Un pescegatto esce improvvisamente dall'acqua e cattura la sua preda sulla terraferma: e' lo spettacolo che potete ammirare se vi recate nelle paludi tropicali del Gabon.
Channallabes apus e' un pescegatto, delle dimensioni di 30-40 cm e con un corpo allungato e flessibile, studiato da un gruppo di ricercatori belgi dell'Universita' di Anversa. La sua particolarita' consiste nell'essere in grado di cacciare le sue prede preferite, insetti dell'ordine dei coleotteri, uscendo dall'ambiente acquatico e catturando le prede con le sue mascelle: una modalita' che puo' aiutare gli scienziati a capire la transizione che si verifico' circa quattrocento milioni di anni fa, quando alcuni pesci intraprendenti conquistarono la terraferma e diedero inizio al dominio dei tetrapodi. Il biologo Sam Van Wassenbergh e i suoi collaboratori hanno trasferito alcuni esemplari dal loro habitat naturale ad un acquario appositamente preparato presso il loro laboratorio universitario, e hanno filmato la caccia del pescegatto, scoprendo che esso si lancia al di fuori dell'acqua sollevando la parte anteriore del corpo e piegando la testa verso il ventre,
sovrastando cosi' la preda e trattenendola con le mascelle. Il resto del corpo serve al pesce per mantenersi in equilibrio mentre si trova fuori dall'acqua.
Piu' che la presenza di pinne pettorali capaci di sostenere il peso corporeo, nel corso dell'evoluzione sarebbero stati proprio gli adattamenti che consentono la flessione dorso-ventrale lungo la colonna vertebrale a permettere agli animali di catturare con successo prede terrestri: lo si evince dalla struttura di alcuni pesci con struttura tetrapode recentemente scoperti, come Panderichthys, nonche' dai tetrapodi ancestrali quali Ichthyostega.
Secondo gli autori, Channallabes apus presenta alcuni caratteri simili a Tiktaalik roseae,
il fossile appena ritrovato nelle remote terre artiche canadesi, oggi indicato come l'anello di congiunzione tra vertebrati acquatici e terrestri.
Per saperne di piu', potete leggere l'articolo pubblicato su Nature.
Paola Nardi
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