Segnalo la recensione del libro di Raffaele Prodomo, "La Natura umana. Evoluzionismo e storicismo" a cura di Emanuele Serrelli.
Recensione di:
Raffaele Prodomo, La Natura umana. Evoluzionismo e storicismo, Costantino Marco Editore, Cosenza, 2007, pp. 148, € 20,00.
Delineati in modo sintetico ma, si spera, abbastanza chiaro il percorso evolutivo della vita sul nostro pianeta e la complessità delle dinamiche ontogenetiche, si può immaginare come tale conoscenza interagisca con le classiche descrizioni della natura umana offerte dalla filosofia.
Con queste parole comincia il nono capitolo de La Natura umana di Raffaele Prodomo, preceduto da altri otto che utilizzano e fotografano in modo chiaro e sintetico i migliori lavori sull’evoluzione apparsi sulla scena internazionale negli ultimi trent’anni. Prodomo non inventa niente, e in questo caso è assolutamente un complimento: troppe volte abbiamo visto persone occuparsi di bioetica e non curarsi di conoscere in modo approfondito e di riportare in modo fedele il lavoro degli scienziati. Prodomo, medico e docente di bioetica, mostra invece una grande confidenza con le opere dei paleontologi Niles Eldredge e Stephen Jay Gould, dell’etologo Richard Dawkins, del paleoantropologo Ian Tattersall, dell’ecologo e antropologo Paul Ehrlich, del genetista Richard Lewontin, degli “psico-filosofi” Susan Oyama e Daniel Dennett, e di tanti altri grandi scienziati come Ernst Mayr, Luca Cavalli Sforza, Patrick Bateson, Gerald Edelman, Stuart Kauffman, Humberto Maturana e Francisco Varela e così via, il repertorio bibliografico è veramente ampio e appropriato, e in questo bel testo troverete davvero una buona sintesi che – aspetto fondamentale – ben conserva la complessità del dibattito interno alle scienze della vita. Così, i primi otto capitoli di questo libro potrebbero essere letti a sé, consigliati come una sintetica introduzione all’evoluzione e all’affascinante pluralità delle voci, tutte pienamente scientifiche, che se ne occupano. Cosa unisce queste voci? La risposta di Prodomo è anche il cuore del suo messaggio: un comune impegno nel costruire una narrazione storica, una narrazione dell’evoluzione che “stia in piedi”, che sia sensata e razionale e che sia insieme corale. Una narrazione, quindi, che necessariamente evolve essa stessa. Nel momento in cui vi è la tensione di ognuno nel contribuire alla narrazione con la propria specificità, ma anche il tentativo costante di risolvere le reciproche incoerenze e incompatibilità, la pluralità di punti di vista arricchisce la narrazione, la rende più forte e complessa, non più debole e confusa. Degli scienziati che si occupano di evoluzione, Prodomo apprezza e testimonia questo storicismo pluralista, e vi avverte una via verso la corretta trattazione delle questioni bioetiche.
Prodomo, l’abbiamo detto, non inventa niente. Ci pare prenda a prestito, dal neuroscienziato Steven Rose (Il cervello del ventunesimo secolo, Codice Edizioni), addirittura la struttura argomentativa del libro, che racconta e intreccia la filogenesi (la storia evolutiva delle specie) con l’ontogenesi (lo sviluppo dell’organismo individuale), partendo da lontano nel tentativo ultimo di spiegare cosa sia l’uomo e quale sia la sua posizione nella natura. Contingenza o determinazione, ritmo o ritmi, specie, linearità o cespuglio, sviluppo e ruolo dei geni… sembra quasi di vedere Prodomo trasportare fisicamente nel dibattito bioetico i libri che contengono il grandissimo lavoro filosofico ed epistemologico portato avanti in questi anni dagli scienziati stessi, evidentemente ignorati seppur molto tradotti in italiano, e di sentirlo dire ai suoi colleghi e a noi: gli studi ci sono, però bisogna leggerli!
È l’autore stesso che con questo libro dà un esempio di pluralismo evitando di “gerarchizzare” i saperi: da una parte, invocando la scienza correttamente, laddove spesso “si fa la morale alla scienza” senza lasciarle diritto di parola; dall’altra, evitando di pretendere dalla scienza una risposta univoca ai problemi etici, ovvero di “chiedere alla scienza di fare la morale”.
Sul contenuto più strettamente filosofico de La Natura umana, purtroppo chi scrive non ha sufficienti strumenti per esprimere un giudizio. O forse è una fortuna, che permetterà ad ognuno di confrontarsi da sé con la proposta di storicismo pluralistico di Prodomo, che attinge a fonti come Giambattista Vico e Benedetto Croce, accostati a Charles Darwin che fa la sua bella figura tra i due, e a confronto con pensatori quali Jean Paul Sartre e Friedrich Nietzsche. Perché, se è vero che dobbiamo pretendere dai filosofi e dai bioeticisti di confrontarsi con la scienza che tanto ci appassiona, anche noi non possiamo scrollare le spalle davanti a un dibattito filosofico che ci coinvolge tutti, che ha ripercussioni dirette sulle nostre vite, e che si occupa di temi sui quali siamo chiamati a prendere decisioni. Anche qui il libro di Prosdocimi non delude, spiegandoci con poche nette pennellate problemi come la moderna trasformazione della relazione terapeutica, i rischi di normative generiche o ambigue, l’irrompere della bioetica laddove l’etica medica classica non basta più, l’ampliamento della sua sfera di pertinenza, l’interdisciplinarietà e la rete tra i saperi in gioco.
Da non perdere, questo piccolo bel libro evoluto!
Emanuele Serrelli
Altri libri di Raffaele Prodomo:
Introduzione alla bioetica, La Città del Sole, 2006
Lineamenti di una bioetica liberale, Alberto Perdisa Editore, 2003
L'embrione tra etica e biologia. Un'analisi bioetica sulle radici della vita, Edizioni Scientifiche Italiane, 1998
Le nuove dimensioni della relazione terapeutica, Macro Edizioni, 1999
Medicina e libertà individuali, AGE-Alfredo Guida Editore, 1997
Questioni di etica medica. Fondamenti per una bioetica storicista, T. Pagano, 1992
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