Un ponderoso articolo su come gli scienziati (statunitensi) vedono la religione.
Nell'ultimo numero di American scientist c'è un interessante articolo di Gregory W. Graffin, William B. Provine su come i ricercatori statunitensi vedono il rapporto tra religione ed evoluzione. Dove una breve cronistoria di tutti gli altri sondaggi sull'argomento, gli autori incentrano la loro attenzione al Cornell evolution project, che si occupa di come gli evoluzionisti (e solo loro) vedono la religione. I risultati sono a detta degli autori sorprendenti.; per esempio la gran maggioranza dei ricercatori hanno dichiarato di essere "puri naturalisti", cioè di pensare che esista solo il conoscibile, senza necessità di presupporre l'esistenza del soprannaturale. Solo due (su 149) hanno dichiarato di essere teisti, di credere cioè in un Dio "personale". Le sorprese non sono qui, ma nel fatto che pochissimi sono d'accordo con Gould nella sua ipotesi dei Noma (Non Overlapping MAgisteria). Questo perché la gran maggioranza considera la religione un fenomeno originato dall'evoluzione, e quindi degno di essere studiato come altri aspetti della società umana; una posizione che si potrebbe definire sociobiologica, un po' alla Dennet. Solo il 3 per cento dichiara che religione ed evoluzione sono "totalmente d'accordo" (armonious). E' interessante anche la parte del sondaggio che riguarda il libero arbitrio; la maggior parte, ma qui gli autori non sono d'accordo con le risposte (e il perché è il caso di leggerlo on line) afferma che l'uomo è l'unico essere dotato di libero arbitrio. Insomma, un sondaggio estremamente interessante.
Marco Ferrari
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