Alcune piante particolarmente promiscue, come quercia, mora e tarassaco, avevano gettato lo scompiglio tra i botanici, portando alla conclusione di non poter dividere il regno vegetale in specie, cosi' come succede per quello animale... Alcuni ricercatori della Indiana University, guidati dal biologo evolutivo Loren Rieseberg, hanno tuttavia ristabilito l'ordine sull'argomento, analizzando in modo certosino quasi 900 specie tra animali e piante, nonche' circa 1350 incroci tra specie: l'articolo, recentemente apparso su Nature, illustra come in realta' non ci siano differenze tra i rappresentanti dei due regni, quando si tratta di collocarli nelle specie di appartenenza. Anzi, e' spesso vero il contrario: e' piu' facile che un incrocio tra due specie animali conduca a ibridi fertili, mentre le specie vegetali utilizzano molto piu' efficacemente la sterilita' degli ibridi per mantenere l'isolamento riproduttivo.
L'analisi e' consistita nell'esaminare e raggruppare statisticamente le caratteristiche morfologiche (attraverso tecniche di tassonomia numerica, o fenetica) e di ibridazione di centinaia di specie di animali e piante presentate in articoli comparsi negli ultimi cinquant'anni sulle riviste scientifiche piu' accreditate. Se da un lato si conferma, in piu' dell'ottanta per cento dei casi, l'effettiva presenza di raggruppamenti fenotipici discreti, talvolta si evidenzia un problema relativo all'assegnazione con troppa facilita' dello status di specie diversa in presenza
di gruppi tassonomici fortemente correlati; i tassonomisti sarebbero dunque troppo inclini a suddividere gli organismi in specie distinte! L'analisi dei dati di ibridazione ha fornito un risultato quantomeno sorprendente: mentre solo il trenta per cento delle circa 500 specie di piante esaminate sono capaci di produrre ibridi fertili, piu' del sessanta per cento delle specie animali prese in esame piu' riprodursi con successo con altre specie. Tutto cio' e' ben diverso dal quadro che solitamente ci viene presentato, dove l'ibridazione di specie animali e' dipinta come rara e molto strana, se non addirittura indotta dall'uomo. In realta' moltissime specie di uccelli e pesci sono in grado di ibridarsi in natura, con un'elevata probabilita' di generare prole fertile.
Secondo Rieseberg e i suoi collaboratori, i botanici sarebbero stati attratti per lungo tempo soprattutto da quelle specie (poche, per la verita': meno dell'uno per cento) che tendono a ibridarsi facilmente e i cui ibridi si riproducono asessualmente.
Mentre resta vivo il dibattito sulla natura biologica e filosofica del concetto di specie, Rieseberg sostiene che questo studio avvalora il concetto di specie come unita' che e' frutto dei processi evolutivi ed e' al tempo stesso capace di promuovere l'evoluzione.
Paola Nardi
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