Uno studio sulle lucertole del genere Anolis indica che, in alcuni casi, il dimorfismo sessuale contribuirebbe alla diversificazione delle nicchie ecologiche di maschi e femmine della stessa specie, limitando la competizione per le risorse.
Il dimorfismo sessuale, la differenza morfologica tra maschi e femmine della stessa specie, è un fenomeno ubiquitario nel regno animale per cui sono state proposte varie interpretazioni. Infatti, il dimorfismo di taglia che si osserva nelle specie poliginiche (quelle in cui un maschio si accoppia con più femmine controllando un harem) può derivare dalla competizione per la conquista delle femmine mentre per le specie in cui la differenza tra i sessi si manifesta tramite colorazioni e ornamenti diversi esistono numerose ipotesi: dalla teoria dell’handicap di Zahavi alla teoria della preferenza femminile di Fisher fino a quella di Hamilton e Zuk che prevede che i caratteri sessuali secondari molto sviluppati siano la manifestazione della capacità del maschio di resistere ad attacchi parassitari.
Un nuovo studio, pubblicato su Nature e condotto da ricercatori della Harvard University, della University of Hawaii e della Washington University in St. Louis, analizza il dimorfismo sessuale dal punto di vista ecologico. Secondo i ricercatori, le differenze sessuali possono essersi evolute in modo da diversificare le nicchie ecologiche tra sessi. In questo modo, le caratteristiche morfologiche diventerebbero fattori in grado di identificare una specifica nicchia e, dunque, favorirebbero la presenza nello stesso habitat di un numero maggiore di individui della stessa specie, limitando la competizione.
Lo studio è stato effettuato sulle lucertole del genere Anolis, genere in cui esiste un dimorfismo sessuale molto pronunciato ma allo stesso tempo molto variabile tra specie diverse, che vivono in alcune isole del Golfo del Messico, quali Cuba, Giamaica, Puerto Rico e Santo Domingo. L’analisi è consistita nell’identificazione delle nicchie di 15 specie di Anolis considerando come fattori di diversificazione, tra gli altri, alcuni caratteri morfologici come la lunghezza corporea, la massa e la lunghezza delle zampe. I risultati indicano che solo il 14% delle nicchie individuate erano occupate da individui di entrambi i sessi della stessa specie, mentre le rimanenti solo da maschi o da femmine.
Il dimorfismo sessuale, quindi, in molti casi si sarebbe evoluto perché gli individui appartenenti a sessi diversi potessero utilizzare differenti risorse e non competere tra loro, aumentando il numero di individui della stessa specie in grado di essere mantenuti dall’habitat. In particolare, gli autori sostengono che la diversificazione tra i sessi sarebbe stata alla base di numerose radiazioni adattative come nel caso dei fringuelli delle Galapagos e dei Ciclidi del Lago Vittoria.
Andrea Romano
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