Si è svolta ieri sera presso il Museo di Storia Naturale di Milano la presentazione del nuovo libro di Daniel Dennett “Rompere l’incantesimo: la religione come fenomeno naturale”, edito da Cortina e in uscita ad Aprile.
Si è svolta ieri sera presso il Museo di Storia Naturale di Milano la presentazione del nuovo libro di Daniel Dennett “Rompere l’incantesimo: la religione come fenomeno naturale”, edito da Cortina e in uscita ad Aprile.
Daniel Dennett, filosofo della scienza della Tufts University, nella serata di apertura del 4° Darwin Day di Milano, ha parlato del suo nuovo libro, e di come in esso egli si proponga di iniziare a studiare la religione con un approccio scientifico e evoluzionistico.
Breaking the Spell. L’incantesimo che Dennett vuole rompere è proprio quello della religione. In particolare il tabù secondo il quale essa non potrebbe essere sottoposta a studi di tipo scientifico come tutti gli altri fenomeni naturali. Dennett sa che è come aprire un vaso di Pandora, ma ritiene che sia necessario portare avanti uno studio completo e approfondito su di un tema così importante e che sta acquistando sempre più importanza.
“La religione è una parte importante della vita di moltissime persone,” racconta Dennett a Pikaia, “si tratta di qualcosa per cui molta gente vive e investe un sacco di energie. La religione è qualcosa per cui alcuni sono disposti anche a morire. Questo dal punto di vista biologico apparentemente non ha senso e quindi necessita una spiegazione”.
“Nessun altra specie riesce a formulare dei progetti alternativi di vita, progetti che portano a rinunciare all’imperativo genetico. Noi lo facciamo, e questo è un fatto biologico che richiede una spiegazione per capire come tutto ciò si sia evoluto. Come sia successo che siamo arrivati a vedere il mondo in un modo così diverso che abbiamo dei fini che sono il summum bonum ma che non sono l’imperativo genetico”.
Dennett nel suo libro definisce la religione come un sistema sociale nel quale i partecipanti invocano una fede in un essere soprannaturale di cui cercano l’approvazione. “Siccome le religioni sono trasmesse a livello culturale non a livello genetico, l’unità base della sua diffusione è il meme. Tale unità fu proposta dal mio amico Richard Dawkins nel 1976 nel suo più famoso libro “Il gene Egoista”, un meme è un unità replicante culturale, il suo analogo biologico è il gene. Sono come dei virus che replicano le idee e anche qui valgono le leggi della selezione naturale”.
“La religione è un fenomeno prettamente naturale. Non soprannaturale. La domanda quindi non è se sia possibile fare una buona scienza della religione, questo è certamente possibile. La vera domanda è se dobbiamo farlo. I timori di molti sono legati alla rottura dell’incantesimo. Infrangendo il tabù cosa potrà succedere?”.
Secondo Dennett studiare i meccanismi che hanno portato all’evoluzione della religione può aiutarci a comprendere meglio come questa funziona per poter eventualmente contrastare le patologie ad essa legate. Dennett vuole quindi capire perchè la gente ama così tanto la sua religione e per cosa essa serve.
“Marx ha detto che la religione è l’oppio dei popoli. Essa aiuta a tenere la gente tranquilla; la gente così ne è soggiogata. La parola Islam significa sottomissione in arabo. Il proprio interesse viene sottoposto all’interesse di Allah. Anche nel mondo cristiano il cuore del culto sta’ nella sottomissione, la parola di dio è un seme che viene piantato in una mente e poi in un altra mente ancora e così via. La semente si evolve ed è meglio che venga trasportata da mente a mente”.
Dennett dice che la religione è un buon surrogato delle polizia. Crea delle regole che stabiliscono un certo ordine sociale. Una approfondita ricerca scientifica sulla religione, la conoscenza, può uccidere questo meccanismo e fornire motivi per ribellarsi, per sovvertire il sistema. La conoscenza da il potere di capire e di poter cambiare idea.
“Qualunque sia la cosa che la religione da a chi vi crede, si tratta di qualcosa per sui spesso questi credono di non poterne fare a meno. La cosa va quindi seriamente considerata e analizzata”.
Il suo libro ha ricevuto moltissime critiche. Perchè crede che il suo modo di vedere il problema sia così fortemente attaccato?
“Credo che alcune di queste critiche siano state molto dure e sinceramente non capisco come mai. Qualcuno mi ha accusato di trattare la religione come qualcosa di sciocco, ma non è vero. Proprio per la grande importanze che questo fenomeno naturale ha nella vita di moltissime persone io sono interessato al suo studio. Quando mi chiedo se la religione sia una cosa positiva per l’uomo io non intendo arrivare a negare che lo sia. Voglio indagare la questione, supponendo che la religione potrebbe essere positiva per l’uomo, ma fino a che non ne studiamo a fondo i meccanismi questa affermazione resterà solo una frase fatta che può bastare solo a chi non si vuole interrogare sul reale significato delle cose”.
“Ho avuto modo di visitare questo bellissimo museo e sono rimasto molto colpito. Le collezioni sono belle e alcuni reperti sono davvero notevoli. Ciò che più mi ha emozionato è stato vedere tutti quei bambini che giravano per le sale. Che piacere sentirne i loro commenti e vedere la loro emozione davanti a un dinosauro o a un diorama. La parte personalmente mi è piaciuta in particolar modo è la sala dedicata all’evoluzione umana, sono rimasto affascinato dalla parte sull’evoluzione della cultura”.
La serata ha avuto un successo molto buono, con moltissimi spettatori che hanno ascoltato i relatori con molto interesse. L’intervento di Dennett ha riscosso molto successo e alla fine ha ricevuto un lungo applauso. Il libro quando uscirà ad Aprile avrà certamente un grande successo.
Un ottimo inizio per il Darwin Day di Milano!!!
Chiara Ceci
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