Si pensava che tutti i mammiferi riadattati alla vita in acqua avessero perso l'uso dell'olfatto e invece...
Una ricerca del biologo Kenneth Catania, della Vanderbilt University di Nashville, dimostra che alcuni mammiferi semiacquatici, come la talpa dal muso stellato (Condylura cristata) e il toporagno acquatico americano (Sorex palustris), hanno ritenuto questa capacita' e "annusano" l'ambiente subacqueo circostante con un metodo particolare. In una comunicazione pubblicata su Nature, il ricercatore spiega i dettagli della sua ricerca: osservando un esemplare di C. cristata, Catania si e' accorto che esso emetteva un grande quantitativo di piccole bollicine, per poi risucchiarle dalle narici. Le bollicine venivano emesse ed inalate al ritmo "vertiginoso" di 5-10 volte per secondo: e' lo stesso metodo utilizzato da alcuni piccoli roditori terrestri, compresi ratti e topi, che si trovano pero' ad agire in superficie. Vari esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che C. cristata e S. palustris sono in grado di discernere pezzetti di cibo da altri campioni non edibili semplicemente usando il proprio senso dell'olfatto; nel caso di C. cristata e' stato escluso, con opportuni accorgimenti, il ruolo di quel potente strumento di indagine tattile dell'animale, rappresentato dall'appendice tentacolare sul muso.
Quali altri mammiferi acquatici hanno ritenuto la capacita' di annusare sott'acqua? Perche' i cetacei hanno perso l'olfatto nel loro cammino evolutivo? E' una questione di dimensioni? E allora, come se la cavano foche ed otarie? Sono tutte domande alle quali Kenneth Catania spera di dare in futuro una risposta.
Paola Nardi
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