Rimbalza in questi giorni tra letteratura scientifica e televisione la notizia del ritrovamento fossile di un interessante rettile marino, il Dakosaurus andiniensis, vissuto 135 milioni di anni fa, tra Giurassico e Cretaceo.
Ancora una volta e' la Patagonia a regalarci questo nuovo ritrovamento (solo poche settimane fa era stata annunciata la scoperta del primo velociraptor sudamericano), nelle zone meridionali di Mendoza e di Neuquén, che nel periodo considerato formavano una profonda baia tropicale in quello che oggi chiamiamo Oceano Pacifico. Tre esemplari fossili furono ritrovati nel 1996 da una spedizione argentina guidata dai paleontologi Zulma Gasparini e Luis Spalletti della National University of La Plata, ma solo ultimamente Diego Pol, bioinformatico della Ohio State University ha determinato l'appartenenza di Dakosaurus alla famiglia dei coccodrilli. Certo un coccodrillo ben diverso dagli esemplari marini che si aggiravano in quel periodo: una dimensione ragguardevole (intorno ai quattro metri), un muso corto e tozzo, mascelle imponenti lunghe fino a mezzo metro con moltissimi denti seghettati; insomma, una perfetta macchina di predazione nei mari del Giurassico. A differenza dei coccodrilli attuali, infatti, gli antichi coccodrilli, come Dakosaurus, vivevano certamente in acqua, avendo pinne al posto degli arti.
I risultati di questa ricerca trovano spazio sull'ultimo numero di National Geographic Magazine ( la National Geographic Society ha finanziato questo progetto) che dedichera' un ampio articolo nel numero di Dicembre.
Paola Nardi