Ritrovato un esemplare di xifosuro risalente a circa 445 milioni di anni fa, che presenta le caratteristiche morfologiche tipiche delle poche specie di questo gruppo ancora esistenti. La morfologia di questi animali si è mantenuta pressoché immutata per centinaia di milioni di anni.
Le forme di vita sulla Terra si sono modificate e avvicendate nel corso dei milioni di anni e anche all'interno dei singoli taxa si sono verificati importanti cambiamenti morfologici documentati nei reperti fossili. Esistono tuttvia alcuni gruppi tassonomici che hanno avuto una storia evolutiva particolare, subendo apparentemente poche modificazioni alle strutture corporee. Uno di questi è costituito dagli xifosuri (classe: Merostomata; sottoclasse: Xiphosura), un taxon di invertebrati marini, strettamente imparentato ai ragni e agli scorpioni moderni e ai giganteschi estinti euripteridi (vedi Il più grande artropode mai esistito: uno scorpione d'acqua del Devoniano), di cui oggi sopravvivono solo 6 specie.
Gli xifosuri, come si può vedere dalla foto che immortala esemplari di Limulus polyphemus, presentano una morfologia corporea particolare e molto "primitiva": possiedono una spina caudale postanale e un carapace robusto, che protegge una serie di zampe articolate e alcune paia di branchie lamellari. Questa struttura corporea si ripete nelle specie esistenti, ma è anche presente, con alcune piccole differenze morfologiche, in quelle estinte fino ad ora documentate.
Il piano corporeo così descritto si ripresenta in un esemplare di questo gruppo, ma di specie e genere nuovo alla scienza, rinvenuto da paleontologi del Royal Ontario Museum e risalente a circa 445 milioni di anni fa. Questo indica che le caratteristiche fondamentali di questo taxon molto conservato si sono evolute molto presto, già nell'Ordoviciano, quasi 100 milioni prima di quanto si pensasse fino ad ora.
La nuova specie, descritta sulla rivista Palaeontology, è stata deniminata Lunataspis aurora.
Andrea Romano
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