Una simulazione digitale sottolinea come il morso della tigre dai denti a sciabola fosse poco potente se considerate le sue dimensioni. Nonostante ciò, questo animale rimane uno straordinario predatore.
Nell'immaginario collettivo la tigre dai denti a sciabola o smilodonte (Smilodon californicus) è conosciuta come l'emblema del predatore abile e feroce, in grado di sopraffare una preda in pochi secondi grazie alle sue zanne. Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) potrebbe mettere in discussione questa visione.
La potenza del morso di questo animale è stato a lungo oggetto di dibattito tra coloro che sostenevano che lo smilodonte avesse un morso molto potente e chi, al contrario, relativamente debole rispetto alle sue dimensioni.
Ricercatori della University of New South Wales e della University of Newcastle hanno eseguito delle simulazioni digitali per testare l'effettiva potenza di tale morso, conoscendo le dimensioni del cranio e le proporzioni tra le varie componenti ossee che lo costituiscono. Si sono avvalsi di una tecnica, chiamata Finite Element Analysis (FEA), di solito usata per simulare i crash test di auto e treni. In questo modo, gli studiosi hanno potuto stabilire la forza esercitata dal morso e, di conseguenza, il possibile modo in cui poteva essere impiegato dalla tigre dai denti a sciabola.
I risultati indicano che questo organismo possedeva un morso piuttosto debole, se si considerano le sue dimensioni corporee. Infatti, poteva raggiungere una lungezza di 2 metri e un peso di 200 Kg, parametri simili a quelli di un leone maschio adulto, ma la potenza del suo morso, secondo la simulazione, era pari a solo un terzo di quella del leone (Panthera leo) attuale.
Questo esito, tuttavia, non implica che lo smilodonte non fosse ugualmente un predatore formidabile. Infatti, essendo un animale nello stesso tempo possente e agile, poteva catturare le sue prede inseguendole e lottando con loro, prima di sferrare il colpo di grazia alla gola con le sue zanne lunghe ed affilate. Un morso del genere, anche se non particolarmente potente, risultava sempre letale.
E' disponibile anche un breve video (in inglese) in cui i ricercatori illustrano la loro scoperta.
Andrea Romano
No comments:
Post a Comment