Alcuni concetti in biologia evoluzionistica possono essere fraintesi dagli studenti o manipolati per dimostrare presunte debolezze della teoria dell'evoluzione. Il sito "Understanding Evolution for teachers" ci aiuta ad identificare questi concetti evitando quindi pericolose trappole.
La biologia evoluzionistica, sebbene possa sembrare una disciplina semplice, presenta alcuni concetti ed alcuni esempi che si possono prestare a fraintendimenti o forzature. Il riuscire a rimuovere questi possibili ostacoli didattici ha oggi un'enorme importanza non solamente per assicurare agli studenti una corretta comprensione della teoria dell'evoluzione, ma anche per permettergli di distinguere tra teorie scientifiche e pseudo-scientifiche.
A tale scopo sul sito Understanding Evolution for teachers è presente una guida alle “trappole” in cui potrebbe cadere un docente di biologia evoluzionistica. In particolare la pagina How to Avoid Potential Pitfalls presenta semplici suggerimenti su come evitare di cadere (o far cadere i propri studenti) in errore durane le lezioni.
Tra i numerosi suggerimenti ve ne sono due che a mio avviso sono di estrema importanza: distinguere il concetto di progresso da quello di evoluzione ed evitare di descrivere l’evoluzione come un processo che va da forme semplici a forme complesse. Quante volte vi sarà capitato di sentire dire da uno studente che l’uomo è l’organismo più progredito o complesso tra i viventi? Non sarebbe male riuscire a mostrare agli studenti come l’aumento di complessità non sia a priori una caratteristica favorita dall’evoluzione, oltre che è estremamente difficile definire il concetto stesso di complessità. Inoltre il vedere l’uomo come l’animale più progredito sulla terra ricorda maggiormente una sorta di eco creazionista che una conclusione supportata da dati scientifici.
Gli ultimi due aspetti che vorrei segnalare, tra quelli presenti nell’elenco proposto dal sito Understanding Evolution for teachers, sono legati al favorire negli studenti la distinzione tra il concetto di teoria e di ipotesi e nel distinguere la differenza tra il credere e l’accettare una teoria.
Per quanto concerne il primo punto, l’evoluzione non è un’ipotesi, ma una teoria ovvero una formulazione sistematica di principi scientifici volti a spiegare come i viventi sono cambiati nel tempo. Si parla quindi di teoria dell’evoluzione non perché vi siano dubbi sulla sua esistenza, ma perché serve un insieme organico e sperimentalmente dimostrato di principi per spiegare l’evoluzione dei viventi. L’affermazione “l’evoluzione è solamente una teoria” usata per sostenere che l’evoluzione non è sperimentalmente dimostrata rappresenta quindi solamente uno strumento per deformare la realtà dei fatti. Può essere utile ricordare che anche la gravitazione è una teoria, ma nessuno si lancerebbe dalla finestra al grido di “tanto è solo una teoria”.
Per quanto riguarda il secondo aspetto è importante ricordare che non si crede in una teoria scientifica, per cui andrebbero evitate espressioni del tipo “io credo nell’evoluzione” e distinguere il processo che porta ad accettare una teoria (che implica un’analisi critica di dati) dal credere in qualche cosa (che significa accettare come tale un evento non necessariamente dimostrabile).
Il sito Understanding Evolution for teachers è realmente ben fatto, per cui non mi resta che augurarvi buona lettura.
Mauro Mandrioli
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