Alcune falene hanno evoluto una sofisticata capacita' di udire i richiami di ecolocazione dei pipistrelli, loro predatori.
Sebbene posseggano uno dei sistemi uditivi tra i piu' semplici fra gli animali, dotato fino a soli quattro neuroni collegati ad un minuscolo timpano, esse hanno acquisito nella loro storia evolutiva la capacita' di udire gli ultrasuoni usati dai pipistelli per coordinare le loro battute di caccia notturne. E non solo: James Windmill, un esperto in nanotecnologie, e i suoi colleghi della University of Bristol presentano dalle pagine di Current Biology una evidenza davvero sorprendente. Noctua pronuba, una falena particolarmente diffusa in Inghilterra, dimostra di essere in grado di modulare dinamicamente la frequenza alla quale risulta sensibile, accorgendosi dell'imminente attacco di un pipistrello: in questo frangente, infatti, il predatore utlizza ultrasuoni di frequenza piu' alta, in molti casi uscendo dal campo di sensibilita' della preda. Secondo il modello matematico elaborato dagli autori, l'orecchio N. pronuba si sintonizza rapidamente sulle alte frequenze non appena un aumento dell'intensita' dell'ultrasuono avverte la falena dell'arrivo del predatore, e questa sensibilita' permane addirittura per diversi minuti dopo che il primo attacco (e ultrasuono annesso) e' cessato.
Secondo Windmill, ci troviamo di fronte a una vera e propria escalation co-evolutiva, dato che alcuni pipistrelli mostrano di utilizzare diverse frequenze di ultrasuoni per confondere le proprie prede.
Paola Nardi
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