Wednesday, March 01, 2006

L'effetto serra sull'oceano antico

L'effetto serra sull'oceano antico

Tra ottanta e cento milioni di anni fa, quando i dinosauri erano ancora i padroni della Terra, la temperatura dell'Oceano Atlantico raggiungeva valori fino a 42 °C!

Questi nuovi dati di paleotemperatura emergono da uno studio condotto dalla paleoclimatologa Karen Bice, del prestigioso Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), presentato recentemente al meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS). Il team di ricerca guidato dalla scienziata ha analizzato tre lunghe carote di sedimenti estratte nel 2003 al largo del Suriname, e attraverso misure di abbondanza isotopica e di tracce di elementi, ha determinato un range di temperatura tra 33 e 42 °C, che puo' essere confrontato con l'attuale range, oscillante tra 24 e 28 °C. L'incertezza in questo tipo di misura e' di soli due gradi Celsius.

Qual e' la causa di queste elevate temperature? L'effetto serra, naturalmente, alimentato da concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera ben piu' elevate di quelle attuali: dal materiale organico dei sedimenti sono stati stimati valori di CO2 tra 1.300 e 2.300 parti per milione (ppm), contro le 380 ppm odierne. Gli elevatissimi valori di anidride carbonica necessari a provocare effetti cosi' grandi sulle temperature degli oceani dovrebbero farci dormire sonni relativamente tranquilli, se non fosse per le evidenze raccolte nella seconda parte del lavoro della Bice: se si inseriscono le concentrazioni di CO2 ricavate in un attuale modello di previsione del clima in funzione della concentrazione dei gas serra, si ottengono valori di temperatura nettamente inferiori a quelli sperimentalmente ricavati dallo studio! Questo potrebbe significare che gli attuali modelli computazionali in realta' sottostimano fortemente gli effetti delle altissime concentrazioni di gas serra. E' fondamentale che i modelli climatici sappiano prevedere con accuratezza le temperature oceaniche: da cio' dipende la possibilita' di conoscere in tempo il verificarsi di fenomeni potenzialmente devastanti come uragani e forti precipitazioni. I modelli climatici vengono inoltre usati dai governi per decidere le politiche agricole: in questo campo gravi errori potrebbero comportare la perdita di importanti raccolti, con conseguenze
disastrose per le capacita' alimentari dei vari Paesi.

La ricerca comparira' su uno dei prossimi numeri della rivista Paleoceanography.

Paola Nardi

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