MicroMega, il fascicolo oggi in edicola (n. 4/2005) è dedicato
completamente alla “Natura umana”. L’argomento è trattato da numerosi punti di vista, tanto che questo volume è la prima parte di due fascicoli (il secondo uscirà all’inizio del 2006). Trovate saggi di antropologi, filosofi, genetisti, neurologi, etologi, psicologi e tanti altri. Ma eccovi l’elenco completo degli interventi:
E. Boncinelli. Necessità e contingenza nella natura umana
E. Alleva e D. Santucci. Dal Pesce al Filosofo
N. Eldredge e R. Trives. L’evoluzione della natura umana
C.A. Viano. La natura invisibile
M. Augè. L’uomo, trino e uno
S. Pinker. Il puzzle natura-cultura
R. Rorty. Invidia della filosofia
A. Cavarero e J. Butler. Condizione umana contro “natura”
T. Pievani. Santi, navigatori, poeti: e oscurantisti
G. Biondi e O. Rickards. L’Homo sapiens e il suo fratello scimpanzè
L. Wittgenstein. Frammenti sul linguaggio e la natura umana
G. Jervis. Marcuse, mezzo secolo dopo
S. Argentieri. Natura umana e psicoanalisi
F. de Waal. Perché non possiamo non dirci Bonobo
R. Esposito. Heidegger e la natura umana
P. Flores d’Arcais. La natura dell’esistenza (1). Appunti per una
filosofia del finito
La seconda parte conterrà saggi di S. J. Gould, P. Bateson, T. Todorov, Kant, Kierkegaard e tanti altri
3 comments:
Vorrei tanto sapere dallo staff di Micromega dove ha preso lo spunto per l'almanacco dedicato a "la natura umana".
Su internet ho inoltrato alcuni scritti che riconducono, in qualche modo, agli argomenti affrontati dal mensile.
Evidenzio il problema antropologico. Essendo l'uomo al centro delle manifestazioni e dei nostri interesi, l'indagine va fatta intorno alla natura umana, sull'uomo in quanto tale, sull'antropocentrismo.
Accenno che il discorso va dilatato verso le altre disipline che studiano i vari aspeti della vita umana. La cosa stupefacente è che dopo aver letto: "perchè non possiamo non dirci Bonobo", ho riscontrato similitudini argomentative presenti nei miei scritti.
Se si confrontano gli accenni da me espressi all'approfondimento dato da Micromega, si può dedurre con ragenevolezza, che il mio lavoro possa essere stato preso come spunto da cui partire.
Il mio stato d'animo è conflittuale: da un lato un po' irritato perchè avrei gradito delle considerazioni; dall'altro, che tutto ciò possa essere una strana coincidenza suggestiva, e in fine; mi assale un'inquietudine che il fatto di non far parte dell'Olimpo accademico possa fare di me un oggetto da cui attingere indebitatamente.
O è una specie di riconoscimento a distanza?
Per evitare ulteriori spunti, evito indicazioni più precise...
framasc@tiscali.it
Circa una settimana prima dell'uscita del numero di M.M. intitolato: "Resistere, resistere, resistere".
Mandai alla redazione una pagina dattiloscritta dal titolo: "La conferenza di Chidove. - Qual'è la forma di governo migliore cui aspirare? -".
Come precisato nella lettera di presentazione, il manoscritto aveva l'intento di dare dei suggerimenti, delle indicazioni di ricerca, per gli addetti ai lavoti.
L'articolo, buttato giù di getto ma abbastanza chiaro, invitava ad analizzare la storia come mossa da una dinamica lineare, evolutiva, come una crescita "fisica" che, come se si trattasse di un essere vivente, mira alla maturità fino a giungere alla senilità del genere umano.
Quindi se la storia è un crescendo cronologico di esperienze, dovremmo essere in grado di comprendere gli eventi e rivolgerci al futuro senza procedere in avanti con lo sguardo rivolto indietro.
Sintetizzando: nella contrapposizione est-ovest la chiave è al centro. La forma di governo migliore scaturisce dalla convergenza dei due blocchi contrapposti producendo un modello che si richiama alla socialdemocrazia.
Se tracciamo una lina verticale lungo l'asse della linea data dal muro di Berlino, si nota, con una facilità disarmante, che i paesi lungo questa linea sono coloro che hanno raggiunto un livello di civiltà invidiato da tutti e che quel modello era da perseguire.
Gli elenco: Scandinavia, Benelux, Germania e Austria.
Circa un mese dopo aver mandato il mio pensiero, mi sono imbattuto in un'immagine curiosa.
In un tg ho visto riprodotta la cartina dell'Europa con i paesi sopraindicati in evidenza, compresa l'Italia che io avevo omesso.
Quando mi avvicinai al televisore per ascoltare, il servizio era già finito.
E' un' altra coincidenza suggestiva?
E' una mia fantasia megalomane?
Quello che dico non è coerente? Non ha valore?
Non capisco perchè, se il discorso è interessante, non si cerca di instaurare dei contatti per avere approfondimenti o confronti. Forse perchè ho un nome anonimo?
Sono lo stesso che ha messo il post precedente... anonimo.
framasc@tiscali.it
...Dimenticavo di porre l'attenzione du una cosa:
Prima di parlare della natura umana, bisogna chiarire cosa s'intende per natura e cosa si intende per umano?
E' possibile che ancora oggi si faccia distinzione tra natura e uomo?
Non vi sembra che l'intendere la natura come alterità ci ha cacciato nell'imbuto tecnomane dell'artificiosità?
Sono convinto che molti gradirebbero sapere come la penso...
Il linguaggio nasce dal bisogno di creare un simbolo, dare un nome agli elementi, affinchè siano riconosciuti da tutti e insieme risolvere i problemi.
Anonimo
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