Un recente articolo pubblicato sulla rivista Nature mostra come nel moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, un unico recettore per feromoni sia alla base della scelta del partner.
Riconoscere e scegliere il partner con cui accoppiarsi è per tutti gli animali un momento estremamente importante, motivo per cui ciascuna specie ha sviluppato meccanismi di riconoscimento e corteggiamento specie-specifici.
Da diversi anni è noto, ad esempio, che nel moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, i maschi producono e rilasciano con il liquido seminale una sostanza volatile, l’11-cis-vaccenil acetato (cVA), in grado di agire come feromone. Tuttavia, sinora non era ben chiaro come esso agisse, poiché sembrava aver effetti sia sui maschi che sulle femmine. A tale riguardo, la rivista Nature ha recentemente pubblicato un interessante articolo relativo al riconoscimento sessuale in Drosophila. In particolare, Amina Kurtovic, Alexandre Widmer e Barry Dickson hanno dimostrato che il cVA è in grado di modificare il comportamento sessuale sia di maschi che di femmine e che in entrambi i sessi tale molecola viene riconosciuta e legata da uno stesso recettore, denominato Or67d.
Uno degli aspetti più interessanti deriva dal fatto che i maschi utilizzano questo feromone per distinguere le femmine vergini (con cui si accoppiano) rispetto alle femmine che hanno già avuto precedenti accoppiamenti e con cui non è vantaggioso accoppiarsi. Questo risultato è stato ottenuto creando in laboratorio maschi mutanti che, essendo privi del recettore Or67d, non possono “sentire” l’odore tipico del cVA. In questo caso, quindi, i maschi non solo perdevano la capacità di riconoscere femmine vergini da femmine che si erano già accoppiate, ma iniziavano addirittura a corteggiare altri maschi. In modo del tutto analogo, se femmine vergini venivano cosparse di cVA, esse erano “scartate” dai maschi di controllo (che le confondevano con femmine già fecondate), mentre venivano fecondate da maschi mutanti privi del recettore Or67d.
Per quanto riguarda invece il comportamento sessuale femminile, in presenza di cVA le femmine risultavano stimolate ad accoppiarsi, mentre questo comportamento era immediatamente perso in femmine mutanti che erano state private del recettore Or67d. Nelle femmine quindi il feromone cVA renderebbe le femmine più recettive al corteggiamento da parte del maschio.
In modo sorprendente quindi sia i maschi che le femmine utilizzano una stessa molecola ed uno stesso recettore per regolare il proprio comportamento sessuale. La differenza nel comportamento risiede quindi non a livello recettoriale, ma nel modo in cui è interpretato a livello neuronale il segnale che parte dal recettore. A conferma di questa ipotesi, i geni per i recettori di feromoni di altri insetti sono stati inseriti nel genoma di Drosophila. A seguito di tale modificazione, i moscerini transgenici iniziavano a “rispondere” anche ad odoranti propri di altre specie modificando il proprio comportamento sessuale ad indicare che il segnale, partito dal neo-recettore introdotto sperimentalmente, era stato elaborato a livello neuronale.
Mauro Mandrioli
Amina Kurtovic, Alexandre Widmer e Barry Dickson (2007) A single class of olfactory neurons mediates behavioural responses to a Drosophila pheromone. Nature, vol. 446, pp. 542-546
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