risposte suggerite fosse stato ribaltato? E se la risposta fosse stata lasciata completamente all’intervistato, senza suggerimenti? E se l’intervista fosse stata fatta in un altro periodo diverso dalla fine di settembre? A che ora sono state eseguite le interviste? Domande in liberta’ che mi sarei fatto per capire meglio le risposte. A voi lettori lascio commentare il risultato.
Considerazioni e commenti sono riportati sul committente Il Gazzettino online del 29 novembre.

Vita dura per la Psicologia Evoluzionistica!

Vita dura per la Psicologia Evoluzionistica!

Gli editori di ScienceWeek sferrano un duro attacco alle basi scientifiche della Psicologia Evoluzionistica!
Evolutionary Psychology: Science or Pseudoscience?

Sunday, December 04, 2005

Il Cardinale Ruini e la teoria dell'evoluzione

Il Cardinale Ruini e la teoria dell'evoluzione

Il punto più “alto” (almeno finora), forse solo il più recente e aggiornato, della posizione Vaticana sulla teoria dell'evoluzione è leggibile nella prolusione del Cardinale Ruini al VII Forum del progetto culturale su Cattolicesimo italiano e futuro del Paese (venerdì, 2 dicembre 2005).
Andate al paragrafo 7, capitolo 2:
Al riguardo una questione sulla quale vorrei fermarmi brevemente è quella dell’evoluzione…....
Su Zenit è riportato il testo completo…..meditate gente…meditate!

Volpi argentate mansuete ed espressione genica

Volpi argentate mansuete ed espressione genica

Sono bastate 40 generazioni di selezione artificiale per modificare il comportamento delle volpi allevate....

Elena Jazin dell'Universita' di Uppsala, Svezia, e i suoi collaboratori hanno confrontato due gruppi di volpi (Vulpes vulpes) allevate della varieta' argentata: un gruppo e' stato selezionato nel tempo per avere un comportamento non aggressivo nei confronti dell'uomo, mentre l'altro, pur allevato, non e' stato sottoposto a particolare selezione. Lo studio, recentemente apparso su Current Biology , descrive in dettaglio le modificazioni morfologiche, fisiologiche e neurochimiche che tale selezione ha determinato, simili a quelle osservate in altri animali domestici. In particolare, e' stata studiata l'attivita' di migliaia di geni che trovano espressione nel cervello sia nei due gruppi di volpi allevate che in volpi selvatiche. L'obiettivo era di dimostrare che la modificazione dell'attivita' di geni che hanno espressione nel cervello puo' costituire un importante meccanismo di cambiamento comportamentale nel corso della selezione artificiale rappresentata dalla domesticazione.

I risultati, confermando questa ipotesi, hanno mostrato significative differenze, anche se non drammatiche, nell'attivita' dei geni studiati per i due gruppi addomesticati, selezionati per mansuetudine e non, ma ancora piu' importante e' stato riscontrare che esiste una differenza ben maggiore tra l'attivita' dei geni del gruppo selvatico rispetto ai due gruppi addomesticati. Secondo gli autori cio' dipende dal fatto che nei due gruppi allevati le differenze genetiche rispecchierebbero soltanto il diverso comportamento rispetto all'aggressivita', mentre il gruppo selvatico, essendo sottoposto a condizioni ambientali completamente diverse, mostrerebbe variazioni di espressione dei geni che controllano le attivita' cerebrali per diversi altri pattern di comportamento.

Paola Nardi

L’evoluzione dei primi animali

Evoluzione dei primi animali

L’ultimo fascicolo di Le Scienze di dicembre, n. 448 riporta l’articolo di D.J. Bottjer dal titolo:
L’evoluzione dei primi animali.
Il tema è affascinante e riguarda l’evoluzione dei primi organismi pluricellulari a cavallo della fauna del Cambriano. Questo antichissimo periodo geologico è stato protagonista di una esplosione di vita animale mai più riscontrata successivamente. Pochi milioni di anni produssero, così sembra, i piani strutturali delle principali categorie animali tuttora diffuse nel mondo vivente. Comparvero organismi a struttura radiale, a struttura bilaterale, ecc…..
La vita produsse gia’ allora tutte le combinazioni di struttura possibili. Una di queste, la struttura bilaterale, è oggetto dell’articolo che anticipa di una manciata di milioni di anni l’emergere di tale piano strutturale (già presente nel Cambriano) a causa della scoperta fatta in Cina e che gli autori descrivono nel testo. Essi infine sostengono che la complessità dei primi animali bilaterali sarebbe nata prima dell’aumento delle dimensioni corporee.
La notizia è stata pubblicata da Science nel 2004 con alcuni commenti successivi, compreso Pharyngula .
Leggete l’annuncio della scoperta fatto dalla University of Southern California dove Bottjer lavora.
Sull’evoluzione dei primi animali la letteratura è sterminata. Segnalo la pubblicazione di Sean Carroll del 1999:
Andrew H. Knoll and Sean B. Carroll. Paleobiology

Quark n. 59. Etologia e genetica per voi

Eccoci al consueto appuntamento con la rivista QUARK. Danilo Mainardi nel n. 59 ci guida alla comprensione delle cure parentali mettendo a confronto animali e uomo.
Il titolo dell’articolo è:
Cuore di mamma. Per gli animali le regole della cura dei piccoli sono scritte nel Dna. Ma non per l’uomo, che le trasmette con la cultura. E per questo, ogni tanto, sbaglia
Nello stesso fascicolo n. 59 di Quark potete leggere integralmente anche questo articolo di Francesca Capelli: Tutti uguali, garantito al 99,9%. E, soprattutto, adesso sappiamo dove andare a cercare quelle piccole, differenze che ci rendono unici, ma che possono essere anche all’origine di malattie o del rischio di contrarle.
I testi completi sono presenti su Pikaia.

Friday, December 02, 2005

Darwin & Evolution

Speciale Darwin & Evolution

Natural History magazine, prestigiosa rivista dell’American Museum of Natural History dedica il fascicolo di novembre allo speciale Darwin & Evolution contenente dieci articoli
Segnalo, dal sommario, questi articoli
The Illusion of Design. RICHARD DAWKINS (testo completo sul sito)
Sezione The Historical Darwin
The Miraculous Season. Tramping in the fields and tinkering in the greenhouse, Darwin created a revolution in botany. DAVID KOHN
Bee Lines and Worm Burrows. Growing up as Darwin’s little helpers. SHEILA ANN DEAN
Darwin’s Shrink. A noted historian, psychiatrist Ralph Kolp Jr., probes the naturalist’s inner life. RICHARD MILNER (testo completo sul sito)
Good Breeding. Darwin doubted his own family’s “fitness.” JAMES MOORE
Sezione Darwinism Today
Evolution in Action. Finches, monkeyflowers, sockeye salmon, and bacteria are changing before our eyes. JONATHAN WEINER (testo parzialmente completo sul sito)
The Fossils Say Yes. The discovery of transitional forms has filled in some of the most talked-about gaps in the fossil record. DONALD R. PROTHERO
The Origins of Form. Ancient genes, recycled and repurposed, control embryonic development in organisms of striking diversity. SEAN B. CARROLL (testo completo sul sito)
On Darwin’s Shoulders. Computers and molecular techniques are ushering evolutionary biology into a new era. DOUGLAS J. FUTUYMA
UP FRONT: The New Darwinism
UNIVERSE: The Perimeter of Ignorance. A boundary where scientists face a choice: invoke a deity or continue the quest for knowledge. NEIL deGRASSE TYSON ((testo parzialmente completo sul sito)
OUT THERE: The Galaxies They Are A-Changin’. The cosmos evolves, just like life on Earth. CHARLES LIU
ENDPAPER: Patterns. NILES ELDREDGE

L' Archaeopteryx aveva zampe da dinosauro

L'Archaeopteryx aveva zampe da dinosauro

Una ulteriore prova schiacciante a favore dell'ipotesi di discendenza degli uccelli da dinosauri teropodi e' contenuta in un articolo di Science di oggi 2 dicembre.

G. Mayr e D.S Peters del Forschungsinstitut Senckenberg di Francoforte, Germania, con il loro collega americano B. Pohl del Wyoming Dinosaur Center di Thermopolis, Wyoming hanno fatto un'interessante scoperta studiando il decimo reperto di Archaeopteryx (definito Thermopolis Specimen) rinvenuto nella celeberrima formazione di pietra calcarea litografica di Solnhofen, in Baviera, e recentemente acquistato dal centro statunitense da un collezionista privato. Il fossile inserito in una lastra di calcare, uno scheletro completo con impressione sul substrato delle piume di ali e coda, risulta perfettamente conservato: indubbiamente il miglior reperto della serie rinvenuta a partire dal 1861.


Cio' ha permesso di indagare in dettaglio la struttura delle zampe e del cranio, mettendo ancora una volta in evidenza la straordinaria somiglianza con i Deinonicosauri, come il Velociraptor.
In particolare questo Archaeopteryx, della dimensione di una gazza, aveva la possibilita' di iper-estendere il secondo dito, dotato di un grosso artiglio, proprio come i teropodi. Inoltre, contrariamente agli uccelli moderni, il primo dito dell'Archaeopteryx puntava verso l'interno, come il pollice umano, e quindi l'animale non aveva la possibilita' di stare appollaiato. Dettagli come questo spiegano che Archaeopteryx, vissuto circa 150 milioni di anni fa, era comunque ancora molto simile ai "cugini" teropodi.

Sebbene da tempo Archaeopteryx sia riconosciuto come una forma transizionale tra rettili e uccelli, e che venga considerato come il primo uccello, le ultime scoperte mostrano una maggiore somiglianza con i suoi antenati dinosauri rispetto a quella con gli uccelli moderni: queste evidenze sembrano dunque rafforzare il legame filogenetico tra i due gruppi. Se si vuole quindi definire il gruppo Aves come clade che include Archaeopteryx
e gli uccelli moderni, allora si deve prendere in considerazione l'inclusione di Deinonicosauri, alcuni dei quali hanno poi sviluppato caratteristiche aviarie come ali piumate.

Paola Nardi

Thursday, December 01, 2005

Insegnare La Selezione Naturale e la Variazione

Insegnare La Selezione Naturale e la Variazione

The American Biology Teacher e’ una rivista che sicuramente molti insegnanti conoscono. Spesso pubblica articoli che possono adattarsi facilmente ai nostri standard educativi come questo articolo molto interessante che riguarda un esperimento che molte classi possono eseguire adattandolo alle proprie risorse disponibili. L’articolo è il seguente:
Natural Selection & Variation di Daniel R. Ardia, pp. 468–473. The American Biology Teacher , vol. 67, n. 8, Ottobre 2005. L’articolo presenta un esperimento di misura della variazione del colore del piumaggio degli uccelli e del loro becco (variazione intraspecifica) e spinge gli sperimentatori a fare previsioni sul valore di tali caratteri in relazione al successo riproduttivo.
Le modalità di esecuzione dell’esperimento sono riportate nel sito della Cornell Science Inquiry Partnerships (CSIP)

Electronic Scholarly Publishing project

L’ Electronic Scholarly Publishing project dal lontano 1995 pubblica integralmente le maggiori opere degli studiosi di Genetica e Storia della Scienza. Potete trovare opere di Wallace, Darwin, Muller, Morgan, Mendel, Hardy, De Vries, Bateson e tanti altri. Scegliete il volume da consultare e sfogliate il sommario alla ricerca dell’argomento preferito. I files sono in PDF o Html: buona lettura

Bibliografia sull'evoluzione

Il prof. Bryan Clarke dell’Università di Nottingham gestisce e aggiorna periodicamente una vasta bibliografia sull’evoluzione. Ad oggi ha archiviato oltre 12.000 referenze che potete scaricare dal suo sito nel formato voluto! Si spazia dalla Selezione Naturale alla Speciazione, dalla Genetica Molecolare alla Teoria Neutrale. Un immenso bacino cui attingere per tenersi aggiornati su tali argomenti.

Tuesday, November 29, 2005

Micromega continua il dibattito su Darwin, scuola, ID.....

Micromega continua il dibattito su Darwin, scuola, ID.....

L'imminente nuovo numero (7/2005) riporta un altro atto del dibattito Darwin/Moratti dal titolo chi ha paura di Charles Darwin? di Telmo Pievani (Darwin, Moratti e il gioco delle tre tavolette). Lo stesso Pievani dialoga poi con padre George V. Coyne: A Dio e/o a Darwin.

Origine del sonno

Origine del sonno

Commento dell’articolo di J. Lee Kavanau, Is sleep’s ‘supreme mystery’ unraveling? An evolutionary analysis of sleep encounters no mystery; nor does life’s earliest sleep, recently discovered in jellyfish. Medical Hypothesis, vol. 66, n. 1, pp. 3-9, 2006.
L’articolo fulltext e’ disponibile (complimentary) presso il sito web della rivista.

Nell'editoriale "Is sleep "supreme mistery" unraveling?", presente sulla rivista Medical Hypotheses, l'autore cerca di avanzare una sua ipotesi sull'origine del sonno. Lee Kavanau, del Dipartimento di ecologia e biologia evolutiva dell'Università di California a Los Angeles, aggiunge anche la sua (intrigante) idea sul perché molti animali devono "staccare" a una certa ora per affrontare il giorno dopo i pericoli della vita. Kavanau parte dalla scoperta, per certi versi sorprendente, che anche alcune meduse dormono.

La specie meglio studiata, la vespa di mare (Chironex fleckeri) è stata infatti sorpresa a riposare sul fondo del mare dopo essere stata seguita a lungo nel suo peregrinare alla ricerca di prede. La caratteristica fondamentale di queste meduse, a differenza di altri Celenterati, è quella di essere cacciatori attivi e, soprattutto, di avere non meno di 24 "occhi" (di varia complessità) che la aiutano a inseguire le prede.

Partendo dalla scoperta, Kavanau ritiene che proprio il sovraccarico sensorio, derivante dalla presenza di occhi e anche degli innumerevoli stimoli dell'inseguimento e dalla caccia alle prede, abbia reso necessario sospendere per un certo periodo di tempo l'attività e quindi "dormire". Il sonno (magari insieme al sogno, nato parecchio tempo dopo) sarebbe quindi un metodo per, almeno nelle meduse, non sovraccaricare il sistema nervoso di stimoli spesso non necessari, e ricaricare il "cervello" per permettergli di affrontare la giornata di caccia successiva.

Marco Ferrari

Selezione sessuale: competizione maschile e scelta femminile

Selezione sessuale: competizione maschile e scelta femminile

Una prospettiva storicaCommento all’articolo di Bob B. M. Wong and Ulrika Candolin. How is female mate choice affected by male competition? Biological Reviews (2005), 80: 559-571

Molte specie animali presentano uno spiccato dimorfismo sessuale, un fenomeno per cui gli individui di un sesso, di solito i maschi, sviluppano caratteristiche particolarmente appariscenti. Lo stravagante piumaggio di molti uccelli, o le corna smisurate di alci e daini, ne sono un esempioDarwin intuì che tali caratteristiche sfuggivano alla logica utilitaristica della selezione naturale, perché non garantivano maggiori capacità di sopravvivenza, ma al contrario si rivelavano molto costose per gli organismi che le sviluppavano, esponendo gli individui che le portavano a maggiori rischi e dunque penalizzandoli nella lotta per la sopravvivenza.

Come spiegare questo fenomeno?. Egli propose che fosse la selezione sessuale a promuovere l’evoluzione di questi tratti, ovvero la lotta tra i membri di un sesso, per la conquista dell’altro sesso. Darwin chiarì inoltre che tale processo selettivo poteva realizzarsi mediante due modalità: attraverso la lotta tra individui dello stesso sesso, definita selezione intrasessuale oppure attraverso una competizione indiretta dove sono le femmine a scegliere il partner. Questa seconda modalità, chiamata selezione intersessuale, forniva alle femmine il ruolo centrale di agenti di selezione, idea inaccettabile per la cultura maschilista dell’Inghilterra vittoriana.La teoria della selezione sessuale rimase perciò nell’ombra e venne riscoperta solo negli anni settanta del novecento. Da allora molti studi sono stati dedicati a questo importante tema, con particolare attenzione al fenomeno della selezione sessuale interspecifica.

A parere di Wong e Candolin, a dispetto dei numerosi studi dedicati alla competizione maschile e alla scelta del partner sessuale da parte delle femmine, l’interazione fra queste due dimensioni resta di difficile comprensione. Nonostante la letteratura inerente la selezione sessuale sia ricca di studi dedicati a queste tematiche, pochi si concentrano sulla forte influenza della competizione maschile sulla scelta femminile.Alla luce dei più recenti progressi teoretici ed empirici, gli autori ipotizzano che la scelta femminile sia influenzata in particolare dalla cosiddetta competizione spermatica, intesa come la lotta a cui danno luogo i maschi cercando di inseminare il maggior numero di femmine possibile. Gli effetti di questa competizione influenzeranno le femmine, le quali ad ogni accoppiamento cercheranno di scegliere il partner genetico migliore. Dunque i diversi benefici saranno fortemente correlati alle abilità competitive del maschio.

Secondo gli autori la scarsità di studi che approfondiscano questo tema è conseguenza della mancanza di una prospettiva di tipo storico nell’ambito degli studi sulla selezione sessuale, che tenga conto del contesto nel quale tali meccanismi selettivi hanno luogo.Alla luce di queste considerazioni essi propongono un modello nel quale individuano tre stadi principali nei quali la competizione maschile può influire sul processo di scelta.

Per maggiori approfondimenti

Malefemalereprostrategies

Birkhead Tim. Promiscuità, Una storia evoluzionistica della competizione spermatica e del conflitto sessuale. Garzanti

Daniela Suman

Monday, November 28, 2005

Mitocondri ed invecchiamento: le proteine disaccoppianti (UCPs) in prospettiva evolutiva

Mitocondri ed invecchiamento: le proteine disaccoppianti (UCPs) in prospettiva evolutiva

Come e' spiegabile la grande variabilita' della velocita' di invecchiamento e quindi della longevita' nei vari gruppi di organismi viventi? Come spiegare inoltre l'indubbia variabilita' intraspecifica?

Compare sul numero di dicembre di The American Naturalist un articolo firmato dal gruppo del biologo molecolare Daniel Ricquier, del CNR francese, che analizza le conoscenze accumulate negli ultimi dieci anni sull'evoluzione e sul ruolo delle proteine UCPs nel guidare le condizioni di invecchiamento in vari gruppi tassonomici e nella variabilita' intraspecifica. La funzione e l'espressione delle UCPs e' stata esplorata attraverso studi sperimentali e comparativi: questi costituiscono un'opportunita' importante di stabilire un legame tra biologia molecolare e biologia evolutiva.

E' ormai accettato che uno dei principali meccanismi di invecchiamento cellulare e, di conseguenza, degli organismi sia determinato dal danno indotto dal cosiddetto stress ossidativo. Esso deriva dalla produzione di specie dell'ossigeno altamente reattive (ROS) che accompagna la produzione di energia (sotto forma di ATP) nei mitocondri. La produzione di ROS e' inevitabile, e la sua quantita' dipende da vari fattori, tra cui la velocita' metabolica dell'organismo e l'efficienza di funzionamento dei mitocondri. Il danno indotto, che causa l'invecchiamento di un organismo, si esplica a vari livelli: sul DNA, sulle proteine, sui lipidi ed anche sulla regolazione genica.
Gli organismi contrastano gli effetti dei ROS in tre modi: sfruttando opportune molecole antiossidanti (come ad esempio enzimi e vitamine), mettendo in atto meccanismi di riparazione cellulare e minimizzando la quantita' di ROS prodotta. Il lavoro di Ricquier, si e' focalizzato su quest'ultimo aspetto, finora poco studiato, indagando in particolare sul ruolo delle UCPs, le proteine disaccoppianti dei mitocondri, essendo egli impegnato personalmente in questo tipo di ricerca.

Le UCPs costituiscono una famiglia di proteine impegnate nei mitocondri come trasportatori della membrana interna, e sono implicate nella regolazione della produzione di ROS. La prima proteina della famiglia ad essere scoperta, gia' nel 1984, fu UCP1, contenuta unicamente nel grasso bruno e coinvolta nella termogenesi, un processo alternativo di respirazione mitocondriale che determina la produzione di calore in alternativa alla produzione di ATP. Da allora alla famiglia si sono aggiunte UCP2, ubiquitaria, ed UCP3, principalmente espressa nei muscoli scheletrici: queste due sembrano particolarmente coinvolte nel contenimento della produzione cellulare di radicali liberi. Le UCPs sono state via via trovate in numerosi organismi, dai vegetali, ai funghi, ai protozoi, dagli invertebrati ai vertebrati, sia ectotermi che endotermi: cio' e' segno di una loro rapida comparsa nell'evoluzione degli eucarioti. La loro funzione appare molteplice, ma sempre legata al controllo nella produzione di ROS nei mitocondri, con un ruolo quindi determinante nell'insorgenza di patologie legate all'eta'.

In animali modello, quale ad esempio il ratto, si e' accertato che la senescenza, cioe' il declino nel tempo delle prestazioni legate al mantenimento somatico e alla riproduzione, dipende sia dal rogressivo aumento della produzione di ROS nei mitocondri, sia alla contemporanea diminuzione
dell'espressione delle UCPs. La conoscenza dei meccanismi che regolano questi due fattori potrebbe portare ad una maggiore comprensione circa la specificita' dell'attesa di vita in una specie e la variabilita' di questa all'interno della specie stessa. Lo studio delle UCPs, ad esempio, ha permesso di smentire l'ipotesi secondo cui gli organismi dotati di metabolismo elevato (sostenuto da un'alta produzione energetica) dovessero necessariamente andare incontro piu' rapidamente ai danni da stress ossidativo. Negli uccelli e' stata riscontrata infatti un'omologa UCP "aviaria", simile ad UCP2 e UCP3 dei mammiferi, che li protegge dai radicali liberi ssicurando loro una maggiore longevita' rispetto ai mammiferi di dimensioni simili.

L'UCP aviaria sarebbe inoltre coinvolta nel funzionamento del sistema immunitario e nell'espressione dei segnali sessuali, quali aspetto e colore del iumaggio e del becco. Per cio' che riguarda il sistema immunitario, alcuni studi sui topi dimostrano che una maggiore produzione di ROS da parte dei macrofagi impeganti nel rispondere ad un processo infettivo e' alla base del successo della risposta immunitaria: le specie reattive dell'ossigeno sarebbero in questo caso un'arma contro gli agenti patogeni. In prospettiva evolutiva, si specula che le UCPs abbiano adattato uno schema di espressione ottimale, tale da massimizzare il rapporto benefici/costi nella produzione di ROS da parte dei mitocondri delle cellule impegnate nella risposta immunitaria, ome macrofagi e linfociti B e T. Per quanto riguarda invece l'espressione dei tratti sessuali negli uccelli, si sa che questi sono particolarmente legati alla disponibilita' nelle cellule di pelle, piume e becco dei carotenoidi, composti organici dal tipico colore giallo, arancione o rosso, determinato dalla presenza nella struttura molecolare di doppi legami alternati. I carotenoidi hanno anche un'importante funzione nel processo immunitario, e quindi la scelta sessuale del maschio piu' colorato comporta allo stesso tempo la scelta del maschio piu' sano, perche' piu' pronto a rispondere alle infezioni. I carotenoidi fungono inoltre da anti-ossidanti, percio' vengonoconsumati in caso di grande produzione di ROS: appare dunque ragionevole pensare che e UCPs rivestano anche in questo caso un ruolo importante, permettendo una maggiore isponibilita' dei carotenoidi per le funzioni immunitarie e di segnale sessuale, dirottandoli dalla oro funzione di anti-ossidanti.

Paola Nardi

Ecco il Dallasaurus, anello mancante dei Mosasauri

Ecco il Dallasaurus, anello mancante dei Mosasauri

La storia di questa scoperta inizia sedici anni fa, quando il cacciatore dilettante di fossili Van Turner dissotterro' una piccola vertebra vicino a Dallas, Texas......

Da allora si sono susseguiti ricerche e studi da parte dei paleontologi del Dallas Museum of Natural History, fino al recentissimo annuncio da parte di Michael Polcyn and Gordon Bell Jr. della scoperta e classificazione del Dallasaurus turneri, antico rettile del Cretaceo, ormai estinto, che decise di diventare completamente acquatico: i dettagli scientifici sono riportati in un
articolo
del Netherlands Journal of Geosciences.

I mosasauri stanno oggi riscuotendo un notevole successo nell'ambiente dei paleontologi americani, quasi superiore a quello dei dinosauri. Questo gruppo di rettili del mesozoico discende dalle lucertole del Triassico e del Giurassico: solo nel tardo Cretaceo i mosasauri si spostarono negli oceani, diventando grandi (fino a quindici metri in lunghezza) e tra i piu' aggressivi predatori. Un gruppo di lucertole terrestri, quindi, sviluppo' la capacita' di vivere in ambiente marino proprio mentre, nel Cretaceo, il livello degli oceani comincio' a salire, sommergendo gran parte delle terre occupate da essi: nei successivi 30 milioni di anni i mosasauri si diversificarono in tre gruppi principali, fino a dominare l'ambiente acquatico.
Uno dei tre gruppi era dotato di arti adatti allo spostamento terrestre, ma finora era cosiderato un gruppo ancestrale separato dai veri e propri mosasauri. Il loro dominio ebbe comunque fine con l'estinzione alla fine del Mesozoico, accomunati nel destino fatale che segno' i dinosauri.

Dai ritrovamenti fossili si evince che il Dallasaurus viveva circa 90 milioni di anni fa nei bassi fondali che una volta sommergevano parte del Texas: la sua lunghezza era di circa un metro, e nonostante la sua predilezione per l'ambiente acquatico, era dotato di arti completi, adatti allo spostamento sulla terra. Gli autori sono convinti di aver trovato l'anello mancante tra i rettili terrestri e i mosasauri, rettili che passarono dall'ambiente terrestre a quello acquatico, evolvendo i propri arti in pinne: Dallasaurus rappresenterebbe il primo mosasauro rirovato in Nord America che ritenesse ancora i quattro arti, e rappresenterebbe il momento evolutivo di passaggio dalla terra all'oceano. Fino a questa scoperta erano note soltanto pochissime forme primitive di mosasauro con arti adatti allo spostamento terrestre, ritrovate in Medio Oriente e nell'Adriatico orientale.
Va infatti precisato che il ritrovamento di specie marine fossili, specialmente se vissute in bassi fondali, e' particolarmente difficile, a causa delle non ideali condizioni di fossilizzazione e conservazione.

Sul sito della MSU (Southern Methodist University), e' possibile ammirare la ricostruzione, sia come modello materiale sia in computer graphics del Dallasaurus, alla quale hanno lavorato Polcyn e i suoi collaboratori: modello e animazioni saranno presto esibiti al Museo di Storia Naturale di Dallas, dove peraltro e' esposto un esemplare fossile ben conservato di mosasauro.

Paola Nardi

Saturday, November 26, 2005

ARE YOU UNIFORMITARIAN, MR DARWIN?

ARE YOU UNIFORMITARIAN, MR DARWIN?

Un piccolo pezzo di storia affrontato dal nostro Guido Chiesura, traduttore delle opere geologiche di Darwin che sono state segnalate su Pikaia. Questo è il primo articolo che appare sul portale, scritto di pugno dall’autore. Un avvenimento per Pikaia!!!!!!!
A partire da oggi, il contributo potrà essere citato nel seguente modo:
Guido Chiesura (2005). ARE YOU UNIFORMITARIAN, MR DARWIN? Pikaia, il portale dell’evoluzionismo, sezione Geologia, pp. 1-13. Visitato il ……….. Sito web http://www.eversincedarwin.org/darw/appro.asp?idnotizia=589
Di cosa si tratta?
Chiesura trae spunto dalla recensione apparsa sulla rivista Darwin (anno I, n° 3, sett-ott. 2004, p. 69. L’Antologia (Charles Darwin, Opere geologiche) pubblicata da Hevelius, Benevento, marzo 2004) per difendere l’originalita’ del pensiero geologico di Darwin senza trascurare l’influsso di Lyell. Un altro pregio del testo è l’approfondimento del concetto geologico di Uniformitarianismo oggi più conosciuto come Attualismo.

Thursday, November 24, 2005

Telmo Pievani e l'evoluzione. Contributi

Telmo Pievani e l'evoluzione. Contributi

Telmo Pievani, il nostro direttore, ha recentemente pubblicato questi brevi articoli sull’evoluzione che volentieri segnaliamo: La coscienza di Darwin, pubblicato su fascicolo di ottobre 2005 della rivista SissaNews, anno 4, n. 4, pp. 12-13. Scaricate il file PDF e andate a pagina 12

Il sito web della Treccani ha invece inaugurato una sezione speciale dedicata all’evoluzionismo che oggi contiene gia’ 5 saggi tra i quali potete trovare il contributo di Telmo Pievani: Darwinismo e creazionismo, il confronto impossibile
Non meno interessanti soono questi altri che vi invito a leggere:
La ricerca biologica nel quadro dell'Evoluzione di Stefano Mariani
Mayr e la biologia evoluzionistica di Giorgio Narducci
Il Darwin Day di Alessandra Magistrelli
Insegnare scienze alle medie di Eleonora Fioravanti

…continuiamo con Pievani: Molti modi di essere darwiniani

Dal sito Nuovoprogetto segnaliamo i testi provenienti da Micromega:
L’Italia che non prende sul serio Darwin (Micromega #4 2005)
L’affare Darwin/Moratti (Micromega #6 2005)

La rivista Prometeus ospita il saggio: Continuità ed evoluzione della teoria dell'evoluzione. I molteplici volti del darwinismo

Il CESPE dedica il fascicolo di aprile/maggio 2005 al tema: Materiali per una biopolitica laica. Nel fascicolo potete leggere il contributo di Telmo Pievani a pag. 14: L’evoluzione, una teoria scomoda

ResCogitans

ResCogitans

E’ nato un nuovo sito web dedicato alla filosofia ma non solo! ResCogitans. Si presenta al pubblico con una grafica sobria ed elegante, facile da sfogliare e gia’ contenente numerosi saggi e documenti. Vi invito pertanto a leggere la breve introduzione del sito che traccia gli obiettivi e gli scopi degli autori cui naturalmente auguriamo un grande successo ….e, anche se in anticipo, un felice 2006!!!!!!!!
Vi chiederete perché abbiamo segnalato un sito che non si occupa di evoluzione…. Ebbene dovete ricredervi. Simona Morini, che fa parte del gruppo editoriale, ha scritto un articolo sulle vicende tragicomiche che avvengono negli USA e in particolare nel Kansas, su un tema che tutti conosciamo bene….leggete….leggete:
La scienza, secondo lo Stato del Kansas

Sunday, November 20, 2005

Simmetria e Asimmetria

European Review, si occupa, nel supplemento n. 2 di ottobre (vol. 13), di un tema caro alla biologia: Symmetry and Asymmetry.

Riporto l’introduzione di JÜRGEN MITTELSTRASS:
These papers resulted from the first workshop in a series exploring concepts that are of central importance to all of the sciences. The series will bring together the perspectives of natural and social sciences and the humanities in intimate, cross-disciplinary dialogue. The intention is to improve our understanding of the concepts discussed by emphasizing their different uses in the many different disciplines, while at the same time focusing on shared concerns and structural commonalities. And this is the peculiarity of the concepts to be examined here – they do not get defined in just one discipline, so that they only form part of the basic concepts of that discipline, as distinguished from the basic concepts of other disciplines. Rather, their unique character derives from the fact that they have different uses in different disciplines, and all of them in the foundations of the respective sciences. The concepts of natural law, causality, of complexity and truth, scientific truth, are of this kind, and so is the concept of symmetry, with which we will start this series.
As we all know, this concept has many different (scientific) meanings, while the basic meaning remains stable. In geometry, for instance, mirroring, rotation and periodicity prove to be symmetry-properties, that is, self-copies (automorphisms) of spaces, which leave the structure of figures and bodies unchanged (invariant). In natural philosophy, symmetry is the property of natural objects to remain invariant under certain operations, namely symmetry-operations. In logic, a two-place relation R is symmetric on a set S, if for any two elements x and y from that set, the following is the case: if the relation R holds between x and y, then it also holds between y and x.
……………….e vi invito a procurarvi il fascicolo che contiene i seguenti titoli:
Reflections on the concept of symmetry
KUNO LORENZ
Mirror symmetry and fundamental interactions
OSCAR NAVILIAT-CUNCIC
Symmetry and complexity in dynamical systems
KLAUS MAINZER
On the physical origin of the homochirality of life
DAVID B. CLINE
Symmetry in chemistry
MAGDOLNA HARGITTAI ISTVÁN HARGITTAI
Asymmetry at the molecular level in biology
LOUISE N. JOHNSON
Development of the asymmetric human
LEWIS WOLPERT
How asymmetry in animals starts
ONUR GÜNTÜRKÜN
Symmetry and asymmetry in the human brain
KENNETH HUGDAHL
Asymmetry in the fossil record
LOREN E. BABCOCK
Symmetry in social exchange and health
JOHANNES SIEGRIST
Symmetry and asymmetry in aesthetics and the arts
I. C. McMANUS

Geni Homeobox ed Evoluzione negli animali bilaterali

Geni Homeobox ed Evoluzione negli animali bilaterali

Cosa e' accaduto durante l'Evoluzione alla super-famiglia dei geni Homeobox, implicati nella variabilita' morfologica e fisiologica degli organismi?

Un interessante articolo dei due ricercatori J. Nam e M. Nei, della Pennsylvania State
University, appare in questi giorni su Molecular Biology and Evolution (Mol. Biol. Evol. 22(12) 2386-2394 (2005)). I geni Homeobox, scoperti nei primi anni '80 in Drosophila melanogaster, regolano vari aspetti della morfogenesi degli organismi pluricellulari, sia animali che vegetali. Si tratta di una super-famiglia comprendente piu' di 49 differenti famiglie, ognuna delle quali e' costituita da un certo numero di geni che regolano un particolare aspetto dello sviluppo. In particolare, sono molto noti i geni della famiglia HOX, i quali giocano un ruolo importante nelle fasi di sviluppo del piano corporeo durante l'embriogenesi degli animali. I caratteri fenotipici comuni tra organismi possono essere ricondotti alla conservazione dei geni Homeobox, mentre i caratteri diversi sono determinati da geni Homeobox che hanno subìto una differenziazione funzionale (susseguente ad un fenomeno di duplicazione) oppure dalla perdita di alcuni di questi geni. Dall'analisi dei geni Homeobox di vari organismi risulta inoltre che il numero totale di questi geni, presenti nel genoma di un organismo, ne determinano la complessita'.

Gli autori hanno svolto una meticolosa ricerca analizzando tutte le 49 differenti famiglie di geni Homeobox appartenenti a 11 organismi animali a simmetria bilaterale, dai Nematodi (Caenorhabditis elegans e Caenorhabditis briggsae) agli Insetti (moscerino della frutta e zanzara), ad un tunicato, per poi considerare vertebrati quali Pesci ossei (pesce palla ezebrafish), la rana, il topo domestico, il ratto e Homo sapiens sapiens.
Attraverso la ricostruzione dell'albero filogenetico e dell'albero dei geni che lega le specie in esame, e attraverso la stima dei geni possedute dalle specie ancestrali (gli antenati comuni di queste specie) e da "archi-MRCA" (Most Recent Common Ancestor, il piu' recente antenato comune che lega tutte le11 specie in esame), e' stata ricostruita la storia dell'evoluzione, nell'ultimo miliardo di anni (i tempi sono basati sul concetto di orologio molecolare), dei geni Homeobox. I risultati forniscono importanti evidenze, le quali possono svelare i passaggi evolutivi intervenuti nella comparsa degli organismi a simmetria bilaterale. Tali evidenze possono essere riassunte nei seguenti punti:

- archi-MRCA possedeva gia' molti geni Homeobox (almeno 88), segno della sua gia' elevata complessita' fenotipica, se comparata a quella di Nematodi ed Insetti

- I vertebrati possiedono in generale un numero almeno doppio di geni Homeobox rispetto agli invertebrati (piu' di 200 contro 80-100): alcune famiglie hanno lo stesso numero di geni, mentre altre possiedono da due a quattro volte il numero di geni delle corrispondenti famiglie degli invertebrati. E' curioso notare che alcune famiglie, presenti negli invertebrati, sono del tutto assenti nei vertebrati: questo aspetto meritera' ulteriori indagini

- Dopo la divergenza Pseudocelomati-Celomati (Caenorhabditis elegans e Caenorhabditis briggsae appartengono infatti agli pseudocelomati) il numero di geni Homeobox e' aumentato leggermente tra gli invertebrati, mentre i vertebrati hanno fatto registrare un aumento di quasi tre volte

- Durante il processo evolutivo si sono talvolta registrate delle diminuzioni del numero di geni Homeobox: i tunicati e gli insetti attuali, ad esempio, possiedono un numero inferiore di geni Homeobox rispetto al loro antenato comune

- Tra i vertebrati, il numero dei geni Homeobox e' aumentato in due distinti periodi di tempo: nei primi stadi dell'evoluzione dei celomati e nei primi stadi dell'evoluzione dei vertebrati. Questo fenomeno coincide temporalmente con il piu' generale aumento del numero totale di geni nel genoma degli organismi considerati

Nam e Nei hanno inoltre valutato la conservazione e la perdita di geni Homeobox ancestrali nelle undici specie attuali. E' interessante notare che tra i vertebrati sono stati ritrovati tutti i geni di archi-MRCA, e nuove famiglie si sono formate. Rispetto agli antenati comuni (i vari nodi intermedi dell'albero filogenetico delle undici specie) si sono verificate anche perdite di geni, piu' elevate tra gli invertebrati che tra i vertebrati. La perdita puo' essere derivata da inattivazione di un gene ridondante, a seguito di un processo di duplicazione, o da perdita di funzionalita' di un gene gia' differenziato: dato che, in generale, si e' verificata la perdita di geni particolarmente "vecchi", il secondo meccanismo e' quello su cui i due autori puntano maggiormente.

Questo lavoro, che dedica inoltre una discussione a parte per la famiglia dei geni HOX, evidenzia come l'acquisto e la perdita di geni Homeobox ha cambiato drasticamente il destino evolutivo e le caratteristiche fenotipiche dei differenti organismi.

Paola Nardi

Il Ritorno della Scimmia Gigante

Il Ritorno della Scimmia Gigante

Dopo Godzilla (Dakosaurus andiniensis), il mostro marino della Patagonia la cui scoperta e'
stata annunciata solo pochi giorni fa, parrebbe essere il turno di King Kong.....

In realta' Gigantopithecus blackii, il piu' grande primate mai esistito, e' stato scoperto molto tempo fa, nel 1935, quando il paleontologo olandese G.H. von Koenigswald riconobbe un enorme molare di primate tra gli improbabili rimedi di una farmacia di Hong Kong. Per oltre ottant'anni i paleontologi si sono prodigati, avendo a disposizione qualche dente e qualche pezzo di mandibola, provenienti dalla provincia cinese meridionale dello Guangxi, nella ricostruzione delle caratteristiche morfologiche del grande primate, determinandone le dimensioni (circa tre metri di altezza per un peso che poteva superare i 500 kg) e le abitudini alimentari: si trattava di un enorme vegetariano, che si cibava preferibilmente di bambù. Alle conoscenze maturate mancava pero' un importante tassello: determinare l'intervallo temporale in cui l'enorme primate visse nel Sud-Est asiatico.

Proprio in questi giorni il geocronologo Jack Rink, professore alla McMaster University di Hamilton, Canada riporta alla ribalta questa eccezionale creatura, annunciando di aver finalmente trovato la risposta: usando una sofisticata tecnica di datazione assoluta, la risonanza di spin elettronico (ESR) basata sugli elementi della serie di decadimento dell'uranio, egli ha accertato che Gigantopithecus blackii e' vissuto per un milione di anni fino a circa 100.000 anni fa, epoca della sua estinzione. Inutile sottolineare che nel periodo in questione, il Pleistocene, l'uomo era gia' presente nella regione del Gigantopithecus, e che grandi cambiamenti evolutivi erano in atto......

Molte sono le domande che ancora attendono una risposta, come quella legata ai motivi dell'estinzione del grande primate: fu la competizione con l'uomo a decretare la fine del Gigantopithecus? Fu la dieta cosi' particolare ad impedirne la sopravvivenza, magari a seguito di importamti cambiamenti climatici? Nel frattempo Rink sta cercando ulteriori evidenze fossili in Tailandia.

Paola Nardi

Ipotesi e paradigmi

Ipotesi e paradigmi

E’ imminente la pubblicazione dell’articolo:
About hypotheses and paradigm: Exploring the descreteness-chance paradigm. Medical Hypotheses, Volume 66, Issue 1, 2006, Pages 188-192
L’autore, Eugene Kaellis, affronta in questo articolo, il problema delle influenze sociali e culturali sui prevalenti paradigmi scientifici.
Generalmente un’ipotesi scientifica obbedisce a un determinato paradigma scientifico, definito da Thomas Kuhn come “ una costellazione di conclusioni – concetti, valori, tecniche – condivise da una comunità scientifica e usate dalla comunità per definire problemi e soluzioni lecite”.
Tali paradigmi di riferimento cambiano e vengono sostituiti in mancanza di prove empiriche o per via dell’emergere di ipotesi alternative. Ma il fattore che più di ogni altro determina tale cambiamento è rappresentato senza dubbio dall’influenza dell’ambiente culturale-sociale e dalle condizioni politico-economiche. Sarebbe tale ambiente a permettere il prevalere di una teoria scientifica a discapito di un’altra.
La storia della scienza è ricca di esempi di questo tipo. Famoso è il caso del rifiuto della teoria copernicana, in favore di quella tolemaica, perché maggiormente aderente alla cultura cristiana dominante del XVI secolo.
L’autore considera questo insieme di fattori alla base di quello che egli definisce il Discreteness-Chance Paradigm (DCP), paradigma che avrebbe dominato in maniera preponderante la fisica e la biologia per più di un secolo e secondo il quale la natura dei cambiamenti, sia in ambito fisico che biologico, non sarebbe determinabile con certezza, e sarebbe invece governata da effetti di tipo statistico e probabilistico.
Kaellis propone in questo articolo un parallelismo tra il concetto di probabilità quantistica e quello di mutazione genetica, cercando di dimostrare come entrambe queste discipline abbiano contribuito alla formazione del DCP, data la loro stretta relazione con gli eventi socio-culturali del tempo.
Ampio spazio viene dedicato ad un’analisi della teoria darwiniana della Selezione Naturale e al suo profondo legame con la cultura dell’Inghilterra vittoriana.

Daniela Suman