Sul terzo centenario della nascita di Linneo pubblichiamo l'articolo di Anna Busca comparso su www.corrierebit.com/scienza.htm e di cui abbiamo ottenuto l'autorizzazione alla pubblicazione.
Nel 2009 si celebrerà, nei Musei di Storia Naturale di tutto il mondo, il bicentenario della nascita di Charles Darwin, e già associazioni e istituzioni scientifiche si sono mosse festeggiando a febbraio, ormai da qualche anno, il Darwin day. Ma in questi giorni occorre ricordare un altro illustre anniversario, e di un altro Carlo, che ha dato senza dubbio un contributo grandissimo agli studi naturalistici, pur essendo un convinto creazionista-fissista e quindi ben lontano dalle idee che, un secolo dopo, sarebbero state sostenute con tanta risonanza e successo da Darwin.
Si tratta dello svedese Carl Nilsson, o meglio Linneo, così conosciuto perché firmava i suoi lavori con il nome latinizzato “Carolus Linnaeus”. La scelta di tale cognome trae origine dal fatto che in una proprietà di famiglia crescevano numerosi tigli, chiamati “Linn” nel dialetto locale, da cui derivava il nome della proprietà stessa (“Linnegard”).
Linneo nacque il 23 maggio 1707, esattamente trecento anni fa, in provincia di Rashult. Era figlio di un pastore luterano, Nils Ingemarsson, appassionato di piante e giardini, e certamente gli interessi botanici del padre coinvolsero il giovane Carl. Seguì – come fece poi Darwin - studi di medicina, a vent’anni, prima a Lund e poi a Uppsala, principalmente per il fatto che tale indirizzo consentiva di approfondire le conoscenze sulle piante medicinali. Nel 1731 pubblicò un saggio sulla classificazione delle piante, basata sui loro organi riproduttivi. L’Accademia delle Scienze lo inviò in Lapponia e nella Svezia centrale a capo di spedizioni scientifiche, col compito di studiare la flora locale. Percorrendo circa 7000 chilometri, scoprì un centinaio di nuove specie vegetali. Linneo si trasferì poi nei Paesi Bassi, dove conseguì la laurea in medicina presso l’Università di Harderwjick. Qui ebbe modo di conoscere diversi naturalisti importanti, come il medico-botanico Hermann Boerhaave, e pubblicò la prima edizione del Systema Naturae (1735). Il trattato classificava gli esseri viventi, suddivisi in due Regni – Animalia e Plantae – e i minerali, considerati un terzo regno, secondo criteri soprattutto morfologici, e si basava su lavori precedenti di un naturalista del XVI secolo, Otto Brunfelds.
Viaggiò in Francia e in Spagna tra il 1735 e il 1738 e poi ritornò in Svezia, dove esercitò la professione di medico, a Stoccolma, specializzandosi nelle cure per la sifilide. Nel 1741, a soli trentaquattro anni, ottenne la cattedra di Medicina all’Università di Uppsala, e l’anno seguente quella di Botanica, che tenne fino alla morte. Nel 1747 fu nominato medico della Casa Reale di Svezia, e nel 1762 gli fu conferito un titolo nobiliare (da quell’anno assunse come nome Carl von Linnè). Morì nel 1778, e in seguito le sue collezioni, i suoi manoscritti e la sua biblioteca furono acquistati dal naturalista inglese Sir James Edward Smith, che fondò la famosa Linnean Society of London.
L’opera fondamentale di Linneo, il Systema naturae, ebbe numerose edizioni successive, in cui via via veniva migliorata la classificazione precedente e perfezionata la nomenclatura binomia, tuttora usata dai biologi, ossia l’identificazione di una specie mediante un primo nome, un sostantivo con l’iniziale maiuscola, corrispondente alla categoria “genere”, e un secondo nome, scritto minuscolo, per lo più un aggettivo, corrispondente alla categoria “specie”. Entrambi i nomi erano scritti in latino e consentivano ai naturalisti un riconoscimento più facile dei viventi, evitando la confusione che poteva nascere dall’uso di nomi comuni nelle diverse lingue. Generi simili venivano raggruppati in famiglie, le famiglie in classi, le classi in tipi, questi in regni. Le classi degli animali erano sei: vermi, insetti, pesci, rettili, uccelli e mammiferi. La tassonomia linneana, così gerarchica, ordinava utilmente i viventi e rendeva più semplici le comunicazioni tra i naturalisti. Le nuove specie scoperte, che per lo più arrivavano in Europa dagli altri continenti, potevano essere denominate e inserite in un gruppo, come una scheda in un archivio. Non sempre in realtà le suddivisioni operate da Linneo avevano davvero valore scientifico: egli, per esempio, classificò gli Aves in sei gruppi solo per creare armonia con i sei gruppi in cui aveva diviso i Mammalia. Lo scopo di Linneo, dichiarato nella presentazione dell’opera, era in effetti più filosofico-religioso che scientifico: egli voleva, fondamentalmente, mostrare l’ordine e l’armonia della creazione divina. Paradossalmente, invece, fu proprio il suo meticoloso lavoro di classificazione a creare i presupposti per le idee evoluzioniste. I naturalisti cominciarono infatti a porsi sempre più spesso domande sulla complessità del mondo vivente, sulle somiglianze tra specie di continenti diversi, sui caratteri distintivi di organismi molto simili, sulle vestigia, sul significato dei fossili, sul concetto stesso di specie. Inoltre Linneo, classificando l’uomo come animale appartenente alla specie Homo sapiens, l’aveva di fatto tolto da quella posizione di “supremazia” biologica sostenuta dal pensiero aristotelico.
E il problema dell’Origine (delle specie, dell’uomo, della vita, della Terra…) si ripropose con maggior forza, in un clima culturale reso intanto più vivace e razionale dall’illuminismo. (Per maggiori informazioni sulle celebrazioni del 3° Centenario di Linneo: www.linnean.org , sito della Linnean Society of London).
Milano, 10 maggio 2007
Anna Busca
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