Se qualche genitore ritiene di sacrificarsi troppo per i propri figli, dovrebbe considerare un piccolo anfibio appartenente all'ordine Apoda (o Gymnophiona).
Si tratta di Boulengerula taitanus, una cecilia africana ovipara che nutre i propri piccoli con la propria epidermide, particolarmente ricca in nutrienti proprio quando le uova si schiudono. Lo illustrano in un articolo su Nature alcuni ricercatori della University of Michigan guidati dal biologo Ronald Nussbaum. I piccoli nascono gia' attrezzati, dotati cioe' di una speciale dentizione, che permette loro di staccare lo strato esterno della pelle delle loro madri. Questo particolare era gia' stato notato dai ricercatori negli anni '90, quando era stata studiata la specie ovipara Siphonops annulatus: la dentizione era maggiormente somigliante a quella fetale delle cecilie vivipare, piuttosto che ai denti dell'adulto della specie considerata. Questa osservazione, unita al
fatto che i piccoli rimanessero vicino alle proprie madri fino ad uno stato avanzato della crescita, e che queste avessero una pelle di diverso colore rispetto alle femmine non in attesa, aveva portato all'ipotesi che i piccoli si nutrissero di una sorta di secrezione che fuoriusciva dall'epidermide della madre. Oggi, alla luce delle nuove ricerche su B. taitanus, Ronald Nussbaum e colleghi avanzano la nuova spiegazione. In particolare, sono state catturate 21 femmine con i piccoli (da due a nove) e in cattivita' sono stati osservati ben otto episodi di questa speciale forma di alimentazione, denominata appunto dermatofagia. Durante il periodo di osservazione, i piccoli si sono nutriti esclusivamente della pelle delle loro madri, ed hanno
notevolmente aumentato la propria dimensione, a scapito del peso delle loro madri. Anche in questo caso si e' notata una colorazione diversa (piu' chiara) delle femmine in attesa: lo strato cutaneo esterno, normalmente costituito da cellule piatte e cheratinizzate, e' risultato ricco di vescicole contenenti lipidi e proteine in gran quantita'.
Le cecilie sono un gruppo poco conosciuto di anfibi apodi: di essi si sa che esistono sia specie ovipare che specie vivipare. Nei feti delle cecilie vivipare si e' scoperta la presenza di una dentizione decidua, che servirebbe a strappare materiale nutritivo dall'ovidotto della madre. I piccoli delle cecilie ovipare vengono invece solitamente nutriti dal tuorlo dell'uovo che li ha contenuti. Sembra quindi che l'insolita modalita' di cura parentale qui descritta indichi una forma di transizione tra l'oviparita' e la viviparita'; forse anche le specie oggi vivipare sono passate attraverso questo stadio, che necessita di un forte adattamento sia da parte dei piccoli che da parte della madre. La filogenia attualmente accettata di questo ordine di anfibi suggerisce che la viviparita' si sia evoluta diverse volte in modo indipendente, mentre i denti fetali, scoperti sia in cecilie vivipare che in cecilie ovipare, potrebbero avere un'unica origine ed essere omologhi.
Secondo gli autori e' particolarmente importante conoscere maggiori particolari su specie anfibie di cui non si hanno molte informazioni: gli studi odierni guideranno meglio scienziati e biologi conservativi nella salvaguardia di questi preziosi organismi.
Se volete saperne di piu' circa questi interessanti anfibi, potete collegarvi al seguente sito dello Zoo di San Diego.
Paola Nardi
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