Tuesday, December 04, 2007

Competizione femminile

Nell'antilope topi le femmine si affrontano violentemente per ottenere l'accoppiamento con i maschi migliori: un esempio di inversione dei ruoli nella "battaglia dei sessi".

Nella cosiddetta "battaglia dei sessi", individui di sesso diverso ricoprono, solitamente, ruoli ben definiti. I maschi, infatti, tendono a massimizzare il proprio successo riprodutivo fecondando il maggior numero di femmine e diventando padri di un elevata quantità di figli. Le femmine, al contrario, ottimizzano la propria fitness cercando di accoppiarsi con il maschio migliore, avendo così maggiori possibilità di mettere alla luce una prole che presenta le stesse caratteristiche paterne e che sia, dunque, di alta qualità. Questa differenza nelle strategie riproduttive è dovuta all'entità dell'investimento parentale di ogni atto riproduttivo: i maschi producono un gran numero di gameti molto piccoli, dunque poco costosi, mentre le femmine investono molto di più nelle loro cellule sessuali, di dimensioni maggiori e dotate di grandi quantità di sostanze di riserva, che garantiscono così il corretto sviluppo embrionale della prole. Una femmina, dunque, non può permettersi di rendere vano un tale investimento iniziale e, spesso, elargisce cure parentali per favorire la sopravvivenza alla prole, mentre il maschio si può limitare al solo atto della copula, finalizzato alla fecondazione. In questo contesto, gli individui femminili costituiscono il sesso limitante ed i maschi competono, in maniera diversa in base alle specie, per i loro gameti e cure parentali.
Esistono tuttavia numerosi casi che non rientrano in questo schema generale: ad esempio, sulle pagine della rivista Current Biology ne è stato da poco segnalato uno che riguarda una specie di mammifero africano, l'antilope topi (Damaliscus lunatus). Si tratta di una specie che attua un sistema di accoppiamento particolare, basato sull'aggregazione dei maschi in arene e sulla successiva competizione spermatica tra essi. I maschi si riuniscono in arene (o lek) e controllano un piccolo territorio, che non contiene nulla di appetibile per la femmina al di fuori del maschio stesso, in cui le potenziali partner si recano e scelgono il compagno di accoppiamento in base alla posizione occupata da questo. In genere, le femmine preferiscono i maschi che si trovano al centro dei lek e non considerano quelli più esterni. Tuttavia, l'antilope topi è una specie promiscua, in cui le femmine si accoppiano in un breve intervallo temporale con svariati individui dell'altro sesso (in media 4). Dato che non tutti i maschi che copulano con le femmine possono effettivamente fecondarle, si verifica una seconda competizione tra maschi: la competizione spermatica, che sancisce quale tra i maschi che si sono accoppiati diventerà il padre della prole. La capacità fecondante è tuttavia legata alla quantità di sperma rilasciato in seguito ad ogni atto sessuale ed è probabile che gli individui che si accoppiano più volte, come i maschi al centro delle arene, possano risultare svantaggiati.
Ecco che il ruolo dei sessi si inverte e la risorsa limitante diventano gli spermatozoi dei maschi migliori. In questo caso, come riporta l'etologo Jakob Bro-Jørgensen della University of Jyväskylä, in Finlandia, e del Institute of Zoology di Londra, sono le femmine a dover competere per la paternità dei maschi di alta qualità. Nella Masai Mara National Reserve, in Kenia, si osservano infatti interazioni aggressive soprattutto tra le femmine che si trovano nell'area di accoppiamento dei maschi centrali. In particolare, il maschio concentra gran parte delle sue attenzioni verso la femmina con cui non si è ancora accoppiato (o accopppiato un basso numero di volte), suscitando la reazione della rivale che attacca violentemente la coppia. Questa azione può provocare sia un "ritorno di fiamma" che una risposta aggressiva da parte del maschio, che per massimizzare la propria fitness si deve accoppiare con diverse partner.
In questa specie quindi la doppia competizione che impegna i maschi (competizione per la posizione centrale nell'arena e competizione spermatica per la paternità) porta all'interazione aggresiva tra le femmine, che, in ultima analisi, competono per gli spermatozoi dei maschi migliori, invertendo così i classici ruoli nella battaglia per la riproduzione.

Andrea Romano

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