Secondo un recente studio, circa un mammifero europeo su sei è a rischio di estinzione.
Un'analisi sullo stato di salute dei mammiferi europei, commissionata dall'Unione Europea e condotta da ricercatori del World Conservation Union (IUCN), mostra che circa una specie su sei è in pericolo di estinzione. Infatti, nel complesso il 27% delle specie hanno popolazioni in declino demografico e di un altro 33% non è stato possibile ricavare dati sul campo. Al contrario, solo l'8% risulta in fase di incremento di popolazione. La situazione non va meglio nei mari, in quanto anche il 22% dei mammiferi marini rischia di scomparire.
Le cause principali di questa vulnerabilità sono tutte di origine antropica: la degradazione e la perdita degli habitat, la deforestazione e l'inquinamento per le specie continentali, la pesca accidentale e la collisione con le imbarcazioni per le specie marine, che subiscono la presenza umana soprattutto nel Mediterraneo, nel Mar Baltico e nel Mar Nero.
Tra le specie maggiormente minacciate vi sono la foca monaca (Monachus monachus) e la lince iberica (Lynx pardinus), entrambe inserite nella Lista Rossa come specie "fortemente minacciate", che contano rispettivamente circa 350 e 150 individui. La nazione europea con il più alto numero di specie a rischio è, invece, la Bulgaria.
Nonostante esistano alcuni casi di recupero demografico grazie all'attuazione di politiche di conservazione, quali ad esempio il bisonte europeo (Bison bonasus) e lo stambecco alpino (Capra ibex), la situazione è critica. E' necessario ed urgente incrementare le iniziative di protezione sia finalizzate alla conservazione delle singole specie sia destinate a preservare interamente gli habitat naturali che ospitano un altà biodiversità. Finchè non cambierà l'atteggiamento umano nei confronti della natura, questo sembra l'unico modo per invertire tale triste situazione.
Andrea Romano
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