Wednesday, July 04, 2007

Creazionisti da museo

A fine maggio girò la notizia del Museo della Creazione inaugurato a Petersburg in Kentacky. Sembrava una barzelletta ma purtroppo è la realtà: esiste davvero.

“Il Museo della Creazione è un esperienza unica, una passeggiata nel tempo che mostra gli eventi significantivi, che hanno cambiato la vita nel passato, illuminando l’effetto della storia biblica sul presente e sul futuro del mondo”. Così è presentato il museo nel sito ufficiale.

C’è però chi crede, e sono i più, che di illuminante ci si trovi ben poco. Ne parlò tra i molti anche il New York Times e se ne continua a parlare oggi nei blog.

Leggendo il racconto di George Packer, giornalista del New Yorker's che lo ha visitato, l’esperienza è stata agghiacciante. Nel suo commento Parker dice che “visitando il museo si è forzati a seguire un percorso che sala dopo sala ti porta a seguire la narrazione di come l’abbandono delle scritture abbia portato alla rovina il mondo di oggi”.

La cosa preoccupante che emerge è che ogni anno un 250 mila persone visiteranno il museo, e la maggior parte di questi saranno bambini. “Verranno indottrinati da questo luogo che è un ibrido tra un museo di storia naturale e un centro di propaganda politica”. Per Parker visitare il museo è stato come essere “un dissidente circondato dalle bugie di uno stato totalitarista”.
Pensare che ci sia gente che davvero ritenga possibile che il mondo sia stato creato in una settimana può sembrare assurdo. E forse lo è. Indubbiamente, il fatto che siano stati investiti molti milioni di dollari per realizzare un museo che racconta delle assurdità qualcosa vorrà pur dire. La difesa dell’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole americane e, più in generale, di una visione della vita di tipo naturalistico è sicuramente un argomento caldo.

L’esistenza di un museo che pretende di fare del racconto biblico una narrazione scientifica della storia della vita sulla Terra è senz’altro da non sottovalutare. I più pessimisti, come Parker, sono preoccupati e temono che questo museo influenzerà lo sviluppo della prossima generazione di cristiani nella guerra in atto contro l’America secolare e scientifica. Certamente non c’è da stare allegri.

Chiara Ceci

1 comment:

Scribacchini said...

Come disse Bunuel:
"Grazie a Dio, sono ateo"
e sono orripilato, aggiungo io.
Remy