Quando il buon senso vince
Tra dibattiti, battaglie legali e strategie politiche, la vicenda americana sulla lotta per l'affermazione di un principio costituzionale "la scuola pubblica non deve insegnare la
religione, in quanto non esiste una religione di stato", che si puo' tradurre nel concetto: "non si puo' insegnare religione, tantomeno nelle ore di scienze" cosi' ben argomentato nella ormai storica, ancorche' recentissima, sentenza di Dover, Pennsylvania, si arricchisce di nuovi eventi. Lo scorso febbraio, in concomitanza con il Meeting Annuale della prestigiosa AAAS
(American Association for the Advancement of Science) si e' tenuto un evento intitolato Evolution on the Front Line.
Esperti educatori, scienziati e rappresentanti religiosi, tra i quali George V. Coyne, astronomo e gesuita, direttore dell'Osservatorio Astronomico Vaticano (la famosa Specola), hanno cercato di comunicare a coloro che si trovano in prima linea, e cioe' i maestri e gli insegnanti che affrontano quotidianamente gli alunni e le loro famiglie, l'importanza del loro lavoro e quanto sia fondamentale mantenere fuori dalle loro lezioni di scienze tutto cio' che scienza non e'. Potete leggere il resoconto dell'evento ed ascoltare direttamente l'intervento di Coyne, peraltro gia' ospitato sulle pagine di Le Scienze (numero di gennaio 2006) in un articolo intitolato Scienza e fede: prove di dialogo. Interessante inoltre la Clergy Letter Project : diecimila religiosi americani, appartenenti a diversi ordini e tradizioni cristiane, hanno gia' firmato un manifesto che dichiara il rispetto per la Teoria dell'Evoluzione e richiama i propri fedeli a non cadere nell'equivoco di interpretare letteralmente le sacre scritture. L'iniziativa e' partita dal Wisconsin, per poi estendersi a tutti gli Stati Uniti.
La societa' americana si dimostra quindi viva e agguerrita contro l'attacco dei fondamentalisti cristiani, forte anche dell'allenza con i rappresentanti piu' tolleranti e intelligenti delle organizzazioni religiose stesse. Sara' sufficiente per vincere la guerra? Non e' facile prevederlo, ma per ora non e' poco.
Paola Nardi
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