Da un'analisi genetica sulle volpi artiche che abitano l'isola Bylot, nel Territorio canadese di Nunavut, emerge un dato interessante legato alle abitudini di accoppiamento di questi canidi.
Alcuni ricercatori della University of Alberta e della University of Quebec, guidati dalla biologa Lindsey Carmichael, hanno analizzato, attraverso una tecnica denominata microsatellite DNA fingerprinting, le caratteristiche genetiche di 49 esemplari di Alopex lagopus, prelevati da otto diverse tane. I risultati, recentemente pubblicati sul Canadian Journal of Zoology, minano l'idea finora radicata di una pressoche' totale monogamia di questo animale, proponendo al suo posto un modello comportamentale, in fatto di accoppiamento e riproduzione, assai piu' complesso e legato alle condizioni ambientali e di isolamento della popolazione in esame. I dati genetici mostrerebbero che, mentre il 75% delle cucciolate sarebbero effettivamente composte da piccoli che hanno madre e padre in comune, il restante 25% deriverebbe dal comportamento poliandrico delle femmine, che porta a paternita' multiple all'interno della medesima cucciolata. Una cucciolata, in particolare, fornisce per la prima volta la prova genetica certa di questo comportamento sessuale.
Qual e' il vantaggio? Questa promiscuita' sessuale permette alle femmine di incrementare la diversita' genetica della propria cucciolata stagionale, aumentando la probabilita' di produrre almeno un cucciolo meglio attrezzato per la sopravvivenza.
Paola Nardi
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