Segnalo questo curioso libro sull'applicazione "fin troppo" rigorosa dei concetti evolutivi nel campo del marketing:The Origin of Brands.Discover the Natural Laws of Product Innovation and Business Survival. By Al Ries, Laura Ries. HarperCollins, 2004
Ecco il Sommario:The Great Tree of LifePredicting the FutureDivide and ConquerGradual Change vs. DivergenceThe Curse of the Clock RadioSwiss Army Knife ThinkingBad Ideas Never DieThe Great Tree of High-Tech BrandsThe Great Tree of Low-Tech BrandsThe Mystery of the Missing LinksSurvival of the FirstestSurvival of the SecondestThe Power of PruningCreating a CategoryEstablishing an EnemyLaunching the BrandWrapping Things Up
Paolo Coccia
Qui troverete avvisi, comunicazioni, segnalazioni su tutte le novita' che potrebbero interessarvi: articoli, libri, eventi, temi controversi, bibliografie, dossier, ecc....
Sunday, December 24, 2006
Intelligent design and the Age of Endarkenment
Un preoccupato saggio sulle avvisaglie di un ritorno dell'Oscurantismo, dell'eclisse della ragione è appena stato pubblicato da Gerald Weissmann, direttore editoriale del prestigioso The FASEB Journal. L'articolo "Intelligent design and the Age of Endarkenment" potete trovarlo sull'ultimo fascicolo della rivista Pharos, autumn 2006
Seguite Weissmann su FASEB. I suoi editoriali spesso pubblicano articoli estremamente interessanti. Eccone alcuni (è gratuitol'accesso al testo intero):Teach evolution, learn science: we’re ahead of Turkey, but behind Iran FASEB J. 2006 20:2183-2185Swift-boating Darwin: alternative or complementary science FASEB J. 2006 20:405-407Intelligent Design: Hooke and The Lynxes FASEB J. 2005 19:1933-1935The facts of evolution: fighting the Endarkenment FASEB J. 2005 19:1581-1582
Paolo Coccia
Seguite Weissmann su FASEB. I suoi editoriali spesso pubblicano articoli estremamente interessanti. Eccone alcuni (è gratuitol'accesso al testo intero):Teach evolution, learn science: we’re ahead of Turkey, but behind Iran FASEB J. 2006 20:2183-2185Swift-boating Darwin: alternative or complementary science FASEB J. 2006 20:405-407Intelligent Design: Hooke and The Lynxes FASEB J. 2005 19:1933-1935The facts of evolution: fighting the Endarkenment FASEB J. 2005 19:1581-1582
Paolo Coccia
Evocruciverba
La redazione di Pikaia augura buone feste a tutti coloro che con le loro periodiche viste hanno reso il portale, nel panorama della informazione scientifica italiana, un punto di riferimento dell'evoluzione moderna.
Per non farvi rimanere in ozio durante queste "lunghissime vacanze" vi proponiamo un "compitino". Si tratta di un evocruciverba in due versioni, a stampa con le definizioni in chiaro e online con l'uso del cursore. Quest'ultima versione necessita l'abilitazione di JavaScript e la disabilitazione dei PopUp.
Il cruciverba dovrà essere perfezionato con le versioni successive...infatti l'evocruciverba che vi proponiamo non corregge gli eventuali errori. Ringraziamo inoltre la società web EclipseCrossword che ci ha permesso di realizzare tale prototipo.
Paolo Coccia
Per non farvi rimanere in ozio durante queste "lunghissime vacanze" vi proponiamo un "compitino". Si tratta di un evocruciverba in due versioni, a stampa con le definizioni in chiaro e online con l'uso del cursore. Quest'ultima versione necessita l'abilitazione di JavaScript e la disabilitazione dei PopUp.
Il cruciverba dovrà essere perfezionato con le versioni successive...infatti l'evocruciverba che vi proponiamo non corregge gli eventuali errori. Ringraziamo inoltre la società web EclipseCrossword che ci ha permesso di realizzare tale prototipo.
Paolo Coccia
L’ora di supplenza. A cura di Alessandra Magistrelli
Tutti sanno cosa sia un’ora di supplenza.
Per l’insegnante è un intervallo di tempo da passare in una classe spesso non sua e in cui può:- moderare il brusio, lanciando occhiate arcigne qua e là mentre corregge i compiti;- presentarsi spigliato, cercando di tenere testa alle battute studentesche per lo più grevi;- aprire un dibattito solitario su qualche importante argomento d’attualità, ponendo le domande e rispondendosi;- proporre un argomento riguardante la sua materia o quella del collega sostituito e spiegarlo a se stesso, visto che nessuno lo sta a sentire.
Per gli studenti l’ora di supplenza è un’ora vuota di significato da riempire con i mezzi di sempre : chiacchierare indisturbati, studiare per l’ora dopo, mettersi un paio d’occhiali neri e immergersi nel nirvana, sbeffeggiare il supplente, mangiare la pizzetta…Questa rubrica, rivolgendosi soprattutto ai proff., nasce allo scopo di nobilitare l’ora di supplenza, cercando di renderla un momento leggero sì, ma con un senso, un’occasione per trasmettere e raccogliere informazioni interessanti. Inoltre, è possibile forse fare qualcosa di diverso ancora .Vediamo quali sono gli ingredienti a disposizione: tempo e spazio limitati, uno stile colloquiale, poche pretese di approfondimento.Forse con questi elementi di partenza si può - perché no- aspirare anche a “un’ora di supplenza” intesa in senso lato e metaforico, come tempo (poco) e luogo (una rubrica) in cui le notizie fornite riescano a soddisfare quel tanto di curiosità che è in tutti, cercando di suscitare nei lettori di Pikaia qualche interesse. Pikaia è un portale sull’evoluzione naturale per cui s’intendono trattare solo temi a carattere scientifico, anche se non tutti sull’evoluzione. A seconda dell’ispirazione di chi scrive, verranno proposte brevi note biografiche di scienziati; succinti racconti di viaggi naturalistici; storie, talvolta incredibili, sul vagare di piante dal luogo di origine verso destinazioni lontane dove hanno fatto fortuna; vita e morte di insetti o di altri animali; semplici suggerimenti su come eseguire un’esperienza in classe con pochi materiali… e altro ancora pescato nel vasto mare della scienza. Una specie di almanacco Barbanera in cui trovare la notizia diversa, l’aneddoto, un po’ di distrazione .In fondo non si può chiedere di più a un’ora di supplenza.
Visitateci.....qui troverete le pillole orarie di "saggezza" naturalistica
Per l’insegnante è un intervallo di tempo da passare in una classe spesso non sua e in cui può:- moderare il brusio, lanciando occhiate arcigne qua e là mentre corregge i compiti;- presentarsi spigliato, cercando di tenere testa alle battute studentesche per lo più grevi;- aprire un dibattito solitario su qualche importante argomento d’attualità, ponendo le domande e rispondendosi;- proporre un argomento riguardante la sua materia o quella del collega sostituito e spiegarlo a se stesso, visto che nessuno lo sta a sentire.
Per gli studenti l’ora di supplenza è un’ora vuota di significato da riempire con i mezzi di sempre : chiacchierare indisturbati, studiare per l’ora dopo, mettersi un paio d’occhiali neri e immergersi nel nirvana, sbeffeggiare il supplente, mangiare la pizzetta…Questa rubrica, rivolgendosi soprattutto ai proff., nasce allo scopo di nobilitare l’ora di supplenza, cercando di renderla un momento leggero sì, ma con un senso, un’occasione per trasmettere e raccogliere informazioni interessanti. Inoltre, è possibile forse fare qualcosa di diverso ancora .Vediamo quali sono gli ingredienti a disposizione: tempo e spazio limitati, uno stile colloquiale, poche pretese di approfondimento.Forse con questi elementi di partenza si può - perché no- aspirare anche a “un’ora di supplenza” intesa in senso lato e metaforico, come tempo (poco) e luogo (una rubrica) in cui le notizie fornite riescano a soddisfare quel tanto di curiosità che è in tutti, cercando di suscitare nei lettori di Pikaia qualche interesse. Pikaia è un portale sull’evoluzione naturale per cui s’intendono trattare solo temi a carattere scientifico, anche se non tutti sull’evoluzione. A seconda dell’ispirazione di chi scrive, verranno proposte brevi note biografiche di scienziati; succinti racconti di viaggi naturalistici; storie, talvolta incredibili, sul vagare di piante dal luogo di origine verso destinazioni lontane dove hanno fatto fortuna; vita e morte di insetti o di altri animali; semplici suggerimenti su come eseguire un’esperienza in classe con pochi materiali… e altro ancora pescato nel vasto mare della scienza. Una specie di almanacco Barbanera in cui trovare la notizia diversa, l’aneddoto, un po’ di distrazione .In fondo non si può chiedere di più a un’ora di supplenza.
Visitateci.....qui troverete le pillole orarie di "saggezza" naturalistica
Nuove prospettive di filogenesi
Nasce un nuovo metodo per ricostruire la filogenesi e i rapporti di parentela tra specie.
Alcuni ricercatori delle Brown University e dell'Università della California a San Diego hanno messo a punto un metodo innovativo per ricostruire i processi evolutivi e per determinare i rapporti filogenetici tra le specie con precisione mai raggiunta fino ad oggi. Questa nuova metodologia, illustrata su Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), è in grado di riconoscere le microinversioni (sequenze molto corte di coppie di nucleotidi invertiti), che si stanno rivelando, negli ultimi anni, come importanti fattori di variabiltà genetica. Sarà possibile riconoscere microinversioni anche di poche decine di basi ma solamente se si è in possesso dell'esatta sequenza genica di tutte le specie che si vogliono confrontare.
I primi risultati sono relativi al confronto di una specifica regione del cromosoma 7 dell'uomo e dello scimpanzè ed hanno rivelato 187 microinversioni precedenetmente non riconosciute.
Andrea Romano
Alcuni ricercatori delle Brown University e dell'Università della California a San Diego hanno messo a punto un metodo innovativo per ricostruire i processi evolutivi e per determinare i rapporti filogenetici tra le specie con precisione mai raggiunta fino ad oggi. Questa nuova metodologia, illustrata su Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), è in grado di riconoscere le microinversioni (sequenze molto corte di coppie di nucleotidi invertiti), che si stanno rivelando, negli ultimi anni, come importanti fattori di variabiltà genetica. Sarà possibile riconoscere microinversioni anche di poche decine di basi ma solamente se si è in possesso dell'esatta sequenza genica di tutte le specie che si vogliono confrontare.
I primi risultati sono relativi al confronto di una specifica regione del cromosoma 7 dell'uomo e dello scimpanzè ed hanno rivelato 187 microinversioni precedenetmente non riconosciute.
Andrea Romano
Extracomunitari preistorici
Nei mitocondri delle nostre cellule un'importantissima informazione per la ricostruzione delle fasi e dei percorsi attraverso i quali la nostra specie ha colonizzato vaste aree del mondo prima di arrivare in Europa. Ne parla in un articolo Luca Sciortino su Panorama .........
Paolo Coccia
Paolo Coccia
Ritornano gli "Happy Hour evoluzionistici" a Milano
Pikaia è lieta di annunciare che, a partire da Gennaio e precisamente giovedì 11 alle ore 18.30, ripartono a Milano gli “Happy Hour evoluzionistici”. Ogni II° e IV° giovedì del mese riprendono i nostri incontri.
Ecco l'elenco:11 GennaioMarco FerragutiLa storia naturale degli spermatozoi
25 Gennaio Giovanni Caprara Evoluzione nella comunicazione scientifica: la professione del giornalista scientifico
15 Febbraio Guido Chiesura Isole di Darwin
8 Marzo Enrico Banfi L’evoluzione dell’ultima ora: l’invasione delle piante aliene
22 Marzo Agnese ViscontiL’evoluzione dell’energia: svolte economiche, ricerca scientifica e innovazioni tecnologiche
12 Aprile Fabrizia Gianni La pianta: un organismo ramificato a moduli
19 Aprile Giorgio Teruzzi All’origine dei gruppi animali
10 Maggio Giulio Giorello Evoluzione naturale, evoluzione culturale
24 Maggio Fabio Peri In principio era il vuoto… nascita ed evoluzione dell’universo
14 Giugno Telmo Pievani I coralli di Darwin: la storia avventurosa di una scoperta scientifica raccontata dai taccuini privati del grande naturalista
28 Giugno Luca Sciortino Evoluzione, epistemologia, divulgazione
Per informazioni:
Museo di Storia Naturale di MilanoIlaria Guaraldi Vinassa de Regny. Relazioni Esterne
02 88463337
ilaria.vinassa@comune.milano.it
www.comune.milano.it/museostorianaturale
Ecco l'elenco:11 GennaioMarco FerragutiLa storia naturale degli spermatozoi
25 Gennaio Giovanni Caprara Evoluzione nella comunicazione scientifica: la professione del giornalista scientifico
15 Febbraio Guido Chiesura Isole di Darwin
8 Marzo Enrico Banfi L’evoluzione dell’ultima ora: l’invasione delle piante aliene
22 Marzo Agnese ViscontiL’evoluzione dell’energia: svolte economiche, ricerca scientifica e innovazioni tecnologiche
12 Aprile Fabrizia Gianni La pianta: un organismo ramificato a moduli
19 Aprile Giorgio Teruzzi All’origine dei gruppi animali
10 Maggio Giulio Giorello Evoluzione naturale, evoluzione culturale
24 Maggio Fabio Peri In principio era il vuoto… nascita ed evoluzione dell’universo
14 Giugno Telmo Pievani I coralli di Darwin: la storia avventurosa di una scoperta scientifica raccontata dai taccuini privati del grande naturalista
28 Giugno Luca Sciortino Evoluzione, epistemologia, divulgazione
Per informazioni:
Museo di Storia Naturale di MilanoIlaria Guaraldi Vinassa de Regny. Relazioni Esterne
02 88463337
ilaria.vinassa@comune.milano.it
www.comune.milano.it/museostorianaturale
Dopo i Fascisti su Marte, ecco i Creazionisti su Nature...
Se quest'ultimo fosse soltanto il titolo di una nuova, divertente opera del simpatico Corrado Guzzanti, ci prepareremmo a fare quattro sane risate, e invece...
Invece si tratta di un vero e proprio scivolone compiuto da una delle piu' quotate e apprezzate riviste di divulgazione scientifica del mondo: insomma, dall'annuncio, in una ormai storica paginetta striminzita, della scoperta della struttura del DNA da parte di Watson e Crick, alla pubblicazione di una lettera dall'eloquente titolo: Creationism, evolution: nothing has been proved. La lettera porta la firma di un esponente politico polacco, che da tempo cerca di promuovere l'ingresso del creazionismo tra i banchi di scuola del suo paese. La sua breve lettera e' gia' un triste manifesto, strapieno di banalita' rigettate scientificamente da decenni, di quel "rigore scientifico" che si vorrebbe introdurre, per arrivare addirittura a negare l'evoluzione come fatto!
Alla lettera rispondono sull'ultimo numero di Nature numerosi scienziati, tra i quali Uwe Balthasar e Susannah Maidment dell'Universita' di Cambridge, esprimendo tutta la loro contrarieta' alla pubblicazione di affermazioni cosi' palesemente prive di ogni fondamento scientifico (Nature non e' letto solo da esperti scienziati, ma anche da persone di media cultura, che si affidano alla reputazione di una rivista scientifica per ritenere affidabile cio' che leggono), e richiamando gli editori della prestigiosa rivista ad applicare alla sezione Corrispondenza lo stesso rigore scientifico richiesto per le altre sezioni.
Noi tutti speriamo, quando saranno tempi migliori, di poter assistere a Creazionisti su Nature soltanto accomodati sulle comode poltrone di un teatro o di un cinema......
Paola Nardi
Invece si tratta di un vero e proprio scivolone compiuto da una delle piu' quotate e apprezzate riviste di divulgazione scientifica del mondo: insomma, dall'annuncio, in una ormai storica paginetta striminzita, della scoperta della struttura del DNA da parte di Watson e Crick, alla pubblicazione di una lettera dall'eloquente titolo: Creationism, evolution: nothing has been proved. La lettera porta la firma di un esponente politico polacco, che da tempo cerca di promuovere l'ingresso del creazionismo tra i banchi di scuola del suo paese. La sua breve lettera e' gia' un triste manifesto, strapieno di banalita' rigettate scientificamente da decenni, di quel "rigore scientifico" che si vorrebbe introdurre, per arrivare addirittura a negare l'evoluzione come fatto!
Alla lettera rispondono sull'ultimo numero di Nature numerosi scienziati, tra i quali Uwe Balthasar e Susannah Maidment dell'Universita' di Cambridge, esprimendo tutta la loro contrarieta' alla pubblicazione di affermazioni cosi' palesemente prive di ogni fondamento scientifico (Nature non e' letto solo da esperti scienziati, ma anche da persone di media cultura, che si affidano alla reputazione di una rivista scientifica per ritenere affidabile cio' che leggono), e richiamando gli editori della prestigiosa rivista ad applicare alla sezione Corrispondenza lo stesso rigore scientifico richiesto per le altre sezioni.
Noi tutti speriamo, quando saranno tempi migliori, di poter assistere a Creazionisti su Nature soltanto accomodati sulle comode poltrone di un teatro o di un cinema......
Paola Nardi
Il parco giochi degli anti Darwin
Su “La Stampa” il titolo “Il parco giochi degli anti Darwin” incuriosisce (Giovanna Zucconi, 15 novembre 2006). Non si tratta di un’altra mossa di quei creazionisti che hanno avanza-to in tribunale la pretesa di insegnare l’Intelligent Design nelle scuole mascherandolo da teoria evoluzionistica: in questo caso non c’è neppure il tentativo di celarsi dietro false dimostrazioni, l’assurdità è del tutto evidente. Nonostante ciò è difficile passare sopra l'allestimento di un museo creazionista di scienze naturali che illustra la storia della Terra secondo gli insegnamenti della Bibbia. Aperto al pubblico dal 29 aprile del 2005, si trova ad Eureka Springs, in Arkansas, all'interno di un parco a tema cristiano tradizionalista, The Great Passion Play, http://www.greatpassionplay.org.
Il museo fa parte del grande progetto della Creation Truth Foundation, organizzazione a favore dell'interpretazione letterale del racconto biblico che sostiene che "il vecchio e il nuovo testamento sono ispirati dal divino e quindi infallibili in tutti i temi che trattano: scientifici, storici, morali e teologici".Considerando quella cinquantina di milioni di americani che hanno dichiarato di credere che la Terra e l'uomo siano stati creati in una settimana, e le migliaia di persone che ogni anno visitano e visiteranno questa nuova attrazione, è molto interessante andare a dare un occhiata al sito ufficiale del museo (http://www.moeh.org). Da una parte si ha la possibilità di percorrere le cinque sezioni che costituiscono l’esposizione: il Paradiso terrestre, la Torre di Babele, l'Era glaciale, il Diluvio universale, i Dinosauri. Con grande cura e dispendio di denaroil museo ha commissionato la realizzazione delle repliche esatte di dieci scheletri di dinosauri e altri rettili marini e di nove crani, basandosi su reperti paleontologici; allo stesso modo è stato riprodotto il Grand Canyon, fatto risalire al Diluvio universale, così come viene mostrata un’animazione al computer che illustra come Noè avesse sistemato e nutrito gli animali nell’arca. Dall’altra parte si ha il modo di immergersi all’interno della filosofia che sta alla base del progetto entrando negli spazi contrassegnati dalle esortazioni “impara”, “scopri”, “esplora” e “educa”. Quali potranno mai essere queste rivelazioni da apprendere e da fare proprie? La scelta tra le spiegazioni fantascientifiche è ampia. Il tema affrontato riguarda i dinosauri e i reperti fossili ritrovati che ne attestano la passata esistenza: sono necessarie delle risposte alle domande che più potrebbero far crollare tutto il sistema. Si passa quindi alle dimostrazioni per cui i brontosauri sarebbero stati contemporanei degli uomini primitivi, ai reperti che indicherebbero come i tirannosauri sarebbero stati ancora vivi 10 mila anni fa, dato che ci sarebbero impronte fossili di piedi umani tra quelle attribuite a loro. La conclusione sarebbe una: Dio, dopo averli creati insieme a tutte le altre creature terrestri, avrebbe salvato i dinosauri sull'Arca; questi si sarebbero estinti dopo il ritiro delle acque, centodieci anni dopo il Diluvio. Il termine “dinosauri” non comparirebbe nelle moderne traduzioni della Bibbia solo perché introdotto dalla letteratura scientifica 500 anni dopo le prime traduzioni della Bibbia dal latino. Viene da chiedersi quanto debba preoccuparsi la comunità scientifica di fronte a un’istituzione il cui curatore scientifico sostiene che gli scheletri di ominidi rinvenuti dai paleontologi siano “forse di malati, o di handicappati, così come se ne vedono per le strade di New York”. Quello che invece deve far riflettere è il livello di pervasività e di influenza che una corrente come quella creazionista riesce a raggiungere oggi negli Stati Uniti; il paese più sviluppato “crede” alle teorie più retrograde.
Vera Lelli
Il museo fa parte del grande progetto della Creation Truth Foundation, organizzazione a favore dell'interpretazione letterale del racconto biblico che sostiene che "il vecchio e il nuovo testamento sono ispirati dal divino e quindi infallibili in tutti i temi che trattano: scientifici, storici, morali e teologici".Considerando quella cinquantina di milioni di americani che hanno dichiarato di credere che la Terra e l'uomo siano stati creati in una settimana, e le migliaia di persone che ogni anno visitano e visiteranno questa nuova attrazione, è molto interessante andare a dare un occhiata al sito ufficiale del museo (http://www.moeh.org). Da una parte si ha la possibilità di percorrere le cinque sezioni che costituiscono l’esposizione: il Paradiso terrestre, la Torre di Babele, l'Era glaciale, il Diluvio universale, i Dinosauri. Con grande cura e dispendio di denaroil museo ha commissionato la realizzazione delle repliche esatte di dieci scheletri di dinosauri e altri rettili marini e di nove crani, basandosi su reperti paleontologici; allo stesso modo è stato riprodotto il Grand Canyon, fatto risalire al Diluvio universale, così come viene mostrata un’animazione al computer che illustra come Noè avesse sistemato e nutrito gli animali nell’arca. Dall’altra parte si ha il modo di immergersi all’interno della filosofia che sta alla base del progetto entrando negli spazi contrassegnati dalle esortazioni “impara”, “scopri”, “esplora” e “educa”. Quali potranno mai essere queste rivelazioni da apprendere e da fare proprie? La scelta tra le spiegazioni fantascientifiche è ampia. Il tema affrontato riguarda i dinosauri e i reperti fossili ritrovati che ne attestano la passata esistenza: sono necessarie delle risposte alle domande che più potrebbero far crollare tutto il sistema. Si passa quindi alle dimostrazioni per cui i brontosauri sarebbero stati contemporanei degli uomini primitivi, ai reperti che indicherebbero come i tirannosauri sarebbero stati ancora vivi 10 mila anni fa, dato che ci sarebbero impronte fossili di piedi umani tra quelle attribuite a loro. La conclusione sarebbe una: Dio, dopo averli creati insieme a tutte le altre creature terrestri, avrebbe salvato i dinosauri sull'Arca; questi si sarebbero estinti dopo il ritiro delle acque, centodieci anni dopo il Diluvio. Il termine “dinosauri” non comparirebbe nelle moderne traduzioni della Bibbia solo perché introdotto dalla letteratura scientifica 500 anni dopo le prime traduzioni della Bibbia dal latino. Viene da chiedersi quanto debba preoccuparsi la comunità scientifica di fronte a un’istituzione il cui curatore scientifico sostiene che gli scheletri di ominidi rinvenuti dai paleontologi siano “forse di malati, o di handicappati, così come se ne vedono per le strade di New York”. Quello che invece deve far riflettere è il livello di pervasività e di influenza che una corrente come quella creazionista riesce a raggiungere oggi negli Stati Uniti; il paese più sviluppato “crede” alle teorie più retrograde.
Vera Lelli
Ognuno di noi è una razza a sé
Su il manifesto del 3 Dicembre 2006 è apparso il saggio di Telmo Pievani dal titolo:Ognuno di noi è una razza a séRiportiamo il brano di apertura.....Il vizio di suddividere la specie umana in razze usando la biologia, e da qualche anno perlustrando i recessi molecolari del genoma, resiste strenuamente nonostante le ripetute sconfitte collezionate sul piano sperimentale. Il tenace attaccamento a un concetto vuoto - che è costato ad alcuni genetisti l’accusa di aver rimosso le razze umane soltanto per motivi politically correct - trascina la scienza nell’arena del dibattito politico e alimenta una storia piena di colpi di scena.....................e il testo completo.........
.........cortesemente reso disponibile dall'autore.
Paolo Coccia
.........cortesemente reso disponibile dall'autore.
Paolo Coccia
Il papa e l’eretico: la strana alleanza dei teologi tedeschi
Su Micromega n. 10/06 apparirà il saggio di Telmo Pievani dal titolo:Il papa e l’eretico: la strana alleanza dei teologi tedeschiRiportiamo il brano di apertura.....I più attenti sanno che il discorso pronunciato il 12 settembre 2006 da papa Benedetto XVI a Ratisbona aveva ben poco a che vedere con la questione dei rapporti fra cristiani e musulmani. Depositatosi il polverone isterico delle proteste islamiche radicali, da una parte, e delle accorate difese d’ufficio dei nostri atei devoti e teo-democratici, dall’altra, testo alla mano vediamo che il tema della dotta conferenza del pontefice mirava a un classico del pensiero occidentale: quale rapporto di concordanza e di dialogo può instaurarsi fra fede biblica e ragione, tra fides et ratio.................
...e il testo completo..........
........cortesemente reso disponibile dall'autore.
Segnalo inoltre che il Corriere della Sera di Sabato 2 Dicembre 2006 riporta un articolo di Antonio Carioti sulla situazione del dibattito tra le religioni e i non credenti in Italia, dal titolo:Il ritorno degli atei. Libri, riviste, siti web. In nome di Darwin e Hume
Paolo Coccia
...e il testo completo..........
........cortesemente reso disponibile dall'autore.
Segnalo inoltre che il Corriere della Sera di Sabato 2 Dicembre 2006 riporta un articolo di Antonio Carioti sulla situazione del dibattito tra le religioni e i non credenti in Italia, dal titolo:Il ritorno degli atei. Libri, riviste, siti web. In nome di Darwin e Hume
Paolo Coccia
L'evoluzione del cancro per selezione naturale
Il cancro oggi, sempre piu' considerato come un vero e proprio sistema naturale, diventa oggetto di studio di ecologi e biologi evolutivi.
Secondo il biologo Carlo C. Maley, che guida il programma di ricerca sulla Oncogenesi Molecolare e Cellulare del Wistar Institute di Philadelphia, una popolazione di cellule tumorali subisce mutazioni ed e' costantemente sotto il vaglio della selezione naturale, e percio' e' in continua evoluzione: questi meccanismi, tra l'altro, conducono verso la malignita' del tumore e determinano la resistenza ai farmaci. Dalle ultime ricerche emerge un quadro rivoluzionario: per essere vincente, la nuova frontiera di ricerca contro il cancro deve necessariamente assumere un approccio evoluzionistico. Problemi molto seri come la resistenza che le cellule tumorali sviluppano nei confronti della chemioterapia possono essere superati soltanto grazie a strategie che tengano conto del naturale procedere evolutivo di un tumore. Quando si osserva il mosaico di cellule con distinte caratteristiche genetiche che costituisce una massa tumorale, di come le varie mutazioni esistenti siano in effetti ereditabili, e di come esse siano sottoposte alla selezione, mostrando un tasso di riproduzione differenziato, ci si rende conto di quanto sia effettivamente corretto questo approccio.
Sfruttando l'idea che le diverse cellule tumorali agiscono, insieme alle cellule sane dell'organismo ammalato, come in una qualsiasi altra comunita' biologica, Maley ritiene che le terapie anti-tumorali di nuova generazione debbano agire basandosi su fattori tipicamente ecologici quali competizione, predazione, parassitismo, mutualismo. Un paio di esempi? Se si riuscisse a migliorare la fitness delle cellule sane, sostenendole adeguatamente con farmaci adatti, queste potrebbero vincere la "gara per la vita", cioe' la competizione, contro le cellule tumorali. Un'altra idea davvero intrigante e' quella di indurre un sensibile miglioramento nella fitness delle cellule tumorali particolarmente sensibili agli attuali chemioterapici, in modo che queste sbaraglino gli altri mutanti tumorali insensibili, prima di essere spazzate via dai chemioterapici stessi.
Potete leggere l'interessante lavoro di Maley pubblicato sul numero di dicembre di Nature Reviews Cancer.
Paola Nardi
Secondo il biologo Carlo C. Maley, che guida il programma di ricerca sulla Oncogenesi Molecolare e Cellulare del Wistar Institute di Philadelphia, una popolazione di cellule tumorali subisce mutazioni ed e' costantemente sotto il vaglio della selezione naturale, e percio' e' in continua evoluzione: questi meccanismi, tra l'altro, conducono verso la malignita' del tumore e determinano la resistenza ai farmaci. Dalle ultime ricerche emerge un quadro rivoluzionario: per essere vincente, la nuova frontiera di ricerca contro il cancro deve necessariamente assumere un approccio evoluzionistico. Problemi molto seri come la resistenza che le cellule tumorali sviluppano nei confronti della chemioterapia possono essere superati soltanto grazie a strategie che tengano conto del naturale procedere evolutivo di un tumore. Quando si osserva il mosaico di cellule con distinte caratteristiche genetiche che costituisce una massa tumorale, di come le varie mutazioni esistenti siano in effetti ereditabili, e di come esse siano sottoposte alla selezione, mostrando un tasso di riproduzione differenziato, ci si rende conto di quanto sia effettivamente corretto questo approccio.
Sfruttando l'idea che le diverse cellule tumorali agiscono, insieme alle cellule sane dell'organismo ammalato, come in una qualsiasi altra comunita' biologica, Maley ritiene che le terapie anti-tumorali di nuova generazione debbano agire basandosi su fattori tipicamente ecologici quali competizione, predazione, parassitismo, mutualismo. Un paio di esempi? Se si riuscisse a migliorare la fitness delle cellule sane, sostenendole adeguatamente con farmaci adatti, queste potrebbero vincere la "gara per la vita", cioe' la competizione, contro le cellule tumorali. Un'altra idea davvero intrigante e' quella di indurre un sensibile miglioramento nella fitness delle cellule tumorali particolarmente sensibili agli attuali chemioterapici, in modo che queste sbaraglino gli altri mutanti tumorali insensibili, prima di essere spazzate via dai chemioterapici stessi.
Potete leggere l'interessante lavoro di Maley pubblicato sul numero di dicembre di Nature Reviews Cancer.
Paola Nardi
L'ereditarietà prima della genetica
L'ereditarietà prima della genetica
Ecco un nuovo articolo di storia della scienza che getta luce sul periodo predarwiniano. Retrocedendo fino al 17mo secolo, l'autore, ripercorre la storia di come gli studiosi hanno pensato e riflettuto sulla persistente somiglianza, di generazione in generazione, tra genitori e figli.
Il saggio che vi propongo, scritto da Matthew Cobb (Faculty of Life Sciences, University of Manchester, UK) si intitola:Heredity before genetics: a historyNature Reviews Genetics 7, 953-958 (December 2006)
Vi ricordo che sulla storia della scienza ho recentemente segnalato anche questa review:Le celebrazioni Darwiniane di un secolo fa: 1909
Paolo Coccia
Ecco un nuovo articolo di storia della scienza che getta luce sul periodo predarwiniano. Retrocedendo fino al 17mo secolo, l'autore, ripercorre la storia di come gli studiosi hanno pensato e riflettuto sulla persistente somiglianza, di generazione in generazione, tra genitori e figli.
Il saggio che vi propongo, scritto da Matthew Cobb (Faculty of Life Sciences, University of Manchester, UK) si intitola:Heredity before genetics: a historyNature Reviews Genetics 7, 953-958 (December 2006)
Vi ricordo che sulla storia della scienza ho recentemente segnalato anche questa review:Le celebrazioni Darwiniane di un secolo fa: 1909
Paolo Coccia
MOLECOLE PUNTEGGIATE?
MOLECOLE PUNTEGGIATE?
Il modello dell’evoluzione per equilibri punteggiati (e.p.) consiste nel vedere l’evoluzione come se il cambiamento fosse concentrato nei (rari!) eventi di speciazione, seguiti poi da lunghi periodi di stasi. Questo modello suscita grandi dibattiti che troppo spesso assomigliano a certe diatribe filosofiche dei tempi andati. E’ abbastanza raro vedere articoli che affrontano il problema della frequenza del modello e.p. partendo “dai dati”, che di solito sono serie fossili.
Tuttavia, se l’evoluzione è avvenuta nell’uno o nell’altro dei modi potrebbe aver lasciato traccia anche negli esseri viventi attuali. Le filogenesi molecolari, ad esempio, potrebbero aver conservato segnali di come sono avvenute le speciazioni.
Mark Pagel e coll. (Large Punctuational Contribution of Speciation to Evolutionary divergence at the Molecular Level. Science, VOL. 314 , 119-121, 6 ottobre 2006) esaminano un centinaio di filogenesi molecolari già pubblicate in gruppi assai diversi fra loro, accomunati dal basso livello sistematico (siamo all’interno di generi, famiglie, o al massimo ordini). Prendono le sequenze geniche pubblicate, ci costruiscono le filogenesi, e si propongono di vedere se la lunghezza dei cammini che separano i taxa presi in esame sia correlata più al numero di nodi (=eventi di speciazione = sostegno al modello e.p.) oppure al tempo di separazione dei taxa (= sostegno al “gradualismo filetico”). E scoprono che il 35% delle filogenesi studiate mostrano effetti da e.p. L’effetto sembra più marcato nelle piante e nei funghi che negli animali.
Naturalmente, se le cose stanno così, i cambiamenti “da e.p.” rendono ben meno utilizzabili gli orologi biologici, che non marcherebbero più il tempo con precisione, influenzati come sono dagli eventi di speciazione. Pagel e coll. scoprono che, nelle filogenesi dove hanno rimarcato un effetto e.p., vi è un contributo alla deviazione dagli orologi che può raggiungere il 48%. Non trovano invece traccia di stasi, il secondo componente degli e.p., nelle filogenesi esaminate. Basterebbe anche solo l’effetto sugli orologi per trovare interessante questo articolo: gli autori sostengono che prima di applicare un orologio biologico, d’ora in avanti, uno dovrebbe vedere quanto il suo taxon commina per e.p.
Stephen Jay Gould, uno dei due padri degli e.p., chiedendosi quanto frequenti fossero gli eventi evolutivi che seguono quel modello, scrisse anni fa sulla non dimenticata rivista italiana Scientia: “ … una stima, ad. occhio e croce, del 90% è sufficiente a scagionarmi dall’accusa di definire la mia tesi in termini tali da facilitarle la vittoria? Se Dio apparisse e ci informasse che il 48,647 % degli eventi evolutivi significativi è avvenuto per equilibri punteggiati, ne sarei poco (solo poco) più che semisoddisfatto, ma avere mezza ragione è una benedizione in un mondo complesso.” (Gli equilibri punteggiati convalidano un approccio gerarchico alla macroevoluzione, Scientia, 1983, pp. 159-163). Chissà come potrebbe commentare i dati di Pagel e coll.?
Marco Ferraguti
Il modello dell’evoluzione per equilibri punteggiati (e.p.) consiste nel vedere l’evoluzione come se il cambiamento fosse concentrato nei (rari!) eventi di speciazione, seguiti poi da lunghi periodi di stasi. Questo modello suscita grandi dibattiti che troppo spesso assomigliano a certe diatribe filosofiche dei tempi andati. E’ abbastanza raro vedere articoli che affrontano il problema della frequenza del modello e.p. partendo “dai dati”, che di solito sono serie fossili.
Tuttavia, se l’evoluzione è avvenuta nell’uno o nell’altro dei modi potrebbe aver lasciato traccia anche negli esseri viventi attuali. Le filogenesi molecolari, ad esempio, potrebbero aver conservato segnali di come sono avvenute le speciazioni.
Mark Pagel e coll. (Large Punctuational Contribution of Speciation to Evolutionary divergence at the Molecular Level. Science, VOL. 314 , 119-121, 6 ottobre 2006) esaminano un centinaio di filogenesi molecolari già pubblicate in gruppi assai diversi fra loro, accomunati dal basso livello sistematico (siamo all’interno di generi, famiglie, o al massimo ordini). Prendono le sequenze geniche pubblicate, ci costruiscono le filogenesi, e si propongono di vedere se la lunghezza dei cammini che separano i taxa presi in esame sia correlata più al numero di nodi (=eventi di speciazione = sostegno al modello e.p.) oppure al tempo di separazione dei taxa (= sostegno al “gradualismo filetico”). E scoprono che il 35% delle filogenesi studiate mostrano effetti da e.p. L’effetto sembra più marcato nelle piante e nei funghi che negli animali.
Naturalmente, se le cose stanno così, i cambiamenti “da e.p.” rendono ben meno utilizzabili gli orologi biologici, che non marcherebbero più il tempo con precisione, influenzati come sono dagli eventi di speciazione. Pagel e coll. scoprono che, nelle filogenesi dove hanno rimarcato un effetto e.p., vi è un contributo alla deviazione dagli orologi che può raggiungere il 48%. Non trovano invece traccia di stasi, il secondo componente degli e.p., nelle filogenesi esaminate. Basterebbe anche solo l’effetto sugli orologi per trovare interessante questo articolo: gli autori sostengono che prima di applicare un orologio biologico, d’ora in avanti, uno dovrebbe vedere quanto il suo taxon commina per e.p.
Stephen Jay Gould, uno dei due padri degli e.p., chiedendosi quanto frequenti fossero gli eventi evolutivi che seguono quel modello, scrisse anni fa sulla non dimenticata rivista italiana Scientia: “ … una stima, ad. occhio e croce, del 90% è sufficiente a scagionarmi dall’accusa di definire la mia tesi in termini tali da facilitarle la vittoria? Se Dio apparisse e ci informasse che il 48,647 % degli eventi evolutivi significativi è avvenuto per equilibri punteggiati, ne sarei poco (solo poco) più che semisoddisfatto, ma avere mezza ragione è una benedizione in un mondo complesso.” (Gli equilibri punteggiati convalidano un approccio gerarchico alla macroevoluzione, Scientia, 1983, pp. 159-163). Chissà come potrebbe commentare i dati di Pagel e coll.?
Marco Ferraguti
Ecosistemi marini: l’evoluzione crea, l’uomo distrugge
Ecosistemi marini: l’evoluzione crea, l’uomo distrugge
Recenti studi scoprono un'improvvisa esplosione della vita nel mare dopo la grande estinzione di 250 milioni di anni fa e contemporaneamente constatiamo che siamo noi ora la causa di una grande estinzione.
Gli scienziati del Field Museum of Natural History di Chicago hanno studiato, analizzando un database di registrazioni fossili (http://paleodb.org/cgi-bin/bridge.pl), come la vita marina si cambiata negli ultimi 545 milioni di anni. Invece di notare un graduale incremento nel numero delle specie hanno riscontrato una “esplosione” di vita dopo la grande estinzione che avvenne alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa. (Peter J. Wagner, Matthew A. Kosnik, Scott Lidgard. Abundance Distributions Imply Elevated Complexity of Post-Paleozoic Marine Ecosystems. Science 24 November 2006: Vol. 314. no. 5803, pp. 1289 – 1292).
Gli autori dello studio sottolineano inoltre come l’attuale sfruttamento delle risorse ittiche stia danneggiando gli ecosistemi marini. Si tratta di un argomento di grande attualità tanto che solo poco tempo fa, sempre su Science, è stato pubblicato un importante studio sulle conseguenze del sovra-sfruttamento sulla biodiversità marina. (Impacts of Biodiversity Loss on Ocean Ecosystem Services, Boris Worm et al. Science 3 November 2006: 314 (5800), 787)
L’eccessivo sfruttamanto delle risorse ittiche minaccia così tanto alcuni ecosistemi marini che essi ricordano sempre più i fondali di 550 milioni di anni fa, prima della comparsa di molti gruppi animali. Nemmeno un asteroide avrebbe saputo fare di meglio…
Chiara Ceci
Recenti studi scoprono un'improvvisa esplosione della vita nel mare dopo la grande estinzione di 250 milioni di anni fa e contemporaneamente constatiamo che siamo noi ora la causa di una grande estinzione.
Gli scienziati del Field Museum of Natural History di Chicago hanno studiato, analizzando un database di registrazioni fossili (http://paleodb.org/cgi-bin/bridge.pl), come la vita marina si cambiata negli ultimi 545 milioni di anni. Invece di notare un graduale incremento nel numero delle specie hanno riscontrato una “esplosione” di vita dopo la grande estinzione che avvenne alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa. (Peter J. Wagner, Matthew A. Kosnik, Scott Lidgard. Abundance Distributions Imply Elevated Complexity of Post-Paleozoic Marine Ecosystems. Science 24 November 2006: Vol. 314. no. 5803, pp. 1289 – 1292).
Gli autori dello studio sottolineano inoltre come l’attuale sfruttamento delle risorse ittiche stia danneggiando gli ecosistemi marini. Si tratta di un argomento di grande attualità tanto che solo poco tempo fa, sempre su Science, è stato pubblicato un importante studio sulle conseguenze del sovra-sfruttamento sulla biodiversità marina. (Impacts of Biodiversity Loss on Ocean Ecosystem Services, Boris Worm et al. Science 3 November 2006: 314 (5800), 787)
L’eccessivo sfruttamanto delle risorse ittiche minaccia così tanto alcuni ecosistemi marini che essi ricordano sempre più i fondali di 550 milioni di anni fa, prima della comparsa di molti gruppi animali. Nemmeno un asteroide avrebbe saputo fare di meglio…
Chiara Ceci
Riflessioni per i filosofi della scienza
Riflessioni per i filosofi della scienza
E' imminente la pubblicazione di un intero fascicolo dedicato ai rapporti tra la teleologia kantiana e le scienze biologiche curato dalla rivista Studies in History and Philosophy of Science Part C: Studies in History and Philosophy of Biological and Biomedical Sciences.
Articoli speculativi che susciteranno discussioni e riflessioni. Ecco il sommario:1. Introduction: Kantian teleology and the biological sciences Joan Steigerwald 2. Naturalising purpose: From comparative anatomy to the ‘adventure of reason’ Philippe Huneman 3. Kant’s concept of natural purpose and the reflecting power of judgementJoan Steigerwald 4. Kant on biological teleology: Towards a two-level interpretation Marcel Quarfood 5. Kant on the history of nature: The ambiguous heritage of the critical philosophy for natural history Phillip R. Sloan 6. Teleology then and now: The question of Kant’s relevance for contemporary controversies over function in biologyJohn Zammito 7. Kant on epigenesis, monogenesis and human nature: The biological premises of anthropology Alix A. Cohen 8. Mechanical explanation of nature and its limits in Kant’s Critique of judgment Angela Breitenbach 9. Organisms as natural purposes: The contemporary evolutionary perspective D.M. Walsh
Paolo Coccia
E' imminente la pubblicazione di un intero fascicolo dedicato ai rapporti tra la teleologia kantiana e le scienze biologiche curato dalla rivista Studies in History and Philosophy of Science Part C: Studies in History and Philosophy of Biological and Biomedical Sciences.
Articoli speculativi che susciteranno discussioni e riflessioni. Ecco il sommario:1. Introduction: Kantian teleology and the biological sciences Joan Steigerwald 2. Naturalising purpose: From comparative anatomy to the ‘adventure of reason’ Philippe Huneman 3. Kant’s concept of natural purpose and the reflecting power of judgementJoan Steigerwald 4. Kant on biological teleology: Towards a two-level interpretation Marcel Quarfood 5. Kant on the history of nature: The ambiguous heritage of the critical philosophy for natural history Phillip R. Sloan 6. Teleology then and now: The question of Kant’s relevance for contemporary controversies over function in biologyJohn Zammito 7. Kant on epigenesis, monogenesis and human nature: The biological premises of anthropology Alix A. Cohen 8. Mechanical explanation of nature and its limits in Kant’s Critique of judgment Angela Breitenbach 9. Organisms as natural purposes: The contemporary evolutionary perspective D.M. Walsh
Paolo Coccia
Due videoanimazioni dei RNAi
Due videoanimazioni dei RNAi
Due eccellenti videoanimazioni sul funzionamento dei RNAi offerte da Nature Reviews...e NOVA (dal punto di vista medico).
EccoleNature Reviews:Parte I. Espressione genicaParte II. Silenziamento genicoParte III. Amplificazione degli RNAi...e NOVA:Parte I. RNAi explainedParte II. The RNAi cureParte III. Ask the Expert
Prima di vedere e ascoltare due animazioni leggete su Wikipedia (versione italiana o inglese) cosa sono e come funzionano gli RNAi.
Paolo Coccia
Due eccellenti videoanimazioni sul funzionamento dei RNAi offerte da Nature Reviews...e NOVA (dal punto di vista medico).
EccoleNature Reviews:Parte I. Espressione genicaParte II. Silenziamento genicoParte III. Amplificazione degli RNAi...e NOVA:Parte I. RNAi explainedParte II. The RNAi cureParte III. Ask the Expert
Prima di vedere e ascoltare due animazioni leggete su Wikipedia (versione italiana o inglese) cosa sono e come funzionano gli RNAi.
Paolo Coccia
Il "dolce" mistero del codice della vita
Il "dolce" mistero del codice della vita
Perche' DNA e RNA contengono proprio il ribosio (e il suo "cugino" desossiribosio), uno zucchero a cinque atomi di carbonio?
Perche' non il glucosio o altri zuccheri con sei atomi di carbonio, molto piu' disponibili in natura? Il biochimico svizzero Martin Egli, attualmente alla Vanderbilt University, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica chimica JACS un dettagliato studio della struttura di homo-DNA, una molecola dove il desossiribosio viene sostituito con il glucosio, uno zucchero a sei atomi di carbonio. Egli ha analizzato tutte le differenze tra il sistema naturale e quello artificiale, cercando di capire perche' l'evoluzione, certamente dopo alcuni tentativi, abbia proprio scelto lo zucchero che oggi troviamo negli acidi nucleici di tutti i viventi.
DNA e RNA sono il risultato dell'evoluzione, e l'ottimizzazione della loro struttura e' dipesa da fattori chimici, dei quali il ricercatore e' alla caccia da ben tredici anni. Un punto fondamentale risiede nella "scelta" della selezione naturale di incorporare nello scheletro dei due acidi nucleici uno zucchero a cinque atomi di carbonio: ribosio nell'RNA e desossiribosio nel DNA. Gli zuccheri a sei atomi di carbonio sono molto piu' comuni e disponibili in natura: perche', quindi, optare per qualcosa di piu' difficile da trovare? Lo studio appena pubblicato e' una dettagliata analisi cristallografica di homo-DNA, un acido nucleico sintetico ottenuto sostituendo il desossiribosio con il glucosio nella sua forma ciclica, detta anche piranosio: la molecola cosi' prodotta in laboratorio puo' essere considerata un'alternativa al sistema naturale. Egli ha scoperto che homo-DNA presenta una serie di caratteristiche che lo differenziano sostanzialmente dal DNA naturale, e lo rendono poco versatile dal punto di vista genetico.
Homo-DNA risulta infatti:
molto piu' stabile termodinamicamente del DNA
geometricamente piu' "disordinato", a causa dell'ingombro dell'anello a sei atomi: la struttura presenta un'elica debolmente ritorta verso destra, con un angolo tra scheletro e basi azotate molto maggiore di quello del DNA naturale
meno "ordinato" nell'appaiare i nucleotidi: se nel DNA naturale sono possibili solo gli accoppiamenti CG e AT, qui anche AA e GG hanno la stessa forza di legame di CG
non in grado di appaiarsi con altri acidi nucleici, come RNA
L'inevitabile conclusione di Egli e' che la struttura di homo-DNA, contenente anelli a sei atomi e molti ossidrili (gruppi OH legati agli anelli), non e' particolarmente adatta a conservare e trasmettere le informazioni genetiche.
Naturalmente esistono molti altri zuccheri semplici in natura, e altre possibili basi azotate: possiamo pensare che le possibilita' di scelta dell'evoluzione siano state comunque moltissime. E tra tutte queste, e' stata la doppia elica, l'elegante struttura decifrata da Watson e Crick ormai piu' di cinquant'anni fa, a vincere la gara della vita.
Paola Nardi
Perche' DNA e RNA contengono proprio il ribosio (e il suo "cugino" desossiribosio), uno zucchero a cinque atomi di carbonio?
Perche' non il glucosio o altri zuccheri con sei atomi di carbonio, molto piu' disponibili in natura? Il biochimico svizzero Martin Egli, attualmente alla Vanderbilt University, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica chimica JACS un dettagliato studio della struttura di homo-DNA, una molecola dove il desossiribosio viene sostituito con il glucosio, uno zucchero a sei atomi di carbonio. Egli ha analizzato tutte le differenze tra il sistema naturale e quello artificiale, cercando di capire perche' l'evoluzione, certamente dopo alcuni tentativi, abbia proprio scelto lo zucchero che oggi troviamo negli acidi nucleici di tutti i viventi.
DNA e RNA sono il risultato dell'evoluzione, e l'ottimizzazione della loro struttura e' dipesa da fattori chimici, dei quali il ricercatore e' alla caccia da ben tredici anni. Un punto fondamentale risiede nella "scelta" della selezione naturale di incorporare nello scheletro dei due acidi nucleici uno zucchero a cinque atomi di carbonio: ribosio nell'RNA e desossiribosio nel DNA. Gli zuccheri a sei atomi di carbonio sono molto piu' comuni e disponibili in natura: perche', quindi, optare per qualcosa di piu' difficile da trovare? Lo studio appena pubblicato e' una dettagliata analisi cristallografica di homo-DNA, un acido nucleico sintetico ottenuto sostituendo il desossiribosio con il glucosio nella sua forma ciclica, detta anche piranosio: la molecola cosi' prodotta in laboratorio puo' essere considerata un'alternativa al sistema naturale. Egli ha scoperto che homo-DNA presenta una serie di caratteristiche che lo differenziano sostanzialmente dal DNA naturale, e lo rendono poco versatile dal punto di vista genetico.
Homo-DNA risulta infatti:
molto piu' stabile termodinamicamente del DNA
geometricamente piu' "disordinato", a causa dell'ingombro dell'anello a sei atomi: la struttura presenta un'elica debolmente ritorta verso destra, con un angolo tra scheletro e basi azotate molto maggiore di quello del DNA naturale
meno "ordinato" nell'appaiare i nucleotidi: se nel DNA naturale sono possibili solo gli accoppiamenti CG e AT, qui anche AA e GG hanno la stessa forza di legame di CG
non in grado di appaiarsi con altri acidi nucleici, come RNA
L'inevitabile conclusione di Egli e' che la struttura di homo-DNA, contenente anelli a sei atomi e molti ossidrili (gruppi OH legati agli anelli), non e' particolarmente adatta a conservare e trasmettere le informazioni genetiche.
Naturalmente esistono molti altri zuccheri semplici in natura, e altre possibili basi azotate: possiamo pensare che le possibilita' di scelta dell'evoluzione siano state comunque moltissime. E tra tutte queste, e' stata la doppia elica, l'elegante struttura decifrata da Watson e Crick ormai piu' di cinquant'anni fa, a vincere la gara della vita.
Paola Nardi
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